I cinesi investono massicciamente nelle reti di telecomunicazioni italiane

I cinesi sempre più presenti in Italia. Dopo Tiscali, che ha stretto un accordo con Huawei per realizzare una sua rete LTE sul territorio nazionale, adesso anche Zte si aggiudica la realizzazione della nuova infrastruttura Wind-3.  Come noto, Tiscali ed Aria (operatore wireless) si sono fusi per offrire connettività a banda larga su rete senza fili, interessante soprattutto nelle zone “digital divide”.
Tiscali e Huawei hanno firmato un contratto di fornitura per la realizzazione in Italia della rete ultra broadband di accesso LTE 4G e 5G su frequenza 3.5 GHz. Tale rete permetterà agli utenti di usufruire di servizi ultra fino a 100 Mbps, aumentabili in futuro fino a 1 Gbps , in grado di supportare attività multimediali di altissima qualità, come lo streaming HD dei video in 4K. L’alleanza tra le due società è proprio una partnership (sia tecnica, che commerciale), con l’obiettivo di Tiscali di realizzare nel corso dei prossimi tre anni, a cominciare dal terzo trimestre 2016, una rete di accesso proprietaria ultra broadband basata su tecnologia Wireless fiber to the Home in tutta Italia ed particolare nelle aree in Digital Divide, su frequenza 3.5GHz di cui Tiscali ne detiene la licenza. Il contratto prevede la possibilità di sviluppare investimenti per circa quaranta milioni di Euro, contribuendo così a coprire i fabbisogni di investimento LTE di Tiscali, che pianifica una copertura di circa 13 milioni di famiglie e aziende, in particolare nelle aree in Digital Divide con l’obiettivo dichiarato di rispondere alla crescente domanda di mercato di banda ultra larga molto performante. Il lancio del servizio è previsto per il quarto trimestre del 2016 con oltre 100 punti radio a livello nazionale. Ma i cinesi non si fermano qui. Il gruppo Zte vince la commessa per lo “swap” delle reti di Wind ed H3G in vista della fusione. Zte aumenterà la presenza in Italia con investimenti consistenti e di lungo periodo. Il fornitore cinese di apparati di telecomunicazione si è aggiudicato la fornitura per il consolidamento delle due reti mobili di Wind e di 3 in vista della realizzazione di quella che sarà la futura rete unica che supporterà i servizi della società che nascerà dalla fusione dei due operatori. Si tratta di una commessa molto sostanziosa (valore complessivo stimato fra gli 800 milioni e il miliardo di euro). Il passaggio fra le due reti riguarda circa 25.000 punti di cui circa un 40% andrà riconvertito, decine di migliaia di stazioni su cui intervenire con upgrade delle due reti verso tecnologie 4G in vista della realizzazione dell’unica rete di accesso per l’insieme dei clienti Wind-3. Un’operazione sicuramente complicata, che richiederà circa tre anni per essere portata a compimento. Al termine dello swap, quello che sarà il più grande operatore di telecomunicazioni mobile italiano (superiore per clienti anche a Tim e a Vodafone) avrà l’intera rete realizzata dai cinesi di Zte. Una situazione inedita nel panorama delle telecomunicazioni italiane. Col solo precedente (ed in scala ridotta) della rete di 3 che era stata data in gestione esterna ad Ericsson. Le compagnie telefoniche hanno da sempre  preferito relazionarsi con vari fornitori per avere maggiori margini di flessibilità sui prezzi e infrastrutture. La rete attuale di Wind, ad esempio, è stata realizzata con l’apporto di tre fornitori: Huawei, Nokia ed Ericsson. Quindi con Huawei di fornitori cinesi significativi ora in Italia ce ne sono due. Al punto che Zte potrebbe essere stata favorita dal pressing della cinese CK Hutchison Holdings, azionista al 50% (il resto è dei russi di VimpelCom) della società nata dalla fusione di Wind e 3.  A Zte mancano ancora in Italia le risorse professionali e le strutture organizzative per far fronte a una commessa così consistente e ai tempi rapidi di implementazione richiesti. E’ certo che se le tecnologie di rete avranno il marchio di Zte, un ruolo importante nella realizzazione dell’infrastruttura potrebbe spettare ad aziende di impiantistica italiane. L’ingresso di Zte sembra inevitabilmente destinato a creare nuovi equilibri nel mercato dei fornitori di apparati di telecomunicazione. A cominciare da Ericsson, che sinora ha gestito la rete. Ma gli effetti potrebbero farsi sentire anche in Nokia. Lo scombussolamento delle carte è notevole anche perché tutti (tranne Huawei) sono alle prese con difficili problemi di ristrutturazione, di ridimensionamento del personale, di contenimento dei costi. L’ingresso di Zte non può che aumentarli. Un quarto grande concorrente sul mercato non potrà infatti che accrescere la forte competizione , rendendo la torta individuale più piccola e aprendo la strada a ulteriori rimescolamenti di carte nelle quote di mercato e nel rispettivo peso in Italia. Cose da fare ce ne sono, vedasi i lavori per la banda ultralarga degli operatori di rete fissa a partire da Tim, mentre a breve si attende l’avvio dei bandi di gara di Infratel. In ogni caso, come si gira si gira, avremo sempre più Cina nelle infrastrutture di telecomunicazioni.reti-telefoniche-ultima-generazione