Aids: in Italia un contagio ogni tre ore

ROMA – In Italia ogni tre ore c’e’ un nuovo contagio con il virus dell’Hiv, 3 mila i nuovi casi ogni anno, ma la prevenzione arranca e ci si sottopone in ritardo al test. E non mancano le discriminazioni sul lavoro che vengono segnalate alla commissione nazionale Aids tanto che da quest’ultima sta per arrivare ad una nota da inviare alle associazioni che rappresentano le categorie professionali in modo da richiamarle contro queste violazioni di legge.

Il vicepresidente della Commissioni Nazionale Aids, Mauro Moroni, in occasione della conferenza stampa al ministero della Salute per la presentazione dei nuovi dati sull’infezione in vista della celebrazione della giornata mondiale contro l’Aids del primo dicembre, ha spiegato che si tratta di un problema sommerso. ”Ci sono stati veri e propri bandi che prevedono l’esecuzione dei test ed esami di laboratorio fatti abusivamente – ha spiegato – la commissione sta lavorando per arrivare ad una nota interministeriale da inviare alle associazioni che rappresentano le categorie professionali in modo da richiamarle contro queste violazioni di legge”.

Difficile quantificarle in quanto le vittime spesso non denunciano il fatto che pero’ arriva agli organismi istituzionali attraverso le segnalazioni delle associazioni. Nel 2010 la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,7% di tutte le segnalazioni. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2010 hanno un’età mediana di 39 anni, per i maschi e di 35 anni per le femmine.

Oltre un terzo delle persone con una nuova diagnosi di HIV viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, proprio perche’ non ha fatto il test per verificare la sieropositivita’, e presenta una rilevante compromissione del sistema immunitario. Queste persone che scoprono di essere HIV positive in ritardo hanno mediamente più di 40 anni di età, hanno contratto l’infezione prevalentemente attraverso contatti eterosessuali, e sono più spesso stranieri.

Il ministero della salute, con una campagna organizzata nei pochi giorni a disposizione dalla composizione del nuovo governo, ha dedicato il messaggio di quest’anno proprio alla diagnosi: ”non abbassare la guardia, fai il test”. Un messaggio che non poteva sollevare qualche polemica fra le associazioni come la Lila e come il Network delle Persone Sieropositive, sulla necessita’ invece di puntare su una comunicazione che punta a prevenire anche il contagio, indicando il condom come strumento utile.

Intanto la ricerca va avanti: sono già cominciati gli arruolamenti per i 50 volontari che si sottoporranno alla sperimentazione di un vaccino preventivo composto dal vaccino Tat e da Envelod, ha annunciato la direttrice del centro nazionale Aids dell’Istituto superiore di Sanità, Barbara Ensoli. La sperimentazione avverrà utilizzando le proteine ricombinanti di Hiv-1Tat biologicamente attiva, ed Env v2 Deleta, in volontari sani, adulti, non infettati dal virus Hiv. I centri coinvolti saranno il policlinico di Modena, l’Ifo-San Gallicano di Roma e il vecchio ospedale San Gerardo di Monza. Ensoli ha anche fatto sapere che prosegue “molto bene” la sperimentazione del vaccino terapeutico Tap, per il quale si sta completando la fase due.