Al Qaida minaccia Usa ‘Peggio deve venire’

DUBAI – Il capo di Al Qaida nella penisola arabica, lo yemenita Nasser al-Wahishi, in un messaggio su internet ha avvertito gli Stati Uniti che “il peggio” deve ancora venire dopo la morte di Osama bin Laden. Lo ha reso noto il sito americano di monitoraggio dei siti islamici SITE.
“Gli americani hanno ucciso lo sceicco (…) ma devono sapere che la brace della jihad arderà più che durante la sua vita”, afferma lo yemenita al Wahishi nel messaggio pubblicato oggi dal centro americano. “Non pensiamo che la questione sia finita (…) quel che vi aspetta è ancora peggio, più intenso e più nocivo”, prosegue il capo di Aqpa (al Qaida nella penisola arabica) aggiungendo: “Vi mangerete le mani e rimpiangerete i giorni dello sceicco” Osama bin Laden. L’Aqpa è nata dalla fusione nel 2009 del ramo yemenita e di quello saudita di al Qaida. Il giorno di Natale di quell’anno un suo militante salì su un volo Delta partito da Amsterdam e diretto a Detroit con dell’esplosivo nelle mutande, mentre un anno dopo l’Aqpa rivendicò l’invio negli Usa a bordo di un aereo cargo di pacchetti esplosivi, che furono scoperti a Dubai e in Gb.

PAKISTAN: ESERCITO, ‘IN SINTONIA CON GOVERNO’ – L’esercito pachistano non è in disaccordo con il governo su cosa fare dopo il blitz americano che ha portato alla morte di Osama bin Laden. Lo ha assicurato a Rawalpindi un portavoce del servizio di informazioni militari (Ispr). Ieri i giornali hanno sostenuto che in un vertice presieduto dal comandante dell’esercito Ashfaq Parvez Kayani, erano emerse critiche all’atteggiamento della classe politica pachistana che non aveva “fornito una risposta soddisfacente” alle accuse provenienti da Washington. Il portavoce ha smentito che l’esercito “abbia una posizione critica nei confronti del governo civile” ed ha sottolineato che “contrariamente ai commenti pubblicati dalla stampa, militari e civili sono sulla stessa lunghezza d’onda per far fronte in modo concreto alla situazione”. L’Assemblea nazionale pachistana dovrebbe ascoltare venerdì in una seduta a porte chiuse una comunicazione ufficiale delle forze armate su quanto accaduto il 2 maggio ad Abbottabad.