an Raffaele: perquisizioni della Gdf Un fermo e indagato don Luigi Verze’

MILANO – Una ventina di perquisizioni, anche nella sede dello stesso San Raffaele, sono in corso da parte della Guardia di Finanza di Milano nell’ambito dell’inchiesta per bancarotta, coordinata dai pm, Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta, con al centro le vicende del gruppo ospedaliero. Nell’ambito delle indagini ieri sera tardi è stato peraltro fermato per concorso in bancarotta Piero Daccò e tra gli indagati risulta Don Luigi Verzé.

DACCO’ SARA’ INTERROGATO DA GIP FORSE DOMANI – Pietro Daccò, fermato ieri sera nell’ambito dell’inchiesta sul dissesto finanziario dell’ospedale S.Raffaele di Milano che vede indagato anche il fondatore Don Luigi Verzé, sarà interrogato per la convalida del fermo probabilmente domani o al massimo dopodomani dal gip di Milano Vincenzo Tutinelli. La richiesta di convalida del fermo non è stata ancora inoltrata dai pm sul tavolo del gip e dunque è difficile che l’interrogatorio avvenga oggi.

La Guardia di finanza di Milano ha effettuato perquisizioni anche nei confronti della segretaria particolare di don Verzé, in due yacht che fanno riferimento a Piero Daccò, l’intermediario in rapporto d’affari con il San Raffaele fermato ieri sera, e nella sede milanese della società di revisione Argos, indicata dagli inquirenti come ‘depositaria’ delle societa estere dello stesso Daccò. Da quanto si è appreso le fiamme gialle si sono recate sia in casa che in ufficio di Daniela Maria Cattelan, segretaria del fondatore del san Raffaele e nei porti di Ancona e di Lavagna dove sono ormeggiate due imbarcazioni, la Amerika-London e l’Admajora, che sono di proprietà di Daccò.

CORSERA, UN FERMO E INDAGATO DON LUIGI VERZE’ – Un faccendiere, Pietro Daccò, 55 anni, è stato fermato mentre cinque persone, tra cui il fondatore dell’ospedale San Raffaele, don Luigi Verzé, risultano indagate per bancarotta nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sulla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, ammessa al concordato preventivo, con alcune condizioni, lo scorso 28 ottobre. A riferirlo è il ‘Corriere della Sera’ secondo il quale il fermo di Daccò è motivato dal pericolo di fuga e da alcuni suoi movimenti finanziari. Il fermo gli è stato notificato in occasione di un suo rientro in Italia e il faccendiere, secondo il quotidiano molto vicino a Comunione e liberazione, deve rispondere della sottrazione di circa tre milioni di euro. Daccò è residente a Londra ma ha interessi in Svizzera, Olanda e Curacao Tra gli indagati, oltre a don Verzé, vi sono invece i costruttori Pierino e Giovanni Luca Zammarchi (padre e figlio) che hanno avuto lavori in appalto dalla struttura sanitaria per decine di milioni di euro. I due sono stati interrogati a lungo ieri dai pm Laura Pedio, Gaetano Ruta e Luigi Orsi.