Anche questa mattina, alle 6 e cinque

Sono le 6 e cinque di mattina. Sveglio. Guardo il telefono. Scendo e accendo la tv. Ancora e solo corona virus. Vado nel mio ufficio, pochi passi. Accendo il portatile. Apro le mail. Leggo alcune arrivate, sono di clienti che informano. Non potranno pagare e non sanno se riapriranno.
In tutta questa storia solo una cosa è fondamentale: il tempo. Una attività imprenditoriale, piccola o grande che sia, ha bisogno di esprimersi. Niente espressione, niente impresa.
Se un fornitore qualunque ti chiama presto per chiederti di anticipare i pagamenti delle fatture altrimenti non ce la fa, preoccupa. Telefonata da fare, provo tre volte ma nessuno risponde, è certamente chiuso. Poi ti viene in mente quello che hai ascoltato la sera prima , qualche promessa dei politici…ma non voglio le vostre elemosine, voglio fare solo l’imprenditore. Apro una cartella, robe da pagare, rimandate e che lo saranno sempre tra un mese o poco più.

L’imprenditore non demorde. Lotta. Solo che stavolta non c’è la concorrenza, il mercato, la burocrazia. Non ci sono i clienti. Prendo la visura camerale e leggo il codice attività (si chiama codice Ateco), si è tra quelli che possono lavorare…ma dove vai se i tuoi clienti sono tutti chiusi ?
Apro il frigorifero, è pieno perché ieri ho fatto la spesa. Penso alla fila, alla mascherina e guanti del supermercato, al vigilante che stava fuori dalla porta in modo da far entrare un cliente per volta.
Il tempo ancora nella testa… e penso: se tutto questo dura troppo non sarà cosa semplice ripartire nella normalità.

Contagiati, morti, guariti. Numeri. Tabelle. Medici, infermieri e camion militari. Basta, è l’ora di lavorare sono le 8,00. Lavorare ? si lavorare. Chiamo i collaboratori. Tante cose da fare, non urgenti, tanta speranza.
Voglia di fare. Sul tavolo idee, schemi, spunti. Pensare al dopo. Pianificare. La pandemia cambierà il futuro, ma l’impresa rimarrà quel robusto cavallo di sempre ? “Molte persone vedono l’impresa privata come una tigre feroce, da uccidere subito. Altre invece come una mucca da mungere. Pochissime la vedono come è in realtà: un robusto cavallo che, in silenzio, traina un pesante carro (Winston Churchill).