Anonymous sfida Cina, colpiti 300 siti in pochi giorni

PECHINO – Il collettivo hacktivista Anonymous sfida Pechino, e promette che continuerà ad attaccare i siti del governo per protestare contro la censura imposta al web nel Paese. “Continueremo, abbiamo già individuato gli obiettivi”, ha detto un attivista alla France Presse. Dal 30 marzo, quando è stata annunciata la nascita di Anonymous China, il gruppo ha defaciato (modificato la home page) di oltre 300 siti, inserendo un testo in cui il governo cinese viene definito “vile”.

L’ATTACCO CIBERNETICO CONTRO SITI GOVERNO – I governi di “numerose” città cinesi stanno cercando di rimettere in funzione i loro siti web attaccati dal gruppo di “hacker” chiamato “Anonymous”, secondo la stampa di Hong Kong. In un messaggio diffuso su Twitter – che in Cina è bloccato ma è accessibile attraverso i Virtual private network (Vpn) – “Anonymous China” ha annunciato di aver “violato” otto siti web legati al governo di Pechino, facendo comparire al loro posto sugli schermi la scritta: “per tutti questi anni, il governo comunista cinese ha imposto al suo popolo leggi ingiuste… Sappiate che non siete infallibili. Oggi vengono violati i vostri siti web, domani sarà il vostro vile regime a cadere”. I siti colpiti appartengono a uffici governativi di otto province, e tutti hanno nel loro indirizzo l’indicazione “gov.cn”. Quello di Anonymous è l’attacco più massiccio finora subito dal governo di Pechino, secondo il South China Morning Post. In giugno un forte attacco informatico contro siti legati al governo cinese era stato condotto da hacker vietnamiti, in un momento di accesa polemica tra Hanoi e Pechino sul Mar della Cina meridionale. Anonymous è un gruppo internazionale di hacker che in passato ha condotto ‘attacchi’ in tutto il mondo, di solito in difesa della libertà di navigazione su internet.