Assange: grazie all’Ecuador parlo da uomo libero

NEW YORK – ”Grazie all’Ecuador che mi ha permesso di esprimermi da uomo libero”. Lo ha detto Julian Assange in videocollegamento da Londra con il quartier generale delle Nazioni Unite in cui ha accusato le forze armate americane in Iraq di ”omicidi e corruzione politica”.
Le autorita’ militari degli Stati Uniti sembrano aver designato Julian Assange e Wikileaks come nemici degli Stati uniti, secondo documenti ottenuti dal Sydney Morning Herald grazie alle leggi Usa di liberta d’informazione. Lo riferisce oggi in esclusiva il quotidiano, secondo cui documenti declassificati di controspionaggio dell’Aeronautica statunitense (Usaf) confermano che i militari Usa che entrano in contatto con Wikileaks o con suoi sostenitori rischiano di essere incriminati per aver ”comunicato con il nemico”, un grave reato militare passibile anche della pena capitale. I documenti riguardano un’indagine dell’Usaf diretta a un loro analista che avrebbe espresso sostegno per Wikileaks e avrebbe partecipato a manifestazioni pro-Assange a Londra.
L’indagine, che si e’ poi conclusa con l’archiviazione, mirava ad accertare se l’analista, che era dotato di autorizzazione di sicurezza top secret, con accesso alla rete militare detta Secret Internet Protocol Router Network, avesse fornito informazioni classificate o sensibili a sostenitori di Wikileaks, descritto come ”gruppo anti-Usa e anti-militare”. Il reato sotto indagine era ‘comunicare con il nemico’, 104-D, un articolo del codice militare che proibisce al personale militare di ”comunicare, corrispondere o mantenere relazioni con il nemico”. Il quotidiano cita l’avvocato Usa di Assange, Michael Ratner, secondo cui la designazione di Wikileaks come ”nemico” avrebbe ”gravi implicazioni” per il fondatore di Wikileaks se venisse estradato in Usa, compresa la possibilita’ di essere soggetto a detenzione militare. ”Sarebbe doveroso che gli Stati uniti affermassero che Julian Assange e Wikileaks non sono il ”nemico”, aggiunge Ratner.