Belsito a pm, su spese famiglia informavo Bossi – Contestato il Senatur

Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega, avrebbe informato direttamente Umberto Bossi sulle spese “più significative” effettuate dai familiari del leader e pagate coi soldi del partito. E’ quanto ha spiegato nell’ interrogatorio di lunedì scorso l’ex amministratore ai pm milanesi che indagano sui fondi del Carroccio. Belsito avrebbe chiarito che aveva una sorta di ‘carta bianca’ dai vertici sugli investimenti, mentre per le spese più importanti dei familiari del leader avvisava direttamente l’allora segretario. Da quanto si è saputo, l’ex tesoriere Belsito – che ha rilasciato dichiarazioni lunedì scorso davanti al procuratore aggiunto Alfredo Robledo e ai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini – ha spiegato in sostanza che i vertici del partito erano a conoscenza della sua volontà di “diversificare” gli investimenti (coi fondi della Lega, tra le altre cose, Belsito avrebbe movimentato denaro verso Tanzania e Cipro), ma che poi lui si muoveva autonomamente per quanto riguarda le singole operazioni, godendo di “fiducia”. Per quanto riguarda, invece, le spese personali della famiglia del leader, sempre stando a quanto avrebbe messo a verbale Belsito, l’ex amministratore si sarebbe mosso diversamente, avvertendo il leader quando gli importi da pagare erano significativi. Non sarebbe però entrato nel dettaglio delle singole spese. Intanto, stando a quanto è filtrato in relazione all’incontro di ieri tra i magistrati milanesi e il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, c’é una forte ‘saldatura’ tra le due inchieste: quella lombarda sulle distrazioni dei fondi del Carroccio e quella calabrese sul riciclaggio anche di soldi della ‘ndrangheta della cosca De Stefano.

CONTESTAZIONE A MANIFESTAZIONE CON BOSSI – Una ventina di persone dietro a uno striscione con scritto ‘Lega predona a casa nostra’ si è presentata al comizio di Umberto Bossi a Crema iniziando a urlare frasi come ‘fuori la Lega dalle citta”. Nel frattempo viene sventolata anche una bandiera dei No Tav. Chi protesta è tenuto a distanza dalle forze dell’ordine mentre dal palco il candidato sindaco del Carroccio Roberto Torazzi ha esortato ad “andare avanti”. “Non abbiamo paura, noi – ha detto -. C’é gente che lavora. Andate in fabbrica che vi fa bene”.

BOSSI AI CONTESTATORI, NON SPAVENTATE NESSUNO – “Ne abbiamo altri che voi No-Tav”. Così Umberto Bossi si è espresso durante il comizio di Crema dove in piazza si sono presentati una ventina di contestatori. “Se siete capaci di far casino – ha detto il Senatur – siamo capaci anche noi”. Poi ha aggiunto: “voi non spaventate nessuno” richiamando chi è intervenuto al comizio a “non seguire il loro esempio”.

STIFFONI SI AUTOSOSPENDE DA MOVIMENTO E GRUPPO – Piergiorgio Stiffoni comunica di aver rassegnato le dimissioni da Amministratore del Gruppo della Lega al Senato e di essersi auto sospeso dal movimento e dal gruppo al fine di non danneggiare l’immagine del movimento, fino alla conclusione delle indagini della magistratura, sicuro che sarà fatta piena luce sulla realtà dei fatti.

LEGA: FALSO SU SPESE ELETTORALI,DUE INDAGATI A BOLOGNA – Ci sono i primi due indagati nell’inchiesta della Procura di Bologna sulla Lega Nord. Secondo quanto si è appreso si tratta dei candidati alle regionali del 2010 Marco Mambelli e Luigi Pasquini. Ai due il pm Morena Plazzi contesta il reato di falso commesso da privato in atto pubblico.

PISTA INVESTIGATIVA ‘FUSIONE’ SOLDI PARTITO-‘NDRANGHETA – C’é una nuova pista investigativa che ha portato a una stretta connessione tra le indagini di Milano e quelle di Reggio Calabria con al centro l’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito che riguarda il denaro non contabilizzato della Lega, ossia i presunti fondi neri, che si ritiene siano stati riciclati assieme a quelli della ‘ndrangheta. E’ quanto è venuto a galla dopo l’incontro di ieri tra il pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo e i colleghi milanesi Alfredo Robledo, Roberto Pellicano e Paolo Filippini, titolari delle indagini sui fondi del movimento. Da quanto è filtrato tra i nuovi elementi in comune tra le due indagini che hanno portato a stabilire una saldatura tra le due inchieste ci sono anche interrogatori di un indagato comune, l’imprenditore Paolo Scala e quello di Belsito reso ieri al pm Giuseppe Lombardo e che oggi è stato acquisito dalla Procura di Milano. Altro punto in comune è il consulente legale Bruno Mafrici già indagato nell’inchiesta di Reggio Calabria.(

EX AUTISTA LICENZIATO, RISPONDEVO A MANUELA E ROSY – Un ex autista di Umberto e Renzo Bossi, Oscar Morando, si è presentato nel tardo pomeriggio davanti alla sede della Lega Nord di via Bellerio per protestare dopo aver ricevuto una lettera di licenziamento “per giusta causa”. Morando ne ha mostrato una copia (firmata dal tesoriere Stefano Stefani) ai giornalisti, sostenendo di essere stato lasciato a casa dopo due anni “perché ho eseguito gli ordini di Manuela Marrone, la moglie di Bossi, e Rosy Mauro, che mi avevano chiesto di seguire e aiutare Renzo”. Nella lettera mostrata alle telecamere da Morando in effetti si legge che il licenziamento sarebbe stato deciso dalla Lega anche per un’ intervista, però smentita dall’ex autista, che “riferisce che lei, anche a suo dire, invece che stare agli ordini, per ciò che riguarda le mansioni per le quali è stato assunto, dell’ esponente politico cui era destinato fare l’autista, obbediva agli ordini di Manuela Marrone e Rosy Mauro, che non avevano alcuna qualifica per darle alcuna istruzione”. Morando ha deciso di protestare non solo per chiedere spiegazioni ma anche perché la ritiene “una vicenda umana vergognosa, voglio riprendere il mio lavoro e la mia dignità”: l’ex autista ha infatti riferito di avere una famiglia da mantenere e di essere rimasto anche senza casa, perché questa (a Gemonio, vicino alla casa del Senatur) sarebbe stata tra i benefit di un contratto stipulato nel 2010 con la Lega attraverso Rosy Mauro, che fra l’altro prevedeva un’assunzione come autista-guardia del corpo di Umberto Bossi. Anche per questo cambiamento di mansioni, Morando ha sostenuto di essere stato mobbizzato nonché “usato come giocattolo” dal figlio di Bossi. L’ex autista appare intenzionato a rimanere in via Bellerio finché non avrà una risposta dal movimento.