Berlusconi: ‘Crisi sarebbe sciagura, no alternativa a governo’

Il premier Berlusconi ha parlato al Senato per la verifica chiesta dal Colle: ‘La crisi sarebbe una sciagura per l’Italia, nessuna alternativa a questo governo’.
La Camera ha votato la fiducia sul decreto Sviluppo con 317 sì, 293 no e 2 astenuti. La maggioranza richiesta era di 306 voti. Il provvedimento ora passa al Senato.

BERLUSCONI, CRISI SAREBBE UNA SCIAGURA – “Sono certo che il governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare. Condivido e rilancio l’appello a coesione e alla responsabilità del presidente Napolitano”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi intervenendo al Senato per la verifica chiesta dal Quirinale.
“Il dibattito di oggi nasce come sapete da una sollecitazione del presidente della Repubblica al quale rivolgo il mio saluto. Il Capo dello Stato con autorevolezza che tutti noi gli riconosciamo ha invitato il governo a riflettere il parere in merito ai mutamenti della compagnie governativa, è un invito opportuno che accolgo”.

“L’interesse degli italiani è completare la legislatura e mantenere i conti in ordine. Eviteremo di finire come altri Paesi europei che si stanno dissanguando. Rivendico di aver messo a riparo il debito pubblico italiano e sarebbe folle mettere tutto in discussione con una crisi al buio”. Afferma il premier.

Il presidente del Consiglio, nel suo intervento al Senato, ha ribadito con forza la volontà di rafforzare maggioranza e governo rilanciando i 5 punti qualificanti del programma fino al 2013, dal federalismo fiscale, alla riforma della giustizia, fino all’immigrazione, alla sicurezza ed al piano per il Sud.

“Non voglio rimanere per sempre a Palazzo Chigi, né fare il leader a vita del centrodestra, ma voglio lasciare in eredità all’Italia una grande partito che sia l’erede della tradizione popolare europea e che sia il baluardo primo della democrazia e della libertà”. Ha detto il presidente del consiglio.

“Il nostro dovere – spiega Berlusconi – è quello di portare a termine riforme strutturali necessarie ad agganciare la crescita”. “In questi giorni – prosegue – abbiamo assistito ad un dibattito surreale sui giornali secondo i quali ci sarebbe stata una spaccatura in seno al governo tra chi vuole aumentare il deficit e chi vuole invece praticare la politica del rigore”. “E’ una rappresentazione grottesca”, prosegue anche perché “non si può aumentare il disavanzo pubblico. Non lo faremo in nessun caso e per nessun motivo”. La riforma fiscale, sottolinea il premier, “avrà effetti benefici per tutti: per chi produce e per chi risparmia”.
“Ridisegneremo l’impianto delle aliquote, vi saranno meno aliquote, solo tre rispetto alle attuali cinque, e più basse”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso del discorso in Senato.

CAMERA, DECRETO SVILUPPO INCASSA FIDUCIA – La Camera ha votato la fiducia sul decreto Sviluppo con 317 sì, 293 no e 2 astenuti. La maggioranza richiesta era di 306 voti. Il provvedimento ora passa al Senato. E’ la prima volta che la maggioranza alla Camera, dopo l’uscita di Fli, supera quota 316. In precedenza era arrivata al massimo a quota 314, raggiunta sulla mozione di sfiducia del 14 dicembre e il 2 marzo scorso sul federalismo.

“Sono numeri da maggioranza assoluta; siamo soddisfatti per l’ennesima prova di compattezza che testimonia la solidità” della coalizione. E’ il commento che Angelino Alfano, ministro della Giustizia e segretario in pectore del Pdl, affida ai giornalisti al termine del voto sul dl sviluppo.

L’ex ministro di Fli, Andrea Ronchi, non ha partecipato al voto di fiducia nell’aula della Camera sul dl sviluppo. Erano quattro in totale gli assenti di Fli alla votazione: oltre a Ronchi, dal partito di Gianfranco Fini non hanno risposto alla chiama Gianfranco Paglia, Mirko Tremaglia e Francesco Divella.

MINISTERI: GOVERNO ACCOGLIE ODG PD,NO A TRASFERIMENTO – Il Governo accoglie l’ordine del giorno del Pd (primo firmatario il capogruppo Dario Franceschini) presentato alla Camera sul dl Sviluppo. Il testo, su cui il sottosegretario Alberto Giorgetti ha reso parere favorevole impegna il governo ad escludere ogni ipotesi di delocalizzazione dei ministeri.

BOSSI: MINISTERI? NESSUN PASSO INDIETRO – Nessun passo indietro della Lega sul trasferimento dei ministeri al Nord. “E’ un fatto d’obbligo dell’Europa fare quella roba lì. L’hanno fatto in Inghilterra e Germania. E’ necessario coinvolgere tutto il Paese. Passo indietro della Lega? No”. Lo afferma il leader del Carroccio Umberto Bossi conversando con i cronisti a Montecitorio.

“La gente a Pontida urlava ‘secessione’ e non ‘successione’. Sono ancora giovane. A Pontida la gente è venuta per me”. Così Bossi risponde ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se il ministro Roberto Maroni sia “il delfino” alla guida della Lega Nord.

Bossi apre a sorpresa al dialogo con l’opposizione per la modifica della legge elettorale. “E’ una delle cose su cui si può ragionare. Si può fare l’accordo”, spiega il leader della Lega Nord ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se sia “possibile discuterne con l’opposizione”.

“Le guerre finiscono quando terminano i soldi… Anche l’America ha finito la guerra quando ha finito i soldi”. Il leader della Lega risponde così ai cronisti che gli chiedono un commento sulle parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha difeso l’intervento militare italiano in Libia.

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sta raccogliendo le firme per bloccare il trasferimento dei ministeri. “Anche noi abbiamo raccolto le firme”. “Il primo giorno sono state 12mila – aggiunge il senatur – Se capisco bene le cose in una settimana saranno 100mila”.

“Avete visto quanti eravamo? La gente è fantastica. C’erano 90mila persone venute con i pullman e quest’anno non c’era il treno speciale”. Bossi torna con soddisfazione sul ‘successo’ di partecipazione del raduno della Lega Nord a Pontida. “Gente straordinaria – aggiunge – sono venuti di più ora che abbiamo perso” alle amministrative “di quando avevamo vinto”.

FRANCESCHINI, DIFFICILE CREDERE A BOSSI – “E’ difficile credere ancora a Umberto Bossi”. Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, risponde così al leader della Lega che aveva aperto la porta al dialogo con le opposizioni per riformare la legge elettorale.

MINISTERI: ACCORDO PDL-LEGA,ODG SU RAPPRESENTANZE NORD Accordo fatto sul traferimento dei ministeri: nel corso del vertice a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, i vertici del Pdl e i leghisti Roberto Calderoli e Mraco Reguzzoni si e’ deciso che ci sara’ un odg congiunto Carroccio-Popolo della liberta’ in cui si conferma che ad essere distaccati saranno solamente degli uffici ministeriali di rappresentanza, pur se operativi. E’ quanto riferiscono diversi partecipanti sottolineando che nel corso dell’incontro e’ stato sentito al telefono il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

LIBIA: INTESA LEGA-PDL, SU TIMING PALLA A CONSIGLIO SUPREMO – Posizione comune su quanto Silvio Berlusconi dirà davanti alle Camere a proposito della missione in Libia, mentre per quanto riguarda la tempistica e la durata dell’intervento italiano, la questione sarà congelata fino al Consiglio Supremo di Difesa in programma il 6 luglio prossimo quando sarà sottoposta all’attenzione dell’organo presieduto dal capo dello stato. E’ questa l’intesa che, riferiscono fonti presenti all’incontro di palazzo Grazioli, è stata raggiunta tra il premier , i vertici del Pdl e i leghisti Roberto Calderoli e Marco Reguzzoni.

MINISTERI: ALEMANNO, STOP FIRME SOLO SE LEGA RITIRA PROPOSTA – ”La situazione dovrebbe essere accettabile, ma prima voglio leggere l’ordine del giorno e farlo leggere alla Polverini. Voglio sapere se la Lega ritira la sua proposta di legge di iniziativa popolare. Senno’ si sposta solo in avanti il problema. Da parte della Lega ci deve essere una ‘macchina indietro’ completa e definitiva”. Cosi’ il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha commentato su Radio 24 l’esito della riunione del Pdl con il premier Silvio Berlusconi, che ha concordato con la Lega un ordine del giorno parlamentare per uffici di rappresentanza operativi al Nord, senza trasferire i ministeri. ”Se (i leghisti, invece) continuano cosi’ c’e’ una cosa a cui dobbiamo reagire con la nostra petizione”, ha detto ancora Alemanno, che assieme al presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha lanciato una raccolta di firme contro l’ipotesi di spostare i ministeri.

GOVERNO: POLVERINI,DA BERLUSCONI MI ASPETTO CORAGGIO DECIDERE – Dal discorso di Berlusconi in Parlamento “mi aspetto che sulla riforma fiscale, sugli interventi a favore di imprese, lavoro e famiglia, abbia il coraggio di prendere decisioni”. Lo ha detto la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, ospite a Omnibus su La7. Il premier “faccia capire, in particolare al ministro dell’Economia – ha proseguito Polverini – che fino a oggi la politica del rigore è stata utile, ha tenuto fuori il nostro paese da difficoltà o catastrofi, ma oggi deve esserci una svolta, Maroni ha parlato di coraggio. Bisogna decidere. Ora c’é grossa attesa da parte del mondo del lavoro. Bisogna ripartire – ha concluso – e le Regioni da sole non possono farcela”.