Bersani: “Condono? Ci opporremo”; Cgil, no attacco all’art.18

ROMA – Nel giorno del nuovo tonfo di piazza Affari, le opposizioni tornano a puntare il dito contro il governo ”barca senza timoniere”, attacca Pier Luigi Bersani, che porta il paese a ballare ancora di piu’ nella tempesta finanziaria. E sembrano chiudersi gli spiragli di confronto apertisi nei giorni scorsi. Pd e Idv stroncano l’ipotesi di uno scudo-bis come ”un nuovo condono”, un favore ”agli evasori che invece – incalza Antonio Di Pietro – dovrebbero andare in galera”. Al di la’ di ricette e misure economiche, per Bersani e Di Pietro ci sarebbe un segnale politico che l’Italia dovrebbe dare per rassicurare i mercati: le dimissioni del governo. ”In Europa – e’ l’analisi del segretario Pd – se non sara’ recessione, sara’ stagnazione, ma certo non tira aria di ottimismo. E noi siamo i piu’ esposti perche’ c’e’ un problema politico”. E l’inadeguatezza del governo e’ tale che Bersani in un’intervista parla di clima ”pericoloso” che rischia di sfociare in ”ribellismi”. Poi, nel pomeriggio, mitiga l’allarme ribadendo pero’ che ”la cosa piu’ preoccupante e’ che il governo non coglie il disagio, lo sconcerto dell’opinione pubblica che puo’ provocare distacco dalle istituzioni”. In attesa dell’avvio al Senato della discussione sulla manovra, l’opposizione assiste al fiorire di ipotesi e smentite nella maggioranza per correggere il decreto. Ma alla luce delle novita’, per dirla alla Di Pietro, si rischia ”di passare dalla padella alla brace”. Uno nuovo scudo fiscale non e’ altro che ”un regalo” agli evasori fiscali che invece vanno stanati. Percio’ Di Pietro rispolvera la lista Falciani con i nomi di oltre 7 mila correntisti sospettati di evasione per risalire a chi dovrebbe pagare un’eventuale tassa sui capitali gia’ rientrati nel 2009. Cosi’ come Bersani, rilanciando la proposta Pd con un’aliquota al 20 per cento, contesta l’eventuale incostituzionalita’ della misura: ”Portero’ un elenco sterminato di casi in cui si sono introdotte deroghe al patto fiscale e al patto di cittadinanza”. In attesa che il governo trovi la quadra, anche l’opposizione prova a definire contro-proposte comuni. Bersani rilancia le idee del Pd, dubbioso sull’efficacia dell’aumento dell’Iva o del congelamento del tfr e favorevole invece ad un’imposta sui patrimoni e alla tobin tax ”anche con un’aliquota bassa” perche’ e’ giusto che paghi anche la finanza che e’ causa dello tsunami finanziario. Meno d’accordo invece il Pd sulla proposta dell’abolizione totale delle province, oggi rilanciata dal leader Udc Pier Ferdinando Casini che chiede ”un atto di serieta”’ a governo e Democratici. ”Le province vanno dimezzate ma non eliminate tutte altrimenti chi interviene in caso di frana…”, tiene il punto Bersani, su questo piu’ d’accordo con lo sfoltimento deciso nella manovra.