Bersani va all’attacco di Beppe Grillo: ‘Io figlio meccanico, non miliardario’

ROMA – “Diversamente da quello che urla, io guardo in faccia: ho guardato in faccia tre milioni di persone alle primarie, sono in mezzo alla strada, parlo con la gente”. Lo ha detto Pierluigi Bersani a Unomattina, a proposito di Beppe Grillo. “Ieri sera – ha raccontato il leader del centrosinistra – ero in birreria e ho parlato con alcuni ragazzi e gli ho chiesto: ‘Ma voi, avete mai parlato con Grillo?’. Mi hanno risposto di no. Io sono figlio di un meccanico – ha concluso – non sono un miliardario”.

“Quando parlo di scouting non intendo compravendita di parlamentari; si tratta di capire quale sarà l’atteggiamento politico dei deputati del Movimento 5 Stelle, se ragioneranno sui problemi del paese o ascolteranno un megafono”. Lo ha detto Pierluigi Bersani, intervistato a Uno Mattina, a proposito dell’atteggiamento che il Pd avrà verso il Movimento 5 Stelle dopo le elezioni.

Pierluigi Bersani invita gli esponenti del Movimento 5 Stelle a “dare un occhio alla democrazia” compresa quella interna al loro movimento. Lo ha detto lo stesso leader del centrosinistra in un’intervista a Rainews 24.

Pierluigi Bersani ha raccontato di aver avuto modo di parlare con esponenti e militanti del Movimento 5 Stelle: “a loro dico date un occhio alla democrazia, perché c’é morta la gente per difenderla; se non c’é democrazia è un guaio e lì dentro non c’é un sistema democratico”. “Dietro a Bersani c’é il Pd – ha proseguito – un mio circolo mi può chiamare, e mi possono anche cambiare”; Bersani ha quindi contestato che il problema della democrazia interna possa essere risolto in un rapporto diretto fra Grillo e la piazza: “la piazza è ambivalente. La democrazia è il confronto diretto e aver deviato da questo meccanismo, con Berlusconi che è inamovibile, ci ha portato nel baratro. Per questo voglio fare una legge sui partiti e su questo non pensiate che il Pd molli di un millimetro”.

Un eventuale governo Bersani non porrà patrimoniali sulla ricchezza mobile. Lo ha detto ad Unomattina Pierluigi Bersani. “Una patrimoniale sulla ricchezza mobile – ha spiegato – non intendo metterla semplicemente perché non si sa a chi farla pagare. Ci sono in Italia 800 persone che guadagnano più di un milione di euro: vogliamo far pagare tutto a loro? L’operazione, piuttosto – ha concluso il leader del centrosinistra – è far emergere, far tracciare la ricchezza”.

GRILLO SCALDA MOTORI PER PIAZZA S.GIOVANNI, ARRENDETEVI
PAPA NERO E PRETI CON FIGLI COSI’ NON TOCCANO QUELLI DEGLI ALTRI
E’ alle battute finali lo Tsunami tour di Beppe Grillo. Rieti e Viterbo sono infatti le ultime tappe toccate oggi dal suo camper, prima del debutto a piazza San Giovanni, oggi pomeriggio, nella capitale, quando – a 48 ore dall’apertura dei seggi – giocherà la scommessa di riempire la storica cornice delle manifestazioni più imponenti della sinistra, dei sindacati e dei concertoni del Primo Maggio. I volontari 5 Stelle stanno già lavorando al megapalco dove potrebbe anche esserci una sorpresa, chissà magari il ‘Molleggiato’ che l’altro giorno ha fatto il suo endorsement per Grillo… “Vergognatevi! Arrendetevi! E prima di andare via chiedete scusa: c’é speranza di mandarli a casa tutti, il 27 febbraio”, ha detto Grillo aprendo il comizio di Rieti davanti a cinquemila persone e riferendosi ai politici per i quali ieri aveva chiesto l’evacuazione con gli elicotteri, come gli americani in Vietnam.” La Chiesa adesso dovrà aprirsi, speriamo che venga un Papa nero e che rendano possibile ai preti sposarsi e fare dei figli, così non toccano quelli degli altri”, ha poi detto nel secondo comizio nell’alto Lazio, a Viterbo. “Passeremo da questa protesta disperata, vibrante, piena di rabbia, alla speranza”, ha promesso rilanciando il tormentone sulle tv “che inquadrano solo me per non inquadrare le piazze”. Se la prende anche con i sindacati che vuole cacciare via ma, a sorpresa, viene fermato da una voce solitaria di contestazione che, dalla piazza reatina, urla: “No, i sindacati non si tolgono!”.

“Vabbé… però si devono evolvere – indietreggia il comico genovese – i lavoratori devono partecipare agli utili delle imprese come negli Stati Uniti”. In piazza con Grillo, a Viterbo, c’é anche il trentasettenne capolista del Lazio, Massimiliano Bernini, maestro elementare a Nepi con un figlio in arrivo, precario da anni. Ha un biglietto sicuro in tasca per un posto da deputato: il suo impegno più grande sarà “per far avere più soldi alla scuola pubblica e alla ricerca e per combattere tutte le precarietà”. “So che cosa significa!”, assicura. A Bersani che ieri aveva detto di voler testare i grillini in vista di possibili convergenze su singoli temi, Grillo ha replicato: “Faremo noi un test a lui, sui loro conti correnti, su Penati, sul Montepaschi”, mal digerendo che il leader del Pd lo tacci di essere “un fascista e un populista che non si sa dove prenda i soldi”. Togliere due canali alla Rai è in cima all’agenda di Grillo: “Basta un canale, senza pubblicità e senza politica”. “Siamo la prima forza politica del Paese, senza giornali, senza tv, siamo i primi…”, assicura dal palco che i suoi militanti hanno pagato di tasca loro, così come si sono presi cura della pulizia delle piazze. Tutto con l’autofinanziamento, assicurano i giovani grillini. Altro impegno è il reddito di cittadinanza per chi rimane senza lavoro.

I soldi “per rimettere in sesto il Paese” Grillo spiega che li prenderà dal miliardo di euro che viene speso, ogni anno, per le missioni militari all’estero. “Cosa avete voi contro il Mali? – domanda Grillo – diamo supporto logistico ai francesi che bombardano il Mali, perché? La Costituzione dice che ripudiamo la guerra, allora lasciamo stare il Mali!”. E poi occorre tagliare le superpensioni di “quelli che guadagnano da 10 mila a 92 mila euro al mese”, il tetto dovrà essere di 4 mila euro. Sulla moneta unica, comunque, sarà necessario un referendum nel quale a decidere saranno “gli italiani e non i partiti”, promette Grillo chiudendo il tour nel capoluogo della Tuscia dove il suo movimento conta ormai una presenza notevole con 20 sezioni di attivisti sparsi nei 70 Comuni.