Borghi d’Italia: Finalborgo

Finalborgo è uno dei tre nuclei urbani formanti l’abitato di Finale Ligure, comune italiano in provincia di Savona. Fino al 1927 comune autonomo, fu in seguito accorpato a Finale Pia e Finale Marina per costituire l’odierno comune di Finale Ligure.

Finalborgo è un gioiello a pochi passi dal mare che incanta con la sua atmosfera d’altri tempi. Il nome deriva da Burgum Finarii, terra di confine (ad fines) ai tempi dei Romani e centro amministrativo del marchesato dei Del Carretto tra il XIV e il XVI sec. Chiuso tra mura medievali ancora ben conservate, intervallate da torri semicircolari e interrotte solo in corrispondenza delle porte, il Borgo di Finale (così detto per distinguerlo dalla Marina) offre subito al visitatore una sensazione di protezione e raccoglimento. L´antica concezione difensiva e comunitaria sopravvive nel reticolato delle vie, disposte perpendicolarmente tra loro a formare scorci affascinanti in spazi contenuti. Percorsi gli stretti vicoli, ogni piazza è una conquista e una sorpresa, in grado di esibire meraviglie nella “pietra del Finale”, l´ardesia che adorna portoni, si modella in colonne, diamanti, ornamenti.

L’origine del Borgo è stata sempre fatta risalire verso la fine del XII secolo, all’epoca del Marchese Enrico il Guercio, ma recenti importanti scoperte archeologiche sembrano retrodatare la sua fondazione di qualche secolo.

1300 ca.-1598, Finalborgo è governata, dall’alto di Castel Gavone, dalla famiglia Del Carretto, parte della medievale marca degli Aleramici, la quale lascia nella capitale del marchesato palazzi, chiese, castelli, fortificazioni e un convento dagli splendidi chiostri e dai sontuosi saloni. Le mura di cinta sono distrutte nel 1449 dai genovesi (alla cui influenza i Del Carretto cercano sempre di sottrarsi) e riedificate nel 1452.

1598-1713, è il periodo della dominazione spagnola. Il marchesato, venduto alla Spagna, diventa per tutto il Seicento un territorio strategico che permette il controllo del Nord Europa attraverso lo Stato di Milano. Gli spagnoli valorizzano l’importante punto di sbarco della Marina, realizzano nuove vie di comunicazione come la Strada Beretta (1666) e attuano una generale ristrutturazione del sistema difensivo del borgo, grazie al Forte San Giovanni (1640-44) e al rafforzamento di Castel Govone.

1713, il marchesato è ceduto a Genova e il passaggio all’antico nemico chiude la fase di prosperità vissuta sotto la Spagna. Simbolo della fine di un’epoca è la distruzione di Castel Govone da parte dei genovesi nel 1715.

1740, alla morte dell’imperatore Carlo VI, Finale è coinvolta nelle vicende della guerra di successione austriaca che vede in campo austriaci, piemontesi e inglesi contro Borboni, francesi e spagnoli.

1748, la pace di Aquisgrana pone definitivamente Finale sotto Genova e tale rimarrà formalmente sino al 1795 quando, con l’arrivo dei francesi, il marchesato viene abolito e Finale segue le sorti della Repubblica Ligure, e infine quelle dei Savoia e del Regno d’Italia.

Il monumento più importante di Borgo è la Basilica di San Biagio, sontuoso esempio di architettura barocca realizzato nel XVII secolo sulla precedente chiesa medioevale (1372), di cui conserva l’abside e l’ardito campanile tardo gotico (1463) a forma ottagonale, leggermente pendente, dalle numerose e sottili bifore su ogni lato. La facciata è rimasta incompiuta in pietra grezza mentre l’interno a tre navate colpisce per la grandiosità e la ricchezza delle decorazioni.

Da segnalare anche il Teatro Aycardi, inserito dal FAI tra i monumenti italiani da tutelare, fu la prima sala di spettacoli costruita in Liguria durante il periodo napoleonico e in quasi due secoli di vita ha ospitato drammi lirici, concerti e spettacoli di prosa.

Il piatto tradizionale del Borgo sono i ravioli di boragine che sono dei quadratini di pasta lavorata a mano, con un ripieno di erbe naturali del Finalese.

Prodotto tipico di questo incantevole paese è la testa in cassetta, un insaccato apprezzato dai gourmet per il suo gusto particolare e prodotto artigianalmente dalle macellerie locali.