Bossi: ‘Niente elezioni ma è la fine dell’Italia’

PONTE DI LEGNO (BRESCIA) – “Stiamo attenti, trattiamo se c’é qualcosa di meglio. Stiamo attenti che aumenta tutta la roba e a quel punto il governo è nei pasticci, perché passerebbe per un governo che taglia le pensioni e aumenta i prezzi”. Così Umberto Bossi, conversando nella notte con i giornalisti all’hotel Mirella di Ponte di Legno, ha valutato l’ipotesi di un aumento dell’Iva nella manovra anticrisi. “Non so se quella roba lì serve a rilanciare l’economia – ha aggiunto il segretario della Lega – ne parleremo meglio con Tremonti quando lo vedo”.

Il ministro per le Riforme e’ intervenuto anche sul ruolo di Tremonti affermando che chi scrive che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, salterà a settembre, “é miope”. “Non hai capito niente – ha replicato al cronista il segretario della Lega Nord – Tremonti non salta”. E a chi gli faceva notare che lui stesso aveva definito “fumoso” l’intervento di Tremonti davanti alle commissioni parlamentari la scorsa settimana, Bossi ha spiegato: “Non avevo capito, io non avrei fatto quella riunione per far passerella e far fare bella figura alla sinistra, perché non avevamo ancora deciso le cose. Fossi stato Tremonti – ha concluso – avrei detto che non potevo andare e di spostarla”.

Bossi, inoltre, ha fornito un’interpretazione della crisi che ha colpito il Paese affermando che “é stato un segnale inequivocabile: è arrivata la fine dell’Italia, questa è la verità “. Bossi ha ricordato che “se Tremonti non vende i titoli di Stato non riesce a pagare pensioni e sanità “, insomma “siamo al dunque, bisognava fare un po’ di tagli altrimenti l’Europa stavolta ci uccideva”.

Il ministro, poi ha escluso il ricorso anticipato alle urne: “non stiamo pensando a quelle cose lì, se dicessi qualcosa per 15 giorni tutti parlerebbero di elezioni e spaventerebbero la gente”. Incalzato sul tema, il segretario della Lega Nord si è limitato a concedere che “noi andiamo alle elezioni quando gli alleati sono d’accordo”, facendo indirettamente riferimento alle parole del premier Silvio Berlusconi che ha assicurato il traguardo naturale del 2013. Quanto ad un eventuale allargamento della maggioranza, magari all’Udc di Pier Ferdinando Casini, Bossi è stato vago. “Non so niente – ha risposto – comunque io non traffico mai né con l’uno né con l’altro. L’altra volta la presenza di Casini, Buttiglione e Follini è stata disastrosa”. Bossi si è mostrato sicuro del ruolo che la Lega continuerà a giocare nel panorama politico nazionale. “E’ la Lega che decide gli equilibri – ha ribadito un concetto a lui molto caro -: tutti sanno che avere la Lega dalla loro parte è determinante”.

Quanto agli equilibri all’interno del Parlmento e a un possibile riavvicinamento fra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, il leader del Carroccio ha sottolineato che “fino a che c’era Fini era più facile governare”, secondo Umberto Bossi ma “quando si ha bisogno ci si regge con quello che si può trovare: meglio Scilipoti che quella scienziata, la Montalcini”.

Infine, Bossi dice di non aver ancora capito che cosa voglia il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a proposito della manovra. “Bersani non ho capito cosa vuole, lo capirò quando gli parlerò a Roma, se lo vedo gli parlo”. Ma Bersani le sta simpatico? “No – ha riso Bossi – sono io che sto simpatico a lui”. Il ministro delle Riforme ha anche rivelato di aver scherzosamente fatto i complimenti al leader Pd, dopo la lettera della Bce all’Italia: “‘Bravo, bella lettera’”, gli ho detto, perché mica veniva dall’Europa quella lettera lì, l’hanno scritta gli italiani, parlava di cose come le province, che l’Europa non conosce”.