Botte a alunno autistico, sevizie in un video

FF34BAA0F01E86F4BC5531EAC5BD21C’è prima una botta in testa con un righello di plastica. Poi una sberla, senza ragione, quindi altre violenze, senza un minimo di umanità, perche’ davanti c’è un 15enne autistico, che non può fermare le sevizie e non parla. Si capisce solo che ha paura. Non contente, le protagoniste di tanta cattiveria, due “maestre” di una scuola media del vicentino, si lasciano andare a pesanti offese verso l’alunno che dovrebbero aiutare: “maiale”, “animale”, “ti spacco la testa!”.
L’orrore non ha limiti nel filmato shock che condensa le lunghe ore di registrazione video con cui i Carabinieri di Vicenza l’otto aprile scorso hanno chiuso le indagini e fatto scattare le manette ai polsi di Maria Pia Piron, 59 anni, insegnante di sostegno, e Oriana Montesin, 55 anni, presunta ‘assistente sociale’, disconosciuta dallo stesso Ordine nazionale degli Assistenti: “la signora Oriana Montesin qualificata come assistente sociale – precisa l’Ordine – non risulta iscritta all’albo professionale degli Assistenti Sociali”. Per loro il Pm Barbara De Munari, che coordina l’inchiesta, ha già chiesto il rinvio a giudizio immediato. Vale più che mai la presunzione di innocenza. Tuttavia è difficile, guardando le immagini del video dei Carabinieri, pensare che vi possa essere una qualche spiegazione di fronte a tanta bestialità. Erano stati gli investigatori da subito a definire “insopportabili” quelle immagini.

Dopo i primi sospetti dei familiari, i militari dell’Arma aveva ottenuto l’autorizzazione a piazzare una telecamera nascosta nella stanza dove il ragazzo autistico faceva lezione assistito dalle due donne. Per cinque giorni, dal 3 aprile 2013, hanno registrato il calvario del povero alunno: lo si vede seduto ad una scrivania, con davanti un quaderno ed in mano un pennarello, quando l”assistente’ si avvicina e lo strattona, prendendolo alle orecchie. La stessa donna si siede, si rialza, e stavolta ha in mano un righello, con il quale percuote il 15enne, al capo e al volto. Scene simili si ripetono piu’ volte. Quando una delle due si avvicina, il giovane istintivamente si porta le mani al volto, per difendersi. Allora le donne lo umiliano, lo insultano: “manda giù la saliva”, “tiene chiusa quella bocca”, urla una delle due. “E’ così che ti abbiamo insegnato?” incalza l’altra, “maiale!”.

Altre volte sono calci, sferrati al disabile appena entrato in classe, oppure sevizie, con una bacchetta, o una forbice, ed angherie di ogni tipo. La liberazione dall’incubo arriva per il 15enne l’otto aprile scorso, verso le 10 e 30. I Carabinieri non ce la fanno più ad assistere a quello spettacolo. Entrano nella scuola media, vanno diretti nella stanzetta degli orrori e pongono fine alle violenze delle insegnanti. Delle due donne solo una è ancora in carcere, l’assistente Oriana Montesin. Piron ha invece ottenuto i domiciliari pochi giorni fa, dopo aver scritto al giudice che intende sottoporsi ad un trattamento terapeutico ed aver versato una prima somma di diecimila euro come risarcimento alla famiglia del ragazzo autistico. Una strada che pare voglia seguire anche l’altra indagata.