Brindisi, altri video dell’attentatore

(dell’inviata Luisa Amenduni) – BRINDISI – Ci sarebbero altre immagini riprese da telecamere di altri negozi del quartiere che potrebbero inchiodare chi il 19 maggio scorso, alle 7.45, ha compiuto l’attentato davanti all’istituto professionale ‘Morvillo Falcone’ di Brindisi, uccidendo una studentessa di 16 anni, Melissa Bassi, e ferendo altre cinque ragazze. Nelle immagini si vedrebbe la stessa persona che è stata ripresa dalle telecamere del chiosco di fronte alla scuola, mentre aziona il telecomando, che si aggira nelle strade del quartiere poco prima dell’attentato. La notizia non è stata confermata dagli investigatori ma è stata riferita dal preside della scuola ‘Morvillo Falcone’, Angelo Rampino, ai giornalisti. “Io le immagini non le ho viste – chiarisce il preside – ma mi è stato riferito che si vedrebbe l’uomo girare nella zona, prima dell’attentato. Lui era solo e si aggirava a piedi”. Secondo il preside, ci sono anche immagini dell’attentatore riprese “forse nella via di fuga dopo l’esplosione”. Dunque, è la conclusione del preside, il killer “ha i giorni contati perché – ha detto – stanno elaborando le immagini, quindi si vedrà chi è stato e verrà preso”. Una fiducia, quella del preside, che trova eco nelle parole del presidente del consiglio, Mario Monti, il quale, concludendo il Forum dei giovani a Roma, ha sottolineato che “colpire un bersaglio innocente, una ragazza che stava andando a scuola, è un gesto vile e un segnale di allarme che non può essere e non sarà sottovalutato”. “Lo Stato – ha aggiunto – è arrivato immediatamente sul territorio per assicurare che i responsabili saranno puniti e confortare i familiari”. Alle parole del preside, gli investigatori non replicano nè per confermare nè per smentire, continuando a lavorare a testa bassa. Anche oggi sono state fatte rilevazioni planimetrali per la posizione dei reperti nell’area davanti alla scuola. Vengono ascoltati gli studenti, i docenti, i collaboratori, tutte le persone che hanno avuto contatti con l’istituto professionale.

“Ma – è convinto il preside – l’attentato non è una vendetta nei confronti della scuola”. Ipotesi, questa, che gli investigatori invece continuano a non escludere. “Non ci sono state persone nei giorni e nelle settimane precedenti l’attentato – ha detto – che hanno fatto minacce all’interno della scuola”. Il procuratore di Lecce Cataldo Motta, titolare delle indagini, ha invece smentito che vi sia “una pista internazionale”. Così come “é completamente falso che il detonatore sia di fabbricazione romena”. Nell’istituto professionale ‘Morvillo Falcone’ oggi intanto sono riprese regolarmente le lezioni, con l’aiuto di psicologi inviati anche dal ministero. E le presenze nelle classi stanno aumentando. Il preside sta incontrando tutti i genitori degli alunni, in primis quelli delle ragazze ferite: oggi ha visto i genitori di Sabrina, una delle ragazze ricoverate nell’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi. Doriana Santoro e Marcello Ribezzi, uscendo dalla scuola dove avevano incontrato il preside, hanno detto che “Sabrina non ricorda niente. E’ scesa dall’autobus ed ha fatto un volo dall’altra parte della strada”. “Voglio sapere perché”, ripete il papà della sedicenne. “Non ho parole. Non le trovo”, ha detto mamma Doriana. Sui loro volti lo sgomento di chi vive un incubo che non ha spiegazioni. I ragazzi dell’istituto Morvillo Falcone intanto stanno preparando cartelloni e striscioni per la manifestazione nazionale promossa per dopodomani a Brindisi. A una settimana dall’attentato vogliono dire la loro e ripetere che non hanno paura, ma che vogliono l’arresto dei responsabili di questa atrocità. Lo dicono in modo pacato ma deciso. Sono responsabili i giovani di Brindisi: lo hanno dimostrato in più occasioni in questi giorni. Lo ricorda anche il ministro della Ricerca Francesco Profumo durante una manifestazione tenuta a Savona: “Bisogna credere nei giovani. A Brindisi – ha detto – c’é stato grande senso di responsabilità da parte di tutti gli addetti ai lavori tanto che la stessa scuola è già agibile”.

A Brindisi si chiude un’altra giornata fatta di ‘perche” mentre un aereo di Stato accompagna Veronica, la più grave tra le ragazze ferite, dall’ospedale di Lecce in quello di Pisa dove avrà assistenza contemporanea sia per quanto riguarda le prestazioni chirurgiche toraciche sia per le ustioni. E’ per lei tutto il tifo, è per lei e per le altre ragazze ferite che studenti e professori della ‘Morvillo Falcone’ hanno i pensieri più dolci. E poi c’é un’altra persona che è nel cuore di tutti: la mamma di Melissa. La signora Rita è ancora ricoverata nell’ospedale di Mesagne dopo essere stata colta da malore nell’apprendere la notizia della morte della sua unica figlia ma le sue condizioni stanno leggermente migliorando: la sua medicina oggi sono state le carezze delle amiche di classe di Melissa che sono andate ad abbracciarla.

‘FALCONE E’ MORTO, MELISSA ANCHE’, MINACCE A LICEO ROMA
SMS A PRESIDE ANNUNCIA BOMBA, E’ FALSO ALLARME. SI CERCA MITOMANE
Difficile che la mafia mandi sms e si autodefinisca “mafia” in un messaggio in cui si minaccia di far esplodere una bomba in una scuola. Ma considerando il clima dopo l’attentato di Brindisi, l’allarme della preside che ieri sera ha ricevuto l’avvertimento sul proprio cellulare ha portato la polizia al liceo romano Lucrezio Caro. Durante l’ispezione notturna non è uscito fuori nulla di strano, a parte della colla nella serratura di un cancello di ingresso, e le lezioni oggi si sono svolte regolarmente. Sull’episodio indaga la Digos, e ora è caccia al mitomane. “Falcone vent’anni fa è morto, Melissa ha fatto la stessa fine, la mafia non si limiterà a una bombola di gas. Domani al Lucrezio Caro parecchi ragazzi moriranno. Bomba”. Questo il testo dell’sms arrivato alla dirigente del liceo classico e linguistico, Anna Rita Tamponi. La polizia, subito avvisata, ha accertato che il messaggio era stato inviato intorno alle 21 da una cabina telefonica in zona Boccea, nella parte nord di Roma come il Lucrezio Caro, ma più in periferia. L’ispezione degli agenti nella scuola ha dato esito negativo. La preside ha riunito stamani tutti gli studenti in cortile per leggergli l’sms. Quasi tutti hanno deciso di entrare comunque nelle aule. “E’ l’atto di qualche burlone, uno scherzo macabro, quindi non è un episodio di cui preoccuparsi particolarmente – ha detto la preside -. Ma è certamente grave che si scherzi su una vicenda come quella di Brindisi e si mettano in mezzo episodi seri, tragici e importanti”.

Tamponi ha rassicurato studenti e genitori anche con un comunicato sul sito della scuola. “Il Liceo Lucrezio Caro reagisce con assoluta fermezza e serenità alle intimidazioni e ai tentativi di destabilizzazione della scuola in un momento delicato della società – si legge nella nota -. La scuola, in ogni sua componente, crede nei valori della formazione e della cultura come uniche vere armi contro la paura”. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha espresso solidarietà alla preside e agli studenti, definendo “il messaggio intimidatorio”, “un gesto sconsiderato e pericoloso”. “Davanti ad atti incoscienti e deplorevoli come questo – ha aggiunto in una nota – tutte le istituzioni devono mostrare fermezza e unità. Mi auguro che gli organi preposti possano risalire al più presto all’autore dell’sms”. Solidarietà anche dal presidente della provincia Nicola Zingaretti, che ha sollecitato la vicinanza delle istituzioni e della comunità. Il vice presidente dell’Associazione nazionale presidi Mario Rusconi si è augurato che si tratti di un mitomane o “di uno scherzo di cattivo gusto” e ha chiesto una maggiore sorveglianza nelle scuole da parte dello stesso personale.