Buste con proiettili a Severino e Alemanno

ROMA – Due distinte buste contenenti proiettili, pronte ad essere recapitate per intimidire due ‘bersagli’ eccellenti: il ministro della Giustizia, Paola Severino, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Tornano gli avvertimenti di piombo a Roma, stavolta intercettati dalla polizia nel corso dei controlli anti terrorismo intensificati dopo i pacchi bomba degli anarcoinsurrezionalisti nei giorni scorsi, recapitati a Francoforte e a Roma nella sede di Equitalia (mentre oggi un altro è arrivato all’ambasciata greca a Parigi).

Il premier Mario Monti ha espresso sconcerto e preoccupazione per l’episodio. “Minacce e intimidazioni rappresentano strategie di altre epoche che non possono e non devono tornare. Atti come questi devono essere fermamente condannati”, ha affermato Monti.

Sulle lettere minatorie la procura della Capitale ha aperto un fascicolo, ipotizzando il reato di minaccia grave. In ognuna delle due buste, intercettate dagli artificieri della questura durante alcuni controlli nell’ufficio della poste in via Marmorata, sono stati trovati due proiettili calibro 40.

La busta indirizzata al ministro della Giustizia Paola Severino é rivendicata da tre sigle: Fai (Federazione Anarchica Informale), Fac (Federazione Anticapitalista) e Br corredata con una stella a cinque punte. Non sarebbero però stati trovati altri messaggi.

Ma all’interno di quella indirizzata alla segreteria del Sindaco Alemanno c’é anche un messaggio minatorio che porta la firma del Nucleo Galesi per i Pac (Proletari Armati per il Comunismo). “Due gli Antonini da poter gambizzare purtroppo Vittorio aveva altro da fare. Con te useremo questi per equità”: si legge nella lettera, che è ora al vaglio degli uomini della Digos. “Non ci faremo intimidire da queste minacce e continueremo la nostra opera per Roma capitale”, ha commentato Alemanno, aggiungendo che “episodi così fanno riflettere: la polemica politica va tenuta dentro i giusti toni senza demonizzare l’avversario”. Il possibile riferimento è a due persone dallo stesso cognome: uno è Gianluca Antonini, il vice presidente dell’associazione di estrema destra CasaPound Italia gambizzato da ignoti in strada a Roma nell’aprile scorso.

L’altro è Vittorio Antonini, l’ex brigatista rosso che sta scontando una pena per reati commessi durante la sua militanza politica e che collabora adesso con l’associazione per i detenuti ‘Papillion’. “Quando sei stato gambizzato sei sempre preoccupato. Da un lato mi viene da sorridere, dall’altro mi pare si stia perdendo la bussola”, ha detto Gianluca Antonini, il vice presidente di CasaPound Italia. Per l’ex-brigatista rosso, Vittorio Antonini, invece, “questa lettera o è frutto di una provocazione di cui non capisco i termini o è opera di un gruppo di ubriaconi”. Parole di solidarietà al ministro Severino e ad Alemanno sono arrivate da tutto il mondo politico e dalle istituzioni, tra cui i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini.