Cade Cessna a Roma, morti i due a bordo

(di Domenico Palesse) – Prima lo schianto, poi l’esplosione. Le fiamme hanno avvolto l’aereo in pochi secondi, senza lasciar loro scampo. Per Antonio Savoldi ed Alfred Segariol non c’é stato niente da fare, sono morti carbonizzati mentre provavano disperatamente ad evitare la tragedia, cercando probabilmente una zona dove poter effettuare un atterraggio di emergenza tra i campi che circondano via di Fioranello, una lingua d’asfalto tra prati e collinette alla periferia di Roma, a due passi dall’ aeroporto di Ciampino. E’ l’ora di pranzo quando il Cessna perde quota, si avvita su se stesso e piomba su una delle tante officine che sorgono in quella zona della Capitale. I testimoni assistono inermi alla tragedia. Vedono l’ultraleggero precipitare davanti ai loro occhi, mentre nell’officina i proprietari e gli operai si preparano per il pranzo. Lo schianto è assordante, le fiamme altissime, “come un palazzo” raccontano i testimoni. Una colonna di fumo, densa e nera, oscura il cielo.

Nessuno nel deposito riporta ferite o contusioni: solo una vistosa fasciatura copre la mano di uno dei due proprietari, ancora visibilmente sotto choc. Antonio, 39enne bresciano, ed Alfred, originario di Trieste, erano partiti questa mattina, alle 9.14 da Montichiari, vicino Brescia, in direzione della Capitale. Il loro doveva essere uno dei tanti voli ai quali erano abituati ormai da tempo. Avrebbero dovuto scattare fotorilievi da fornire a Google Maps. La vicenda – ha fatto sapere Google Italia – “non ha nulla a che vedere con Google”. Qualcosa in fase di atterraggio però è andato storto. Alcuni testimoni raccontano di aver visto il velivolo effettuare un paio di manovre sui campi vicino Ciampino, esattamente dalla parte opposta dall’aeroporto dell’Urbe, dove sarebbe dovuto atterrare.

“Ho avuto la sensazione che fosse finita la benzina – racconta un testimone -. Sembrava come se improvvisamente il motore si fosse spento. Poi l’aereo si è avvitato su se stesso ed è precipitato”. Ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente non sarà semplice per gli uomini della scientifica che non potranno contare sull’ausilio della scatola nera, assente su questo tipo di aerei. Qualche polemica in giornata è nata per il presunto ritardo dell’arrivo dei vigili del fuoco sul posto. “I primi ad arrivare – racconta un operaio – sono stati gli uomini della protezione civile, poi numerose volanti della polizia e solo dopo mezz’ora sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, quando qui bruciava già tutto”. “Io ed il proprietario – continua – abbiamo cercato di avvicinarci all’aereo prima che esplodesse per cercare di salvare i due piloti all’interno, anche se sembravano già morti. Poi siamo dovuti scappare”.

Dopo qualche ora l’incendio è stato domato, grazie anche alla collaborazione della Protezione Civile, mentre dalla collinetta un gruppo di residenti della zona continuano a parlare di quanto accaduto. “Quell’aereo poteva schiantarsi su una delle nostre case”, dicono preoccupati. Nell’officina non restano altro che lamiere incenerite e detriti sparsi ovunque. In via di Fioranello gli amici si stringono ai proprietari dell’officina, Massimo e Ferdinando, dopo il pericolo scampato. A Brescia si piangono Alfred ed Antonio, amici e colleghi che non ci sono più.