Calcioscommesse: Coinvolti giocatori e societa’ di serie A

CREMONA – Il giro è molto più grosso di quello scoperto finora. E chiama in causa giocatori, società ed arbitri: anche di serie A. Dalle carte dell’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse emerge un nuovo tassello del puzzle che gli inquirenti stanno faticosamente tentando di comporre. Ed è l’ennesimo pezzo che chiama in causa la A.

A fornirlo è un rapporto della Mobile di Bologna di ottobre, in cui è riassunto il racconto di una “fonte confidenziale di assoluta affidabilità, particolarmente addentrata nel mondo delle scommesse sportive lecite e del gioco d’azzardo”. Cosa dice la fonte? Questo: “il fenomeno delle partite truccate sarebbe ben più ampio di quello emerso dalle indagini condotte dalla procura di Cremona e vedrebbe coinvolti giocatori, società ed arbitri sia nella serie A che in quelle minori”. Per 3/4 del campionato “possono esserci accordi tra giocatori per ‘aggiustare’ i risultati”, ma questi “non offrono garanzie assolute”.

Diverso è il discorso quando si avvicina la fine del campionato e i giochi sono ormai quasi fatti. A quel punto, rivela la fonte, “entrano invece in gioco le società, i cui dirigenti concordano gli esiti delle partite: l’esito dell’incontro è praticamente sempre quello concordato, fatto che induce a ritenere che le società riescano in qualche modo a pilotare il comportamento dei propri giocatori e della terna arbitrale”. Il racconto dell’uomo è lungo e dettagliato: “nel mondo degli scommettitori – è scritto nel verbale – vi sono soggetti che hanno stretti rapporti con le società o con singoli giocatori, i quali riescono a sapere con congruo anticipo quando una partita risulta ‘truccata’ e dunque sono in grado di effettuare scommesse anche importanti in termini economici su tali aventi”.

Tra le migliaia di pagine degli atti dell’inchiesta emergono poi i nomi di altri due giocatori importanti di serie A, oltre a quello di Cristiano Doni. C’é quello di Gennaro Gattuso, dopo che il pentito Wilson Perumal aveva parlato di un suo inesistente fratello. Stavolta a nominarlo è l’altro pentito, il tedesco Marjio Cvrtak. Dopo aver sentito Perumal gli investigatori gli chiedono se conosce “parenti di Gattuso” coinvolti nella manipolazione delle partite. E lui risponde.

“Io non conosco nessun giocatore italiano che è coinvolto in partite manipolate. Io so soltanto che lo zio di Gattuso ha un ristorante nelle vicinanze del campo dell’Ac Milan a Milanello, dove ho mangiato più volte… L’allora autista del pullman dell’Ac Milano mi ha portato lì…Io lì non ho scommesso. Non ho sentito che lì si scommetteva. In questo ristorante sono stato l’ultima volta nel 2008 circa. Quando ci è stato l’ incontro Milan-Bayern sono stato la prima volta in questo locale”. Dagli accertamenti svolti non risulterebbe un ristorante di proprietà dello zio di Ringhio nei pressi di Milanello, ma la circostanza che sia Perumal sia il tedesco parlano di qualcuno dell’entourage del centrocampista, non viene tralasciata. E c’é anche l’interista Schneider nelle carte, anche se leggendo il tabellino della partita in questione è probabile che chi fa il suo nome si sbagli e scambi Schneider con Stankovic.

A citarlo sono Zoltan Kenesei – un ex giocatore ungherese arrestato dalle autorità di quel paese per aver combinato diverse partite in contatto con il singaporiano Eng Tan Seet – e tale Matyas Lazar, uomo che spesso è in Italia. La telefonata è del 9 aprile 2011 alle 20.09, il giorno di Inter-Chievo, finita 2-0 per i nerazzurri e Lazar è nel nostro paese. Dice “Hanno mandato il messaggio che la cosa non si fa”. “E perché – risponde l’altro – potrebbero averlo saputo?”. “Non lo sappiamo ancora, ci hanno mandato un messaggio durante la partita. Vedremo, adesso torniamo alla banca di Como, perché abbiamo un incontro lì”. Poi Kenesei chiede se sono stati “insieme alla partita” e Lazar risponde di no.

“Ci siamo visti questa mattina. Ci siamo salutati e torneremo lì per sapere cosa sta succedendo”. I due poi parlano della partita. “A fine primo tempo: 1,9 da meno 0,5” dice Kenesei. E Lazar: “si vedeva che l’Inter era fottuta. I giocatori erano letargici e un po’ stanchi. Sono stati vicini al goal per due volte nel primo tempo… Schneider è stato sostituito da…era meglio”. In realtà, all’inizio del secondo tempo è l’olandese che prende il posto di Stankovic. Una settimana dopo, tornato in Ungheria, con un altro interlocutore, Lazar sottolinea che “la questione italiana è difficile, dobbiamo andare lì dieci volte per realizzarne uno” e quattro giorni prima, ad un altro interlocutore: “lui pensava che la partita di Palermo fosse truccata”.