Caldo, arriva la settimana piu’ bollente

Firenze ha raggiunto i 40 gradi, ma da oggi li superera’ e a farle compagnia anche Bologna e Ferrara, Rieti, Terni. Roma raggiungera’ i 39. Alte temperature anche in Veneto, Emilia Romagna e in tutto il Centro Sud. Quella che comincia oggi sara’ la settimana più calda dell’estate, con l’arrivo della settima ondata di calore consecutiva proveniente dal Nord Africa sull’Italia. Sul Mediterraneo si sta abbattendo una vera ‘Tempesta di Caldo’, in gergo tecnico Hot-Storm: l’anticiclone subtropicale Caligola lascia il posto a ‘Lucifero’, ultimo e più forte di quest’estate infinita.

Il caldo di questa estate è senza dubbio eccezionale, ma non abbastanza da battere il record dell’estate 2003. “Quell’anno in ciascuno dei quattro mesi compresi fra maggio ed agosto si sono registrate le temperature più calde dal 1800 ad oggi”, spiega Michele Brunetti, dell’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Se la classifica potrà cambiare si saprà soltanto ai primi di settembre, quando saranno disponibili tutti i dati di agosto. Per il momento si può dire, secondo l’esperto, che “il caldo dell’estate 2003 era stato molto più persistente: quella situazione eccezionale si era protratta per mesi”. Vale a dire che anche i singoli mesi di maggio, giugno e luglio erano stati i più caldi in assoluto mai registrati negli ultimi due secoli, mentre lo stesso periodo del 2012 non può vantare lo stesso primato. “Nell’estate in corso abbiamo avuto appena due mesi e mezzo di caldo penetrante, dovuto essenzialmente all’arrivo di anticicloni dall’Africa verso l’Italia”, ha detto ancora l’esperto. “Quella attuale è una situazione abbastanza lontana rispetto a quella dell’estate 2003, quando il caldo si estese dal Mediterraneo al Nord Europa”.

IN MONTAGNA PERICOLO SU GHIACCIAI E PER CADUTA SASSI – Almeno fino a metà settimana il caldo non lascerà la Valle d’Aosta, con temperature massime fino a 36 gradi e lo zero termico che si manterrà a 4.800 metri all’aria (5.500 metri al suolo). Tale situazione provoca un deterioramento delle condizioni in alta quota, come sottolineato dalla Fondazione Montagna Sicura (che studia i fenomeni e le problematiche concernenti la sicurezza, il soccorso e la vita in montagna). Sulle Alpi occidentali “in generale è tutto molto secco, si segnala qualche caduta di sassi, le terminali ed i ghiacciai sono più aperti e si presentano alcuni passaggi delicati dove esce ghiaccio”. Pertanto per gli alpinisti è “indispensabile rispettare gli orari e saper rinunciare in caso di condizioni mediocri”. In questi giorni sono molto frequentati tutti gli itinerari classici nella zona del Monte Rosa e dei Breithorn, dove le condizioni sono ancora accettabili, anche se occorre fare attenzione ai ponti di neve sui crepacci. Nella zona del Monte Bianco sono state registrate frane sotto la cresta di Brouillard, che risulta molto secca come la cresta dell’Innominata. Alle Grandes Jorasses la via normale è piuttosto crepacciata ma si riesce ancora a passare e sono segnalate creste molto secche come quella di Tronchey.