Cancellieri: escalation, c’e’ un clima pessimo

“Per i tanti segnali di forte inquietudine che mi arrivano posso dire che non mi aspetto un anno tranquillo”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, in un’intervista a Repubblica, nella quale sottolinea che la sua preoccupazione va dai pacchi bomba a Equitalia, alla protesta per Finmeccanica, alla Tav e agli episodi di cronaca come la rapina finita male a Roma che ha portato alla morte di un uomo cinese e della sua bambina di pochi mesi. “Purtroppo c’é un uso troppo facile delle armi – aggiunge il ministro – ci sono armi ovunque”, e sul caso del duplice delitto a Tor Pignattara fa sapere che “dal ministro fino all’ ultimo agente siamo impegnati e faremo di tutto per prendere quegli assassini”. Il ministro rassicura sulla necessità di reperire fondi per la sicurezza, “le risorse le troveremo – afferma – Qui serve un salto culturale e di sicuro serve più intelligence. Ma deve essere chiaro che un’azione di sola polizia non basta, ci vuole anche uno stretto raccordo con la magistratura, unità d’intenti e forte impegno sociale”. Quanto alle perquisizioni senza il via libera del giudice, Cancellieri assicura che “non sarà una pratica generalizzata ma per le situazioni di grave emergenza”.

di Lorenzo Attianese
Padre e figlia uccisi, la borsa sottratta, ma neanche un soldo portato via. E’ mistero sul ritrovamento dell’elemento chiave che si spera possa portare ad una svolta sulla vicenda della rapina di due giorni fa a Roma, dove un cittadino cinese di 31 anni, Zhouh Zeng, e sua figlia di 9 mesi sono stati uccisi. La borsa sottratta la sera dell’ omicidio, davanti al portone di casa della famiglia aggredita, è stata ritrovata dai carabinieri. All’interno ci sono circa diecimila euro e gli effetti personali delle vittime, compreso un cellulare. Il ritrovamento apre nuovi scenari e interrogativi per gli investigatori, che indagano a 360 gradi. L’ipotesi quasi esclusivamente accreditata resta quella di una rapina finita male, ma ancora non si esclude del tutto qualsiasi altro movente. Grazie al telefonino nella borsa, i militari del Nucleo Investigativo e dei Ros sono riusciti ad ‘agganciare’ la cella recuperando l’oggetto sistemato in un luogo dove non era ben visibile, non lontana dal luogo del duplice omicidio.

Ora l’interrogativo principale è capire perché i rapinatori hanno sistemato la borsa in quel posto senza portare via i soldi. La donna, Zengh Lia, che è in stato di choc in ospedale e assistita dagli psicologi, in un primo momento aveva detto che la borsa era vuota e non conteneva soldi. In queste ore la borsa e gli altri oggetti trovati sono sotto la lente di ingrandimento dei Ris e saranno rilevate e comparate eventuali impronte interessanti. I carabinieri, che già dalle prime ore dopo l’episodio avevano anche effettuato un sopralluogo a casa della vittima, stanno lavorando nel più stretto riserbo. Non sembra scontato, tuttavia, che gli assassini fossero italiani: l’unica testimonianza al riguardo è quella della moglie della vittima, che ha attribuito il fatto a “due italiani”. Gli altri testimoni ascoltati dagli investigatori non hanno saputo fornire indicazioni al riguardo. In questo contesto viene attentamente ricostruita anche la personalità di Zhou Zheng, con l’obiettivo di escludere possibili moventi del duplice delitto diversi dalla rapina.

Nel pomeriggio le voci sul ritrovamento dell’arma del delitto, una pistola calibro 7,65, rinvenuta all’interno di una clinica a Roma dove vengono ricoverati i detenuti, avevano fatto pensare ad un’ulteriore svolta. Ma la notizia è stata categoricamente smentita. Per tutto il giorno, inoltre, sono proseguiti controlli a tappeto in tutta la città di Roma, da parte delle forze dell’ordine. Sono scesi in campo anche i primi 130 uomini delle forze dell’ordine dei 400 previsti dal terzo Patto per Roma Sicura, secondo quanto previsto dal vertice che si è svolto ieri al Viminale. Il quartiere di Torpignattara è ancora sconvolto. In via Giovannoli, luogo della rapina, da ieri sera si sono accumulati tantissimi mazzi di fiori, lumini e bigliettini. Tanti abitanti, soprattutto stranieri, sostano davanti alla casa delle vittime rivolgendo una preghiera per loro. “Sono sicuro che da lassù quell’angioletto darà la forza a tutti di superare questo atroce dolore”, recita un bigliettino lasciato davanti al bar gestito dalla famiglia cinese che fa angolo con via Casilina. “Con tanto dolore per Joy e per il suo papà”, si legge su un altro allegato ad un mazzo di fiori.