C’e’ norma pro Fininvest. E’ bufera sulla manovra

Conferenza stampa congiunta, oggi a via XX Settembre, per illustrare i contenuti della manovra economica. Parteciperanno i ministri Tremonti, Brunetta, Calderoli, Romani e Sacconi. Ieri giornata convulsa, col testo sottoposto a continue limature: confermato lo stop alla rivalutazione delle pensioni cinque volte superiori alla minima, stipendi degli statali congelati e blocco del turnover nella pubblica amministrazione. Nella sanità nuovi ticket dal 2014, e pare confermato il ticket da 10 euro su specialistica e diagnostica a partire dal 2012. Ed è giallo sul taglio agli incentivi per le energie rinnovabili.

NAPOLITANO, SAPRETE DECISIONI AL MOMENTO GIUSTO – “Quando sarà il momento conoscerete le nostre determinazioni riguardo alla Manovra economica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondendo ad una domanda dei giornalisti a palazzo Giustiniani a margine del convegno sull’inizio della presidenza polacca dell’Ue.

VIETTI, A RISCHIO PRINCIPIO EGUAGLIANZA – La norma cosiddetta ‘salva-Fininvest’ contenuta nella manovra economica approvata dal governo potrebbe avere l’effetto di “violare il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”. E’ il parere del vicepresidente del Csm Michele Vietti, espresso oggi a margine di un convegno. “Non entro nel dettaglio di una norma non ancora presentata in Parlamento – dice Vietti – ma voglio solo rilevare che il principio dell’esecutività delle sentenze di secondo grado è un principio generale che vigeva già prima che diventassero provvisoriamente esecutive le sentenze di primo grado. Modificare questo principio significherebbe rischiare di stravolgere il sistema giudiziario e credo che convenga non farlo per non violare il principio di eguaglianza fra i cittadini di fronte alla legge”. Su una “idonea cauzione” al posto dei risarcimenti in attesa della decisione finale della Cassazione, come previsto dal testo della norma ora all’esame del Quirinale, Vietti sostiene che “si creerebbe disparità nel caso passasse questo principio tra chi è in grado di pagare questa cauzione e chi non ha abbastanza soldi per farlo”.

CERCHIAI, DA AUMENTO TASSE RISCHIO VICOLO CIECO – L’obiettivo fissato dal Governo di un deficit “vicino al pareggio” nel 2014 è “condivisibile”, ma per raggiungerlo, “non servono manovre di politica economica caratterizzate da ulteriori aumenti di tassazione a carico di imprese e famiglie”. Lo sottolinea il presidente dell’Ania Fabio Cerchiai nella relazione all’Assemblea annuale dell’associazione. Queste misure, secondo Cerchiai, “sarebbero controproducenti. Ci condurrebbero in un vicolo cieco, in fondo al quale troveremmo contrazione dei consumi e tensioni sul mercato del lavoro”.

SPUNTA NORMA SALVA-FININVEST. E’ BUFERA SULLA MANOVRA
di Anna Laura Bussa

Nella Manovra messa a punto dal governo ‘spunta’ una norma che di fatto consentirebbe a Silvio Berlusconi di non pagare i 750 milioni di euro che deve alla Cir di De Benedetti, secondo quanto prevede la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano sul lodo Mondadori. E, immediata, scoppia la polemica politica. Secondo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani se la misura non venisse cancellata dal testo sarebbe “un insulto al Parlamento”. Mentre per il leader dell’Idv Antonio Di Pietro si tratta di una norma “incostituzionale e criminogena”. Tranchant anche il giudizio dell’Anm :”Se dovesse essere confermata – dice il presidente Luca Palamara – si tratterebbe di una norma che nulla ha a che vedere con il tema dell’efficienza del processo civile, che determinerebbe un’iniqua disparità di trattamento, e che sarebbe, quindi, incostituzionale”. Pochi giorni prima che la Corte d’Appello di Milano si pronunci sulla vicenda (la sentenza di secondo grado è prevista per il fine settimana), il governo introduce all’ultimo momento una norma che modifica due articoli del codice di procedura civile (il 283 e il 373) con un unico obiettivo: obbligare il giudice d’appello a sospendere l’esecuzione di una sentenza se la condanna supera i 20 milioni di euro (10 se è in primo grado) e se la parte che deve pagare presta “idonea” cauzione. Il magistrato dovrà prendere tale decisione se la parte interessata ne farà richiesta.

Le opposizioni attaccano a testa bassa e si rivolgono ad Angelino Alfano, stavolta non solo in veste di Guardasigilli, ma anche di neo-segretario del Pdl. A lui chiedono di cancellare quella che i più tornano a battezzare “l’ennesima legge ad personam”. E se non lo farà, avverte il vicesegretario del Pd Enrico Letta, il ‘nuovo corso’ ipotizzato per il Pdl di “partito degli onesti” di cui ha parlato Alfano nel suo discorso di insediamento, non sarebbe credibile. Ma c’é anche chi ironizza, come Vincenzo Vita (Pd): “Come mai oggi Alfano ha disdetto all’ultimo momento la sua partecipazione al workshop organizzato alla Bocconi dalla fondazione Rodolfo De Benedetti?”. Alfano, è invece la domanda che rivolge il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione, avrà “il coraggio e la forza di rompere questa protezione sfacciata di interessi privati tramite il potere dello Stato?”.

Il finiano Italo Bocchino e il Democratico Andrea Orlando si rivolgono direttamente a Giulio Tremonti. Il ministro dell’ Economia, è l’appello del primo, dovrebbe cancellare la misura salva-Fininvest anche per non “scalfire la sua immagine internazionale”. Tremonti cancelli questa “vergognosa e inaccettabile norma”, interviene il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando. Il fatto, interviene il capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, è che la maggioranza continua, come se nulla fosse, con le sue “leggi ad personam”. A prescindere da ciò che si dice e da ciò che si promette. E questo, nello stesso provvedimento in cui si chiedono “lacrime e sangue agli italiani” e si “salvano ancora una volta i produttori che non hanno pagato le quote latte”. Più che di ‘leggi ad personam’, afferma il Verde Angelo Bonelli, forse sarebbe meglio parlare in questo caso di ‘manovra ad personam…”. E’ un “provvedimento da furbetti”, taglia corto il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro. Un “inaccettabile abuso di potere”, osserva il presidente del Pd Rosy Bindi. Rispedisce le critiche al mittente e tenta di fornire una giustificazione ‘tecnica’ il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia della Camera Enrico Costa. La maggioranza, spiega, “in un momento di congiuntura economica particolarmente sfavorevole” ha deciso semplicemente di “contemperare il diritto del creditore con le ragioni del debitore” quando le somme di denaro da corrispondere “hanno dimensioni di rilevante entita”. La polemica però non si spegne: questa manovra, insiste il leader di Sel Nichi Vendola è tutto “fumo, arrosto e dessert (“da 750 milioni di euro”)”.