Celentano torna guru e Morandi canta Dalla

E alla fine, il sermone è arrivato: Adriano Celentano nella seconda serata di Rock Economy invita al risveglio dal torpore in cui forse un po’ tutti siamo caduti e a unirsi per fare tutti insieme una rivoluzione in nome della natura, della bellezza e della solidarietà. “La parola magica é lo scatto, uno scatto che prima o poi si dovrà fare – dice Adriano – . Uno scatto di rabbia o una scintilla, che potrebbe dar luogo a una vera e propria rivoluzione della nostra vita sulla terra. Può sembrare un discorso utopistico – aggiunge – ma nelle pieghe delle utopie c’é il segreto della sconfitta di una crisi che riguarda intero pianeta”. Per Celentano, “é assurdo e ridicolo pensare che il casino che sta succedendo nel mondo sia dovuto a speculazioni economiche, che non sono altro che una crisi che ha radici molto più profonde. Le sue onde si sono propagate su tutta la terra, ma l’unico vero epicentro è in ognuno di noi. Noi siamo come tanti pezzi di un motore che non trovano più la via dell’ assemblaggio, per la messa in moto di un mondo diverso”. “Finita la serata ognuno di noi tornerà ad essere solo nella propria casa – continua – , in attesa di un altro evento, tra 15 giorni o in primavera, che ci farà tornare a stare insieme”, dice Adriano facendo capire che tra qualche mese potrebbe tornare in tv, chissà. “Stare insieme significa essere legati da qualcosa che ci tiene uniti anche quando siamo soli. Ma noi questo qualcosa non ce l’abbiamo. Questo non l’hanno capito i politici”. “Una volta – prosegue – ce l’avevamo, ma ora sta tornando, forse è l’aria di Verona. Si tratta di riconoscere il filo sottile che ha la potenza di legarci tutti insieme in un unico ideale. Credere in un unico progetto, amarlo, ci rende più felici”. Dopo aver parlato dell’importanza dell’habitat in cui viviamo, Celentano avverte: “La gente avrebbe diritto a ben altre case che i loculi di cemento in cui alcuni vivono, prigioni dove regna la tristezza”. E poi: “I tempi sono maturi per ribaltare il nostro sistema di vita. E questo lo si può fare solo se combattiamo tutti per una stessa idea, la bellezza delle cose. Dove le verità non ci vengono rivelate da governi o dai politici ma dalla vita stessa della natura, che non può essere abbandonata. e l’arte è nella natura, e viene da Dio”.

Standing ovation degli 11.500 del pubblico dell’Arena di Verona, stasera a Rock Economy, per Lucio Dalla, ricordato da Adriano Celentano e da Gianni Morandi. “Ci siamo incontrati diverse volte – dice il Molleggiato – , avevo molta stima di lui, mi è dispiaciuto tanto. Ma so che lui è contento. Sta facendo tanti concerti”, aggiunge tra gli applausi affettuosi dei presenti. E Gianni Morandi, sul palco con Celentano per la seconda sera, gli dedica una delle sue canzoni più famose, Caruso.

Dopo il boom di ascolti di ieri, con quasi 9 milioni di spettatori e uno share superiore al 31%, Adriano Celentano torna stasera puntuale sul palco dell’Arena di Verona per la seconda e ultima serata di Rock Economy, in diretta su Canale 5. Anche stasera il Molleggiato entra in scena davanti a 11.500 fan che lo accolgono con un lungo applauso. Look identico a quello di ieri, Adriano parte con un suo classico del ’66, Il mondo in mi settima, che affronta temi di denuncia e di critica sociale. ”Staremmo freschi se nel mondo succedessero tutte queste cose – dice interrompendo per un attimo la canzone – I giornali esagerano sempre un po’, guardate quello che hanno scritto su Al Bano, che è qui stasera”, dice riferendosi al collega in platea. Poi riparte con “E se noi, tutti insieme in un clan, ci uniremo, cambierà questo mondo se noi daremo una mano a chi ha più bisogno, ci sarà solo amore…”, infiammando il pubblico che applaude a ritmo di rock e chiama il suo nome. Cambio di atmosfera subito dopo con la ballata romantica Soli. Stasera, a parte Gianni Morandi e se non ci saranno sorprese dell’ultima ora, non sono previsti ospiti né dibattiti.

‘E’ STATA DURA PREPARARE QUESTI DUE CONCERTI ‘- “E’ stata un po’ dura preparami per questi due concerti, non mi ricordavo più i testi delle canzoni, 18 anni sono tanti. Qui a Verona andavo in giro e la gente mi vedeva che parlavo da solo, ripassavo le parole, e a volte scambiavo un testo con un altro”: così Adriano Celentano nella seconda serata di Rock Economy, in diretta su Canale 5 dall’Arena di Verona. Il Molleggiato quindi attacca con un’alternanza di alcuni versi di Ringo, che nel ’66 fu usata per una pubblicita’ di una nota carne in scatola, e della struggente Viola, altro suo grande successo datato 1970. Imbraccia la chitarra e gli basta intonare le prime due note del Ragazzo della via Gluck per scatenare il delirio dell’Arena gremita (persone di tutte le età e anche tanti sosia, o presunti tali, del Molleggiato), che canta all’unisono un pezzo diventato simbolo della lotta alla cementificazione delle città e della difesa dell’ambiente.

LA PRIMA SERATA di Elisabetta Malvagna – Più canzoni che parole: come annunciato ieri dalla moglie Claudia Mori, RockEconomy ha dato più spazio al Celentano cantante che al guru. Tanto rock e talento, quindi, mentre l’atteso ‘sermone’ é durato pochi minuti e il dibattito sulla crisi economica con il francese Jean Paul Fitoussi e i giornalisti del Corriere della Sera Stella e Rizzo è stato commentato a un certo punto dai fischi di una parte del pubblico, che chiedeva la musica.

La prima delle due serate, in onda in diretta su Canale 5 dall’Arena di Verona (sold out, 11.500 persone a sera) parte con Svalutation e l’anfiteatro esplode. Adriano, 74 anni portati splendidamente, torna sulla scena live dopo 18 anni e per la prima volta sbarca sulle reti Mediaset (“La Rai non lo ha voluto”, ha detto la Mori). Il Molleggiato dimostra di mantenere saldo il suo scettro dopo mezzo secolo di successi. Dopo un testo di Rifkin e Latouche sui temi a lui molto cari (bellezza delle città e dei passaggi, accesso all’acqua potabile e qualità dell’aria), Adriano entra in scena.

Giacca grigia, pantaloni neri e basco tricoté grigio impreziosito da strass ai lati, viene salutato dai fan con affetto (in platea Paolo Bonolis, Eros Ramazzotti, Ivano Fossati, Al Bano, Mogol e la figlia Rosita).

Dopo Svalutation, un Rock&Roll anni ’50, Rip Hit Up. Trascina il pubblico con La cumbia di chi cambia (pezzo a sfondo sociale firmato Jovanotti). Accompagnato dalla Big band (18 musicisti) diretta da Fio Zanotti, 20 vocalist e 25 performer, Celentano spazia da L’emozione non ha voce, che dedica all’amico Gianni Bella (“che con un altro grande amico, Mogol, ha fatto tanti successi”) a ‘Io sono un uomo libero’ di Fossati. Fino a Pregherò del ’62, Azzurro, La mezzaluna (’65), Scende la pioggia e Ti penso e cambia il mondo con Gianni Morandi, L’artigiano (brano anti-fisco dell”81) e Prisencolinensinainciusol.

“La crescita è subordinata a una drastica inversione di marcia dell’uomo, senza la quale è impossibile venirne fuori”: dice nel monologo che arriva un’ora dopo l’inizio. “La crescita é subordinata a una drastica inversione di marcia dell’uomo, senza la quale è impossibile venirne fuori”. La mancanza di democrazia in Europa è stato invece il tema dell’intervento di Fitoussi: “La disuguaglianza è divenuta così grande che è incompatibile con la democrazia, in Europa non siamo più in un regime democratico”, sostiene l’economista, per il quale ormai ” i governi devono ubbidire a delle regole piuttosto che alla sovranità popolare, al fiscal compact, al patto di stabilità. Ma non ai cittadini”. Riceve applausi, e Celentano è soddisfatto. Ma quando il dibattito si prolunga, una parte del pubblico comincia a rumoreggiare: vuole la musica. A rendersene conto è il navigato Morandi, ospite fisso delle due serate, “E’ un discorso un po’ lungo Adriano, vogliono la musica”. Si bissa domani. Ma sarà tutto un altro show. Parola di Adriano che alla fine, uscendo a marcia indietro nei gradini laterali, inciampa. Ma con uno scatto felino si riprende ed esce ridendo. Chissà quali sorprese ci riserverà il Molleggiato.