‘Chiariro’ con il Colle, ora le intercettazioni’

Premier rilancia ddl intercettazioni e ‘allungaprocessi’ e pensa a rimpasto di governo prossima settimana. Anm: ‘Legge è amnistia permanente per gravi reati’. Cei: ‘Non risolverà nodi giustizia italiana’. Bersani: ‘Vittoria di Pirro che pagheranno cara’. Alfano annulla lectio magistralis a Berlino: ‘Ma non è per contestazioni’. Studenti lo aspettavano con striscioni protesta.

NAPOLITANO,VALUTERO’ EFFETTI PRIMA VOTO FINALE – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha intenzione di verificare gli effetti della prescrizione breve prima ancora della sua approvazione finale da parte del Parlamento. A chi gli chiedeva infatti cosa pensasse delle molte preoccupazioni espresse dal Csm e dalle famiglie delle vittime di Viareggio sul fatto che la legge possa fare saltare molti processi, il Capo dello Stato – a margine dell’inaugurazione della ristrutturata stazione centrale di Praga – ha detto: ”valutero’ i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell’approvazione definitiva in Parlamento”.
Rispondendo ad una specifica domanda a proposito di certe letture sulle parole pronunciate stamane dal presidente della Repubblica, in risposta ai giornalisti che gli chiedevano “valutazioni” rispetto al cosiddetto provvedimento sulla prescrizione breve approvato ieri alla Camera dei Deputati, ambienti del Quirinale hanno osservato che l’espressione “vicini al momento” significa che il capo dello Stato comincerà ad esaminare il testo alla vigilia della decisione che gli toccherà prendere a proposito della promulgazione. Le stesse fonti aggiungono che interpretare le parole del presidente Napolitano come annuncio di un intervento preventivo è del tutto arbitrario.

BERLUSCONI, CON IL COLLE CHIARIREMO TUTTO – Dobbiamo “chiarire” con il Colle è spiegare bene gli effetti di questo provvedimento. Così Silvio Berlusconi nel corso del vertice a palazzo Grazioli è tornato sulla necessita di avviare “dialogo” con i Capo dello Stato, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, dicendosi convinto che anche il Colle comprenderà le ragioni del provvedimento.
Dopo il bel risultato che abbiamo ottenuto ieri andiamo avanti con la legge sulle intercettazioni perché intorno a questo provvedimento c’é un grande consenso popolare. Le gente non vuole sentirsi spiata. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, a quanto raccontano, nel corso del vertice a palazzo Grazioli con i capigruppo della maggioranza.

ANM, AMNISTIA PERMANENTE CHE UCCIDE PROCESSI – La legge sulla prescrizione breve approvata ieri dalla Camera “é un’amnistia permanente per numerosi gravi reati, come la corruzione, l’evasione fiscale, la truffa, la truffa ai danni dello Stato, l’appropriazione indebita, l’omicidio e le lesioni colpose, quelli in materia di ambiente e di infortuni sul lavoro”. Lo sostiene l’Anm, aggiungendo che il provvedimento “uccide i processi”.
“Sono al minimo 15mila i processi che saranno cancellati e uccisi” per effetto della prescrizione breve. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara nel corso di un’intervista a Repubblica Tv.

BERSANI, E’ VITTORIA DI PIRRO CHE PAGHERANNO CARA – “Ho visto che cantano vittoria, in realtà è una vittoria di Pirro che pagheranno cara”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, reagisce alla soddisfazione della maggioranza dopo l’approvazione alla Camera del processo breve. “Noi abbiamo fatto la nostra parte, facendo ostruzionismo con gli strumenti intensi che avevamo. Abbiamo fatto una battaglia molto combattiva che ha valorizzato il ruolo del parlamento e fatto capire ai cittadini che cosa loro si volevano approvare in una mattinata mentre Berlusconi era a Lampedusa a comprarsi una villa. Almeno li abbiamo ritardati di tre settimane”.

AVVENIRE: NON SCIOGLIERÀ NODI GIUSTIZIA ITALIANA – ”Ma non chiamatelo ‘processo breve”’. Cosi’ Avvenire, il quotidiano della Cei, titola oggi un editoriale sul provvedimento approvato ieri dalla Camera: un provvedimento, scrive il giornale dei vescovi, che non sciogliera’ i ”nodi” della ”questione giudiziaria” italiana.

”Con questa definizione – afferma l’editorialista Danilo Paolini – non vanno intese, pero’, l’urgenza dell’attuale presidente del Consiglio di risolvere i suoi guai con taluni magistrati di Milano e la costanza (non priva di forzature procedurali, ne’, talvolta, perfino di venature d’astio) con la quale questi ultimi lo incalzano ormai da quasi vent’anni, bensi’ proprio la lentezza dei processi civili e penali”.

Il problema e’ la lentezza della giustizia italiana, e la legge passata ieri, secondo Avvenire, non aiutera’ a risolverlo: ”Non servira’ ad abbreviare i tempi dei processi” ma solo a ”prendere atto” del ”fallimento” di uno ”Stato che non riesce a garantire una sentenza definitiva in tempi ragionevoli. Ma questa e’ la radiografia del male, non la cura”, conclude il giornale della Cei.
CICCHITTO CHIEDE A FINI INTERVENTO SU BINDI – Il capogruppo del Pdl a Montecitorio Fabrizio Cicchitto ha inviato una lettera al presidente Gianfranco Fini chiedendogli un “intervento pubblico in aula” nei confronti della vicepresidente Rosy Bindi per i fatti avvenuti in Aula ieri durante e dopo il voto finale sul testo sulla prescrizione breve. Cicchitto definisce “gravissimo” quanto è accaduto ieri in aula, invocando un intervento in proposito della presidenza della Camera. Quanto Bindi ha detto nei suoi confronti, sostiene Cicchitto nella sua lettera, sono “falsità”, aggiungendo tra l’altro di non essere stato allontanato a suo tempo dal Psi.

SILIQUINI RINUNCIA A NOMINA, RESTO IN PARLAMENTO – Maria Grazia Siliquini rinuncia alla nomina che l’ha vista indicare nel board di Poste Italiane. Al centro delle polemiche da parte delle opposizioni che l’accusavano di essere stata ‘ricompensata’ dalla maggioranza per aver abbandonato Fli il 14 dicembre al momento della votazione sulla sfiducia a Berlusconi, la Siliquini ha deciso di non accettare l’incarico. La parlamentare, ora in Iniziativa Responsabile, ha già informato il Tesoro, l’amministratore delegato di Poste, Massimo Sarmi, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.