Chiude Ilva Taranto, sciopero e tensione. Occupati gli uffici, Clini: ‘Decreto giovedì’

Dalle 7 è iniziato lo sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm all’Ilva di Taranto dopo l’annuncio dell’azienda di chiusura dello stabilimento in seguito ai provvedimenti di ieri della magistratura, tra i quali il sequestro dei prodotti finiti e semilavorati con divieto di commercializzarli. Lo sciopero durerà almeno 24 ore. Dinanzi alle portinerie sono in atto sit-in di lavoratori, mentre qualche momento di tensione si è registrato tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare. Ieri l’azienda ha anche comunicato la chiusura dell’area a freddo, facendo rimanere a casa i lavoratori di quell’area.

E dopo la proclamazione dello sciopero gli uffici della direzione dell’Ilva di Taranto sono stati occupati da alcune centinaia di operai. Gli operai, dopo aver organizzato un corteo interno al quale hanno partecipato sia quelli impiegati nell’area a caldo sia quelli dell’area a freddo, hanno occupato di fatto tutta la palazzina che ospita la direzione dello stabilimento e ora stanno decidendo come proseguire la protesta. “Non hanno voluto trovare una soluzione, governo e azienda continuano ad usarci – dicono alcuni di loro – e a rimetterci siamo soltanto noi e questa città. Così non può continuare.” Al momento gli operai non sembrerebbero intenzionati a mettere in atto blocchi stradali, anche se attendono l’esito dell’incontro con i vertici dell’azienda. “Cosa accadrà? Non lo sa nessuno – dicono – qui si naviga a vista”.

Dopo aver occupato la direzione dello stabilimento Ilva di Taranto, gli operai hanno convinto anche gli impiegati dell’Ufficio personale a lasciare gli uffici. Una delegazione di una decina di persone è poi riuscita a salire al primo piano della palazzina per parlare con il direttore dello stabilimento. I cancelli sono aperti e non c’é alcun controllo. Continuano i presidi nei pressi di alcune portinerie. Lo sciopero è stato proclamato da Fim Fiom e Uilm, ma non ci sono bandiere sindacali.

Domani si terrà il consiglio di amministrazione dell’Ilva ed é confermato, sempre per domani, l’incontro tra azienda e sindacati, già programmato per discutere della cassa integrazione annunciata per 1.942 dipendenti, prima della nuova bufera giudiziaria. Per giovedì è fissato un incontro tra governo, sindacati ed enti locali a Palazzo Chigi.

“Quello di giovedì non sarà un incontro interlocutorio. Contiamo di uscire con un provvedimento, lavoriamo a un decreto per l’applicazione dell’Aia”. Così il ministro dell’Ambiente Clini sull’Ilva. “Stiamo lavorando con Monti e i ministri ad una soluzione per l’applicazione dell’Aia, unica strada per il risanamento”.
Clini ha aggiunto che “le normative nazionali ed europee stabiliscono che per l’esercizio di questo tipo di impianti è necessaria l’Aia che è l’unico documento legale che ne regola l’attività. Il problema, oggi, é creare le condizioni di agibilità per cui l’azienda possa rispettarla rigorosamente”. “Io e il Governo andiamo avanti – ha aggiunto – per impedire che si crei situazione per cui non si rispetti la legge e per coniugare lavoro e salute”.

Stamani alcune centinaia di operai dell’ area dello stabilimento tarantino dell’Ilva hanno tentato di accedere al loro posto di lavoro, nonostante l’annuncio della fermata dell’area a freddo, ma non è stato loro possibile, giacché i badge per gli ingressi sono disattivati sin da ieri sera.

GENOVA: LAVORATORI BLOCCANO USCITA AUTOSTRADA – Il corteo dei lavoratori dell’Ilva di Genova, che da stamani manifestano contro l’ipotesi di chiusura dello stabilimento, ha bloccato il casello di Genova Ovest. Bloccate anche le rampe di accesso dai lavoratori e dai mezzi pesanti in corteo. Circa 1.500 metalmeccanici dello stabilimento Ilva di Genova, dopo una breve assemblea, sono infatti usciti dallo stabilimento in corteo per dirigersi verso l’aeroporto di Genova. Con loro anche i cassa integrati dello stabilimento metallurgico.

CONFINDUSTRIA GENOVA, BADGE DISABILITATI PER SICUREZZA – All’Ilva di Taranto i badge dei cinquemila dipendenti sono stati disabilitati per motivi di sicurezza. Lo ha rilevato il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini in una dichiarazione. “Le decisioni dei pm hanno costretto l’ILVA a bloccare da subito gli impianti a freddo dello stabilimento di Taranto, fatto che ha determinato la messa in ferie di 5000 dipendenti, ai quali, per motivi di sicurezza, sono stati disattivati i badge di ingresso”. “Inevitabilmente – ha sottolineato Calvini – la decisione di bloccare vendita e produzione causerà non solo il blocco dello stabilimento di Genova, ma di innumerevoli altre aziende che senza le forniture dell’ILVA non possono produrre”. “Dispiace che mentre l’azienda stava cercando di dare attuazione all’AIA, chiedendo il dissequestro degli impianti, necessario per poter implementare il piano industriale, la magistratura abbia preso una decisione così drastica – ha aggiunto il presidente di Confindustria Genova -. Si tratta di uno scenario drammatico che richiede interventi urgenti e straordinari ai massimi livelli istituzionali per ripristinare immediatamente l’operatività degli impianti.