Commissario bordo: 36 ore di incubo ma ho sempre sperato

FIRENZE – ”Ho sempre sperato nella salvezza, ho vissuto 36 ore di incubo”. Lo ha detto il capo commissario di Bordo di Costa Concordia, Marrico Giampetroni, ritrovato questa mattina dai vigili del fuoco sul ponte 3, appena arrivato all’ospedale di Grosseto a bordo del Pegaso.

FRA I DISPERSI PADRE E FIGLIOLETTA RIMINESI – Non si hanno notizie di due riminesi, un uomo di circa 30 anni e la figlia di 5 anni, che erano a bordo della Costa Concordia. I due erano in crociera insieme alla fidanzata di lui che sta rientrando a casa a Villa Verucchio (Rimini).

La giovane donna – secondo quanto racconta la ‘Voce di Romagna’ – e’ stata separata, nel caos dell’evacuazione, dal compagno e dalla bambina, al momento di salire sulle scialuppe. Una volta giunta a terra, pero’, non e’ piu’ riuscita a mettersi in contatto con loro.

UN SARDO TRA DISPERSI, E’ UN ANZIANO DI 84 ANNI – C’e’ anche un sardo tra i trentasei dispersi nel tragico naufragio della Costa Concordia a poca distanza dall’Isola del Giglio: si chiama Giovanni Masia, e’ di Portoscuso e ha 84 anni. Secondo le prime testimonianze si sarebbe separato dalla moglie durante la cena al momento del black out successivo all’impatto tra la nave e lo scoglio. E non
sarebbe mai arrivato ne’ all’Isola del Giglio, ne’ a Porto Santo Stefano. Il figlio Claudio e’ ancora in Toscana a seguire da vicino le operazioni di ricerca del padre.

COPPIA COREANA HA GIA’ LASCIATO OSPEDALE – La coppia coreana tratta in salvo la notte scorsa all’interno della Costa Concordia ha gia’ lasciato l’ospedale di Orbetello ed e’ partita per Roma. E’
quanto si apprende da fonti sanitarie. Sembra anche che i due coreani, marito e moglie di 29 anni, abbiano lasciato l’ospedale da una porta laterale perche’ non avrebbero voluto incontrare i mass media.
Dopo essere stati visitati i medici li hanno dimessi senza prognosi: stanno bene.

FRANCESE INCINTA, A BORDO SOCCORSI INESISTENTI – ”Ho avuto tanta paura, ero angosciata soprattutto per il mio bambino. Ero a teatro quando abbiamo sentito il boato, mi sono aggrappata a qualcosa, avevo paura che qualcuno cadendo e scivolando mi schiacciasse. Poi, sono partiti dei messaggi preregistrati che rassicuravano i passeggeri, ma la situazione era terribile e i soccorsi
inefficienti se non inesistenti”. E’ il racconto di una passeggera della Costa Concordia, Isabelle Mougin, incinta di 5 mesi, francese, ricoverata all’ospedale della Misericordia con il marito.