Concordia: revocati i domiciliari a Schettino

Il gip di Grosseto ha revocato gli arresti domiciliari al comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, il comandante della nave Costa Concordia naufragata all’isola del Giglio il 13 gennaio scorso: 32 le vittime. Dovra’ osservare solo un obbligo di dimora a Meta di Sorrento.

Sull’istanza di revoca degli arresti domiciliari, proposta dai difensori di Schettino, il pubblico ministero aveva espresso parere favorevole indicando la sostituzione con la misura dell’obbligo di dimora. Lo si legge nell’ordinanza del gip Valeria Montesarchio diffusa dalla difesa del comandante. Schettino era agli arresti domiciliari dal 17 gennaio 2012.

Schettino afferma di non essere un codardo ed esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime. Lo scrive lo stesso comandante nel memoriale ai suoi legali, secondo le anticipazioni diffuse da Mediaset: il documento sarà illustrato stasera nel corso della prima puntata della trasmissione ‘Quinta Colonna’ su Canale 5.

“Subito dopo l’incidente – scrive Schettino -, avrei potuto affermare: ‘Ma dove mi avete fatto sbattere? Cosa mi avete fatto combinare?’.. ma non sono un codardo, in quel momento bisognava essere lucidi, la priorità non era individuare i colpevoli, ma agire, senza perdere la calma”. “Il mio cordoglio – scrive sempre il comandante – va alle famiglie colpite negli affetti più forti. Il loro dolore è anche il mio e mi sento di ribadirlo con forza, con sincera ed affranta partecipazione”. “La nave sarà ricostruita, le assicurazioni ci sono per questo – prosegue Schettino -. La Concordia è già oggetto di disputa per la ricaduta economica che crea il suo smantellamento, ma le persone non potranno purtroppo ritornare in vita e le ferite più profonde rimarranno a poche persone. E per tutta la vita”.

“Mi rincuora vedere che i dati emersi dall’analisi della scatola nera confermano le mie dichiarazioni rese quando sono stato interrogato”, aggiunge il comandante. “Come ho sempre detto – scrive Schettino -, ho applicato un piano che man mano si disegnava nella mia mente. Altrimenti non avrei potuto né riferirlo ne ricordarlo. Attaccare me e il mio comportamento è stata la cosa più facile fin dall’inizio. Questa vicenda ha responsabilità e dinamiche molto più complesse. Io sono stato sempre sicuro delle mie dichiarazioni, tanto che ho sperato fino all’ultimo che fossero salvati i dati della scatola nera”. Schettino scrive anche che la sera del 13 gennaio “la nave si è ribaltata di colpo. Ha fatto mancare il terreno sotto i piedi a me e a tutti coloro che erano con me sul lato destro. E’ triste per un comandante dover ricorrere alle testimonianze di altri per essere creduto”.

“In quel momento una mano divina si è sicuramente posata sulla mia testa. Se avessi continuato su quella rotta, avremmo colpito lo scoglio con la prua. Sarebbe stata un’ecatombe”, scrive Schettino.

“C’é chi, a verbale, ha dichiarato che l’impatto con la poppa è stato causato da una mia allucinazione, un’allucinazione che mi avrebbe fatto virare a destra provocando la scodata verso sinistra… Altro che allucinazione! Piuttosto è stato il mio fiuto, il mestiere, il saper riconoscere il mare a farmi fare quella sterzata repentina a dritta”, dice ancora Schettino.