Cremlino: ‘Via Gheddafi’. L’11 marzo vertice dell’Ue

Si stringe l’assedio a Gheddafi, con le sanzioni anche da parte dell’Ue, mentre gli Usa lo sollecitano a lasciare senza rinvii. Cremlino: leader libico è un cadavere politico, vada via. Francia contraria ad un intervento militare senza un chiaro mandato delle Nazioni Unite’. Gran Bretagna: ‘Diplomazia prima di no fly zone’L’Iran invita i paesi occidentali a non approfittare della crisi per installare le proprie basi militari nel paese.

CREMLINO: GHEDDAFI CADAVERE POLITICO, VADA VIA – Il leader libico Gheddafi e’ ”politicamente morto” e ”non ha piu’ posto nel mondo civilizzato”: lo ha dichiarato una fonte del Cremlino secondo il quale se ne deve andare. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
”L’uso della forza militare contro il proprio popolo e’ inaccettabile. Dmitri Medvedev sin dall’inizio ha valutato in modo negativo le reazioni dei dirigenti della Libia rispetto agli avvenimenti”, ha detto la fonte del Cremlino. Il fatto che la dichiarazione del presidente su quanto stava accadendo in Libia sia arrivata solo alcuni giorni dopo il loro inizio, secondo la stessa fonte, si spiega con ”un unico motivo”: ”l’approccio responsabile verso il destino dei nostri cittadini che si trovavano in quel Paese”.

VERTICE STRAORDINARIO UE 11 MARZO – Un vertice straordinario Ue dedicato alla crisi libica e nei Paesi del Nord Africa si terrà a Bruxelles l’11 marzo prossimo, in concomitanza con quello dei Paesi membri dell’Eurozona già ufficialmente convocato. Lo si é appreso da fonti europee che danno la data come “molto probabile”.

IRAN, OCCIDENTE NON NE APPROFITTI PER BASI MILITARI – “Gli Usa e altri Paesi occidentali non approfittino della crisi in Libia per installarvi proprie basi militari”: lo ha affermato oggi il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast. Ieri uno dei portavoce della Difesa americana, David Lapan, aveva detto che Washington stava riposizionando le sue forze armate, navali e aeree attorno all’area della Libia, ma il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha detto che le navi americane non parteciperebbero ad un eventuale intervento militare. Mehman-Parast, che parlava nella sua consueta conferenza stampa settimanale, è tornato a condannare “il massacro” degli oppositori libici da parte del leader Muammar Gheddafi e ha annunciato che Teheran è pronta “a fornire ogni tipo di assistenza umanitaria al popolo libico, compresa la cura dei feriti” in Iran.

GRAN BRETAGNA: DIPLOMAZIA PRIMA DI NO FLY ZONE – Downing Street ha per il momento messo in sordina i tamburi di guerra contro la Libia dei media britannici: un portavoce del premier David Cameron ha detto che questo e’ ancora il momento della diplomazia e che i piani per porre in atto una zona di non volo sulla Libia sono stati ordinati, ma solo per essere pronti in caso di necessita’. Il portavoce non ha voluto elaborare su cosa potrebbe far scattare l’intervento dei Typhoon britannici e di altri caccia della Nato sui cieli libici, ma in sostanza si tratterebbe di una sostanziale escalation della violenza da parte del regime di Muammar Gheddafi contro le opposizioni.

SPARI IN ARIA A CONFINE, RESSA PER PANE – La situazione e’ tesissima oggi al confine a Ras Jedir, tra Libia e Tunisia: i militari stanno sparando in aria e usando i bastoni nelle continue resse che si creano per ottenere un pezzo di pane o per salire sugli autobus. E’ stato operato anche qualche fermo. Continua incessante il flusso di profughi e la tendopoli e’ al collasso. giorni e’ solo l’esercito di Tunisi che riesce a stento a controllare le fila di persone che si ammassano per avere cibo e acqua. Per ristabilire l’ordine i soldati continuano a sparare in aria e si teme che la situazione possa precipitare da un momento all’altro. Oltre alle fila, da una parte quella per i viveri (un panino con tonno e spezie), e dall’altra per l’acqua, ci sono anche gruppi di profughi di diverse nazionalita’, ”armati” di numerose valigie e in gruppi sempre piu’ numerosi che attendono di salire sugli autobus in partenza dal confine. In realta’ i bus percorrono solo pochi chilometri dalla zona per cercare di sistemare i profughi da un’altra parte in quanto la tendopoli ormai e’ al collasso.

REGIME ORGANIZZA CONVOGLIO UMANITARIO PER BENGASI – Un convoglio umanitario organizzato dal Regime di Gheddafi e composto da circa 40 camion che trasportano cibo, sacchi di farina e medicine, sta partendo da Gar Ben Gisher, localita’ ad una ventina di chilometri da Tripoli, diretto a Bengasi. L’operazione, salutata da migliaia di manifestanti pro-Gheddafi che sventolano bandiere verdi e inneggiano alla vittoria, sarebbe – secondo una prima lettura di fonti libiche – un tentativo di mediazione con i ribelli. Ai preparativi per la partenza del convoglio sovraintendono carri armati.

BERLUSCONI, CAUTELA SU ESILIO GHEDDAFI – “In questo momento occorre molta cautela perché la situazione in Libia è in continua evoluzione”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un’ intervista al Messaggero, a proposito dell’ ipotesi dell’esilio di Gheddafi, aggiungendo che l’Italia sarà “perfettamente in linea con quanto deciderà la comunità internazionale”. Il premier confida la sua “forte preoccupazione” per la crisi libica e chiarisce di essere “in contatto con tutte le diplomazie europee, altro che isolati e non autorevoli. L’Italia in questa crisi sta facendo e farà la parte che le compete”. E proprio oggi, come annuncia lui stesso, ci sarà un colloquio con il cancelliere tedesco, Angela Merkel. I contatti sono stretti anche “con il presidente Obama e con il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy” e l’Italia, ribadisce il premier, procederà “in stretto contatto con Bruxelles e Washington. Prima di decidere aspettiamo cosa accade a Tripoli”. Per l’Europa, comunque, “sarebbe stato impossibile intervenire prima”, anche perché “la situazione in Libia continua ad essere molto confusa”. “Ho parlato con Ban Ki-moon – aggiunge Berlusconi – e ho dato il pieno appoggio dell’Italia a qualunque iniziativa. Noi – spiega – abbiamo molti interessi nell’area” e “siamo amici del popolo libico”. Qualunque sarà il nuovo governo, assicura il Cavaliere, resterà “un rapporto stretto con l’Italia, con il suo popolo e le sue imprese”.