Crisi: Tremonti , non basta piu’ il G20

La soluzione per la finanza pubblica in Italia non è tassare di più, “non sarebbe una cosa buona per il Paese”, al contrario è “aumentare le tasse a chi non le paga” e poi “spendere di meno”. E’ questa “l’unica via” indicata dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che sull’evasione fiscale parla di “grandissimi risultati”.
Spazia dall’economia interna, alla politica e finanza estera toccando il tema del nucleare, il ministro intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione di Rai 3 “In mezz’ora”. Alla proposta della Cgil di introdurre una patrimoniale, in media l’1% per le famiglie con finanze nette per 800mila euro, che potrebbe generare un gettito di circa 18 miliardi l’anno, Tremonti replica che “un governo che ha tolto l’Ici sulla prima casa ha evidentemente una politica diversa” e quindi “la tassa giusta è sull’evasione fiscale”. Terreno su cui “stiamo agendo con grandissimi risultati, inattesi perfino in Europa dove pensavano dessimo numeri a vanvera, invece sono soldi in cassa”. E sul nucleare, rileva che “se lo avessimo avremmo un tasso di crescita molto più alto di altri”. Passando alle rivolte in Nord Africa e Medio Oriente, il ministro suggerisce di “destinare una quota dell’iva, via volontariato, per aiutare quei popoli in casa loro”, ribadisce che la catena delle rivoluzioni “arriverà in Asia” e sulla Siria, “ho come l’impressione che non c’é il petrolio e che la voglia di intervento sia minore”.

Sul rischio di ripercussioni di questi disordini sulla nostra moneta, Tremonti osserva che “in ballo non c’é la stabilità dell’euro ma tutta l’architettura finanziaria del mondo. Se il capo di una rivolta dice ‘questi soldi che stanno a Wall Street stanno meglio al servizio del mio popolo’ e li ritira è evidente che succede qualcosa di un po’ complicato”. “Il vecchio mondo è finito, quello molto controllato dall’America, molto organizzato sul petrolio, sui fondi sovrani, sugli investimenti più o meno lungimiranti di molti sovrani che manovrano enormi capitali e può essere che ci sia una catena di crisi politiche, il caso della Siria è indicativo. Sta cambiando il mondo e mettere in conto che ci siano anche fatti di impatto finanziario è doveroso”. Il mondo cambia e “non basta più il G20. Mentre il G7 controllava il mondo occidentale in modo completo, il G20 rappresenta l’80% della ricchezza del mondo ma non rappresenta il mondo”. Infine, Tremonti è chiaro sulle imminenti nomine in alcune grandi aziende pubbliche e anche non completamente pubbliche: “Leggo sul giornale ‘Al Ministero del Tesoro si lavora per…’: le posso assicurare che si lavora, ma questo non é lavoro”.

NORME ANTI-OPA SARANNO COME QUELLE FRANCESI – “Lo abbiamo detto: noi abbiamo intenzione di presentare in Europa, tradotta in italiano, la legge francese”. Lo afferma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti a proposito delle misure anti-opa messe in campo dopo il caso Parmalat.

“L’Europa presuppone il mercato ma anche la reciprocità e noi abbiamo l’impressione che in molti casi ci sia uno Stato come l’Italia che crede nel mercato e un altro che crede nei monopoli”, ha aggiunto Tremonti, rilevando che “assolutamente si” vale la pena fare una battaglia per l’italianità. Il ministro ha spiegato che “noi abbiamo molti casi in cui l’Italia, che aveva un’azienda pubblica enorme, l’ha divisa, l’ha spacchettata, ha fatto spezzatino e a chi ha dato un pezzo dello spezzatino? – si è chiesto – al monopolio pubblico di un altro Paese e questo a me non sembra giusto”. In particolare, sul caso Parmalat, Tremonti ha ribadito che “abbiamo intenzione di presentare in Europa, tradotta in italiano la legge francese, se va bene per l’Europa in Francia deve valere anche in Italia. Poi ci sono leggi diverse da quella italiana in Germania. Si può anche fare lo shopping di legislazione, non vedo perché una legge che va bene a difendere i lavoratori di un paese non vada bene per difendere quelli del mio paese”.