E Facebook “chiama” il Vaticano “Paga tu la manovra finanziaria”

L’OBIETTIVO è messo nero su bianco. Far pagare la manovra di ferragosto anche al Vaticano, “visti i miliardi di euro che noi italiani gli versiamo da tanto tempo”. E’ questa la ragione sociale di “Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria 1” gruppo che su Facebook ha raccolto oltre 50 mila adesioni in poco più di 48 ore. Centinaia di commenti, suggerimenti, indicazioni. Per portare alla classe politica italiana un solo messaggio: in tempi di crisi economica, i privilegi fiscali della Chiesa Cattolica vanno aboliti. “Con le nuove misure varate dal governo Berlusconi pagano tutti: i dipendenti pubblici, i comuni, chi lavora nel sociale. E loro nulla. Non è giusto, ora basta”.

Le tasse. Ripristinare l’Ici e l’Ires, abolire l’8xmille. Sono numerose le misure suggerite dagli utenti. Domande e interrogativi, critiche e attacchi si susseguono a ritmo serrato. Si va da “ma perché nessuno dei nostri politici dice che la chiesa deve tornare a pagare l’Ici?”, fino a chi propone una sospensione temporanea dei Patti Lateranensi: “Non sarebbe meglio che venisse revocato per 5 anni il Concordato, in modo che la Chiesa possa devolvere in beneficenza i miliardi di euro che riceve dalla Stato Italiano?”. E c’è chi prova a ricostruire i privilegi fiscali della Santa Sede: “Il Vaticano non paga Ici, Irpef, l’Ires e tutte le tasse immobiliari anche se possiede quasi il 30% del patrimonio immobiliare italiano”.

Bagnasco
e l’evasione fiscale. Non manca chi interviene per difendere la posizione della Chiesa: “Sono davvero dispiaciuto per quanto ho letto in questa pagina: si confonde Chiesa, fede, Papa, Dio”. E ancora: “Ogni parrocchia ha le sue bollette da pagare, e continua a offrire servizi di solidarietà pari a pochi altri enti”. Ma la maggior parte degli interventi conserva toni molto critici. In tanti prendono di mira l’intervento sull’evasione fiscale del presidente della Cei Angelo Bagnasco 2. C’è chi scrive: “Ma guarda cosa ci tocca sentire. Per di più detto da gente che non paga niente ed è esentata da tutto”.

Studenti e agit prop. E sono decine i commenti di studenti fuorisede. Che mettono sotto accusa la politica immobiliare del Vaticano. “Loro possono utilizzare i conventi come degli alberghi, lucrandoci profumatamente e a costo zero. Io, stedentessa fuori sede che tra tasse universitarie, affitto, spese varie e un lavoretto part-time fotocopio un libro per un esame, rischio una multa. La legge non è affatto uguale per tutti”. Poi le proposte, numerose, per spostare la protesta dalla rete alle piazze: “Potremmo indire una protesta generale, organizzare una manifestazione o iniziare con un volantinaggio per far conoscere a tutti i cittadini l’elenco dei loro privilegi”.

I finiani: “Sacrifici anche Oltretevere”. Poi il fronte delle petizioni online. Con raccolte di firme indirizzate al governo italiano: “Chiediamo a Berlusconi e al Ministro Tremonti, di modificare la legislazione per non esentare la Chiesa dal pagamento dell’ICI in nome di un sacrificio collettivo invocato dai vertici Vaticani stessi”. E i finiani de Il Futurista hanno lanciato “Facciamo pagare l’Ici alla Chiesa Cattolica 3”, una campagna di sensibilizzazione online. “Sarebbe il momento giusto per eliminare sacche di privilegio, cancellando innanzitutto l’esenzione dall’Ici. Uno Stato serio ha il dovere, mentre chiede lacrime e sangue ai suoi cittadini, di pretendere qualche sacrificio anche da chi vive Oltretevere”.