Egitto nel caos: morti sono 51, 435 feriti

Egyptians after the presidency handover in EgyptCinquantuno morti e 435 feriti: è il bilancio delle violenze di questa mattina davanti alla sede della Guardia repubblicana al Cairo secondo i servizi di emergenza egiziani, che in un comunicato puntano il dito contro un “gruppo terroristico” che ha provato ad assaltare l’edificio.
Le violenze di oggi non fermeranno gli sforzi per la formazione di un nuovo governo egiziano. Lo rende noto Ahmed Elmoslmany, portavoce della presidenza ad interim egiziana, dopo gli scontri di piazza questa mattina nei quali sono morte almeno 42 persone. Secondo fonti dei Fratelli musulmani, negli scontri con l’esercito al Cairo sono rimasti uccisi 77 islamisti. Tra le vittime, otto donne e sette bambini, di cui due bebé.

ESERCITO, 200 ARRESTI OGGI AL CAIRO – Duecento persone sono state arrestate stamani al Cairo per possesso di molotov, armi bianche e mitra. Lo riferisce l’esercito in un comunicato. Elicotteri sorvolano in continuazione la zona di Rabaa el Adaweya e il quartiere generale della Guardia repubblicana, teatro della strage di stamani.

Il capo dell’esercito porterà l’Egitto nelle stesse condizioni della Siria. Lo ha detto la guida spirituale della Fratellanza Mohamed Badie, dopo il massacro.

L’Egitto non è mai stato vicino come stamani alla guerra civile. L’esercito ha sparato all’alba contro una manifestazione di sostenitori del deposto presidente Morsi davanti a una caserma del Cairo, facendo una strage. Il partito Libertà e Giustizia di Morsi (espressione dei Fratelli musulmani) ha lanciato un appello alla sollevazione popolare. Due soldati in mattinata sono stati catturati dai partigiani dell’ex presidente e costretti a fare una dichiarazione pubblica contro le forze armate. La mattanza avviene all’alba, e come succede sempre in guerra, ognuno la racconta a modo suo. Per l’esercito, un “gruppo terrorista armato” dà l’assalto a una caserma della Guardia repubblicana. Un ufficiale rimane ucciso, una quarantina di militari feriti, sei dei quali in modo grave. Soldati e poliziotti reagiscono con le armi e riescono a impedire agli assalitori di invadere la caserma, mettendoli in fuga.

Il ministero della Salute parla di 35 morti, ma più tardi la tv di stato e un responsabile dei servizi di soccorso aggiornano il bilancio a 42. Non si sa ancora quanti sono i militari caduti e quanti i manifestanti. Completamente diversa la versione dei sostenitori di Morsi. I manifestanti, in presidio davanti alla caserma, si preparavano alla prima preghiera dell’alba, quando soldati e poliziotti hanno cominciato a sparare contro di loro con lacrimogeni e “proiettili veri”. Alcuni testimoni parlano di militari in divisa che miravano in aria e gente in borghese che puntava contro la folla. Morti e feriti tra i dimostranti sono stati portati in una clinica di fortuna al presidio del partito islamico. La risposta di Libertà e Giustizia (e quindi della Fratellanza) è durissima e inquietante. Il partito in un comunicato fa appello a una “sollevazione del grande popolo dell’Egitto contro coloro che tentano di rubargli la sua rivoluzione con i carri armati”. La formazione di Morsi chiede alla comunità internazionale di intervenire per impedire “l’apparizione di una nuova Siria nel mondo arabo”. Il partito islamico al Nour, che aveva appoggiato il golpe, dopo il massacro ha annunciato di ritirarsi dal negoziato per un governo di transizione. In mattinata l’esercito annuncia che due soldati sono stati catturati dai sostenitori del presidente deposto. I militari sono stati caricati su un’auto e costretti a pronunciare ad un altoparlante una dichiarazione a favore di Morsi e contro l’esercito.