Fiat: stop produzione auto a Termini Imerese a partire dal 23 novembre

PALERMO – Il countdown è cominciato. Tra dieci giorni la Fiat smetterà di produrre auto a Termini Imerese, mettendosi alle spalle una storia lunga 41 anni, contrassegnata dal boom della 500 e della Panda ma anche da aspre lotte sindacali come quella del 2002 quando gli operai riuscirono a bloccare il progetto di dismissione dello stabilimento. L’ultima Lancia Ypsilon sarà assemblata il 23 novembre. Il Lingotto ha deciso di fermare gli impianti in anticipo di oltre un mese rispetto ai programmi. La comunicazione è arrivata come una doccia fredda, mentre i 2.200 operai (diretti e indotto) sono in cassa integrazione (rientreranno domani e lavoreranno per quattro giorni prima di rientrare in cig fino al 31 dicembre) e con i sindacati impegnati nella trattativa con l’azienda molisana Dr Motor, a un passo dall’acquisire la fabbrica siciliana. Dopodomani potrebbe essere il giorno decisivo per l’accordo (manca solo la firma della Fiom) che aprirà una nuova fase dopo anni di vertenze e lotte operaie. E fra due giorni, dopo la fumata grigia di oggi al termine di una lunga riunione interna alla Fiom, si rivedranno Fiat e sindacati per cercare di raggiungere un accordo che sblocchi l’investimento alla ex Bertone. La notizia sul sito siciliano è arrivata come un fulmine a ciel sereno durante una manifestazione della Cgil a Palermo, alla presenza della leader Susanna Camusso. “Non fa tanto scalpore la data – ha commentato – quanto il fatto che c’é ancora incertezza sulle soluzioni per lo stabilimento e i lavoratori.

Non c’é dubbio però che la chiusura della Fiat è una di quelle scelte che hanno ripercussioni sull’economia della Sicilia”. Parla di annuncio “drammatico”, il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato: “Resta una grande amarezza, perché, forse, si poteva fare di più per scongiurare la cessazione dell’attività produttiva. Adesso le nostre speranze sono riposte nel progetto Dr Motor”. Amareggiato anche il governatore Raffaele Lombardo: “La Fiat non cessa di stupirci, c’era un impegno a cessare la produzione alla fine dell’anno e mi rendo conto che questa scelta ci pone ulteriori gravi problemi”. In ballo c’é la trattativa con la Dr Motor che incontrerà nuovamente i sindacati dopodomani al ministero dello Sviluppo.

“La Fiat è stata scorretta e dimostra di non preoccuparsi delle sorti degli operai – afferma il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone – Andremo al ministero sapendo che la fabbrica chiuderà tra dieci giorni e in assenza del ministro”. Per il segretario siciliano della Uil, Claudio Barone “la Fiat deve assumersi le sue responsabilità e garantire l’accompagnamento alla pensione a tutti quei lavoratori che hanno la possibilità di farlo, non può essere un alibi per non andare alla sigla dell’accordo con Dr Motor”. Intanto, la tensione sale anche tra i lavoratori della ex Bertone che hanno manifestato davanti all’assessorato al lavoro della Regione Piemonte in concomitanza con la riunione tra Fiat e sindacati per discutere sulla proroga di un anno della cassa integrazione straordinaria nello stabilimento di Grugliasco (Torino) rilevato dal Lingotto. Si aspetta però soprattutto di sapere se la Fiat confermerà l’investimento da 500 milioni di euro per realizzare la piccola della Maserati.