Fini: Berlusconi non andrà mai al Colle. Bossi: la Lega ha in mano il Paese

FINI SFERZA BERLUSCONI: MAI AL COLLE, ORMAI E’ AL TRAMONTO – Silvio Berlusconi? Per lui il Quirinale resta una chimera; e poi deve prendere atto che tutto ha un termine e quindi anche la sua leadership, si rassegni, ha gia’ imboccato il viale del tramonto: affondi a ripetizione di Gianfranco Fini contro il Cavaliere nella giornata ‘giudiziaria’ del premier. E anche su questo versante il presidente della Camera, che prima ha attaccato attraverso la trasmissione di Lucia Annunziata ‘Potere’ e poi da Milano alla presentazione del suo libro, non ha fatto sconti al premier. Ha bollato come ”anomalia e ”assurdita”’ l’idea di una commissione di inchiesta sui Pm di Milano, accusando il presidente del consiglio di ”gettare benzina sul fuoco forse per non far parlare di altro”. Quanto al presunto patto che, per Berlusconi, il presidente della Camera avrebbe siglato con i giudici, Fini ha ribattuto: ”una panzana colossale”. Ma e’ soprattutto sulla presunta segreta aspirazione del premier, quella coronare la sua ‘carriera’ come Capo dello Stato, che Fini ha infierito: ”Berlusconi – ha preconizzato – non diventera’ mai presidente della Repubblica perche’ nel prossimo Parlamento, nonostante responsabili e disponibili di varia natura e nonostante qualsiasi legge elettorale vorra’ inventarsi, non avra’ la maggioranza, non controllera’ il prossimo Parlamento”. Poi, ancora avanti nell’opera di demolizione: Berlusconi un leader? ”Niente affatto – risponde Fini – e’ solo uno che segue gli umori. ”La leadership e’ diventata followship – ha ironizzato – perche’ segue i sondaggi: non guida una comunita’, ma ne segue gli umori”. Inoltre ”vorrebbe governare, forte del consenso, senza alcuna regola. E’ un modo di governare poco rispettoso della nostra Costituzione”. Non basta. ”E’ allergico alle critiche, ha uno spasmodico bisogno di essere amato”. E la Lega cosa fa? Si adegua, secondo Fini, ovvero rassicura sempre il premier, lo blandisce, in attesa di fargli politicamente le scarpe. Mentre il Pdl diventa la ”fotocopia” della Lega – ha infatti osservato Fini – quest’ultima si accinge a fare ”il pieno di voti”, perche’, si sa, la gente ”preferisce l’originale”. Infine il presidente della Camera ha escluso che possa essere la figlia Marina a ”succedere” al premier: ”Francamente non penso sia nel novero delle cose possibili”.

BOSSI: LEGA HA IN MANO PAESE E ‘CONDIZIONA’ BERLUSCONI – Umberto Bossi gia’ assapora la vittoria elettorale alle amministrative e galvanizza l’elettorato, mette all’angolo l’alleato di sempre Silvio Berlusconi, e ‘insulta’ il nemico di oggi Gianfranco Fini. Poi dribbla sulla commissione di inchiesta sui Pm proposta dal Cavaliere e afferma che non si puo’ dire che tutti i magistrati siano ‘stronzi’. Il senatur durante un comizio elettorale nel varesotto come di consueto ha rassicurato il premier sul presunto asse con il Quirinale, definendo una ‘stronzata’ l’idea che addirittura sia in funzione anti-cavaliere. ”Berlusconi e’ Berlusconi e il mio alleato e’ lui”, ha sottolineato Bossi che pero’ dopo la carota ha ripreso il bastone: ”Diciamo la verita’, la Lega ha quasi in mano il Paese: Berlusconi puo’ fare, ma deve avere l’accordo della Lega”. Ecco, il Carroccio dunque – ha avvisato il leader leghista – sarebbe in procinto di sorpassare l’alleato che dovra’ fare i conti con la Lega pronta a ‘condizionarne’ l’operato. Sembra la politica dell’alleanza sincopata, quella che sta adottando Bossi a pochi giorni dal test elettorale, che poi mette in chiaro: Nessun dopo-berlusconi alle viste, tanto meno un governo tecnico: ”Non siamo scemi, un governo tecnico ci fa arrivare tutti i clandestini del mondo”, ha infatti risposto il leader leghista. Che pero’ ha fatto il pesce in barile sulla commissione di inchiesta sui Pm di Milano (”Non rispondo, non so che cosa sia”), ripetendo che ci sono si’ dei magistrati ‘stronzi’ ma che non lo sono tutti. E’ poi partito il braccio di ferro su Tremonti che il premier aveva indicato come possibile suo successore: ”Bisogna vedere se glielo prestiamo”, ha scherzato a modo suo il senatur che poi e’ passato a regolare i conti con Fini. ”E’ uno stronzo”, ha detto replicando all’accusa di opportunismo elettorale del Carroccio che ieri ha ascoltato l’inno di Mameli durante il comizio di Bologna. ”L’importante e’ che noi prendiamo i voti e lui no”, ha aggiunto Bossi. Nel comizio ha parlato anche della Libia e delle missioni all’estero anche per sottolineare come pure su questa materia la Lega abbia dettato legge e linea: ”So che Berlusconi ha iniziato a dire che bisogna ridurre un po’ la partecipazione alle missioni internazionali e questo e’ positivo, perche’ ci costano moltissimo”.

di Giuliana Palieri