Fini con Fli per la trasparenza politica

ROMA – Gianfranco Fini lancia due petizioni di Fli per la trasparenza della politica. La prima chiede che non siano candidabili i condannati anche in primo grado per truffa, corruzione, associazione a delinquere; la seconda che i politici e i dipendenti condannati in via definitiva siano espulsi dalla pubblica amministrazione.

“Ogni giorno tanti episodi di malaffare, di malcostume, di corruzione, danno agli italiani l’impressione che la politica sia una cosa sporca e che tutti siano uguali. Intendiamoci, la politica ha delle responsabilità, ma bisogna rifuggire da due estremismi: chi dice che i politici sono tutti eguali, tutti corrotti, e chi dice che è tutta colpa dei magistrati mentre la politica non ha responsabilità. Per questo noi di Futuro e Libertà chiediamo 2 firme ai cittadini: la prima per chiedere ai leader politici di fare ciò che noi di Fli abbiamo già deciso di fare ovvero non candidare per opportunità in alcun tipo di elezione coloro che sono stati condannati – anche se solo in primo grado – per reati come la concussione, la truffa, l’associazione a delinquere, la corruzione; la seconda perché vengano espulsi dalla pubblica amministrazione i politici e quei dipendenti infedeli condannati dopo tre gradi di giudizio per reati particolarmente odiosi nei confronti dei cittadini onesti. Due firme per un primo concreto segnale di cambiamento, per dimostrare che la politica non è tutta uguale e che nell’ambito dell’impegno politico bisogna saper scegliere in base alle proposte che ognuno fa”.

Così il presidente Gianfranco Fini, con un videomessaggio pubblicato sul sito dedicato all’iniziativa www.listepulite.it e sul portale ufficiale del partito www.futuroeliberta.it, lancia la raccolta di firme di Futuro e Libertà per sostenere due petizioni popolari che mirano a contrastare la corruzione e a rendere i partiti e la politica più trasparenti, soprattutto dopo il monito di Napolitano arrivato in seguito ai tanti episodi che hanno evidenziato come alcuni partiti utilizzassero i rimborsi elettorali per fini puramente personali, dall’acquisto di auto di lusso alle spese per l’università e locazione di immobili.