Fini: ‘Governo debole, pesano posizioni Lega’

AGRIGENTO – E’ un Gianfranco Fini in piena quello che dal palco del teatro Pirandello si scaglia contro il governo e la maggioranza. Il tema del convegno che riguarda l’immigrazione, puo’ attendere. Nella sua relazione il presidente della Camera prende di mira il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ”che sono certo la pensa come me – dice davanti a un teatro pieno in ogni ordine di posti – ma non puo’ fermare le parole di Bossi perche’ non ha la liberta’ di farlo e per questo deve ingoiare bocconi amari che gli consentono di continuare a gestire il potere”. Convinto che ”non passera’ molto tempo prima che si torni alle urne”, Fini assesta un colpo all’asse Berlusconi-Bossi”, che non puo’ rappresentare il centrodestra. Fini non tralascia i temi della giustizia: ”quella magistratura che andrebbe ringraziata per quello che fa, viene invece indicata come un contropotere da abbattere. E davanti a tutto questo non si puo’ tacere”. Nel mirino del presidente della Camera finiscono le dichiarazioni di giornata del ministro Brunetta che ha auspicato la cancellazione del certificato antimafia per snellire la burocrazia: ”Brunetta – dice secco Fini – ha perso un’occasione per tacere”. E chiede al governo che fine abbia fatto il disegno di legge anti-corruzione, ”che il Pdl ha lasciato in un cassetto”. Altra accoglienza hanno per il presidente della Camera le parole pronunciate dal presidente della Cei Angelo Bagnasco, secondo il quale la questione morale non e’ un’invenzione mediatica e i comportamenti licenziosi ammorbano l’aria. ”Il monito di Bagnasco – dice Fini – va preso in grande considerazione. E’ un appello alle coscienze e un invito a chiunque abbia responsabilita’ in questo paese”. Convinto ”che la modifica della legge elettorale e’ sacrosanta”, Fini parla di una maggioranza sequestrata dalle posizioni della Lega. L’unica attenuante che concede a Berlusconi, ”piu’ volte invitato a fare un passo indietro”, e’ che ”ha ragione a rimanere finche’ c’e’ una maggioranza che lo sostiene”. Dopo aver liquidato il disegno di legge sulle intercettazioni come un provvedimento inutile (”I temi veri sono il lavoro e il futuro dei giovani”), Fini affronta il tema dell’immigrazione, e chiede all’Ue di ricordarsi di essere un soggetto politico e non una moneta, altrimenti ogni tentativo di porre rimedio all’emergenza e’ vano”. Il presidente della Camera, infine, difende la legge sull’immigrazione che porta il suo nome e quello di Bossi: ”La rifarei anche se con qualche aggiustamento”.