Fisco: in Italia tutti ‘poveri’, ma 200mila le supercar

ROMA – Pochissimi ricchi ‘dichiarati’ e centinaia di migliaia di auto di lusso in strada. E’ la ‘cartolina’ del Belpaese, del suo sistema fiscale, scattata in uno studio della Uil, che mostra come complessivamente la macchina del fisco produca effetti di iniquita’ ed inefficacia. Soprattutto oggi quando invece si potrebbe utilizzare la leva del fisco per far ripartire la crescita. Partendo proprio da chi e’ piu’ ‘tartassato’: lavoratori dipendenti (quelli che hanno un sostituto d’imposta) e pensionati. Ma per far questo occorre intervenire con urgenza a partire dalla delega fiscale considerando soprattutto che all’orizzonte si intravede crescita sotto zero (-0,5% prevede l’Ocse per il 2012).

Con tutto quello che ne consegue in termini occupazionali (Luigi Angeletti paventa il rischio di ‘decine di migliaia’ di posti in meno nel 2012) e dunque di ‘pace sociale’. Lo studio della Uil parte dall’assunto che la pressione fiscale in Italia oggi e’ pari al 43,4%. Un livello molto alto. Ma la vera anomalia e’ che questa pressione fiscale ricade prevalentemente sui redditi da lavoro e da pensione che contribuiscono al reddito Irpef per l’86,2%. Inoltre dalle dichiarazioni del 2010 si evince un altro dato emblematico: i soggetti che dichiarano piu’ di 200.000 euro (0,17% del totale) sono per il 58,8% lavoratori dipendenti, per il 27,7% pensionati e per il rimanente 13,7% contribuenti che dichiarano altri tipi di redditi.

Ma a parte la composizione di questo 0,17% quello che la Uil mette in evidenza e’ l’ ‘anomala’ diffusione di beni di lusso, ad esempio le auto: nel 2010 sono state vendute 206.000 auto di fascia superiore, per un prezzo medio di 103.000 euro. A fronte di questo dato occorre rilevare appunto che solo 71.989 contribuenti, pari al 0,17% del totale, hanno dichiarato al fisco piu’ di 200.000 euro, il reddito disponibile congruo ad un acquisto di questo livello. Quindi come fanno gli altri 137.011 possessori di Ferrari, Lamborghini, Mercedes, Bmw e Audi a possedere auto che valgono meta’ del loro reddito annuo? Anche perche’ i ‘non ricchi’, cioe’ il restante 90,2% dei contribuenti dichiara meno di 35.000 euro e il 49,07% (20.4 milioni di soggetti) meno di 15.000 euro l’anno. Cioe’ gli ci vorrebbe lo stipendio di una decina d’anni per acquistare la ‘supercar’. Ma altre sorprese e incongruenze compaiono nell’analisi dei redditi medi fatta dalla Uil: nel 2008 (ultimo dato disponibile) il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti e’ stato di 19.640 euro e quello dei pensionati 13.940 euro.

Ma a sorpresa i proprietari di discoteche, centri benessere e istituti di bellezza, hanno dichiarato addirittura perdite. I negozi di abbigliamento e calzature un reddito molto piu’ basso: 8.000 euro. Fino ad un massimo dei bar (16.200 euro) e degli orafi (16.300 euro). Si tratta sempre comunque di meno di quanto guadagna un dipendente. Chiaramente questo dato e’ strettamente collegato all’evasione: la base imponibile evasa ogni anno – dice la Uil – ammonta a circa 200 miliardi di euro, mentre le imposte evase supererebbero ormai i 100 miliardi di euro. Stima rilevante ma giudicata prudenziale da tutti gli altri studi che ritengono che il livello dell’evasione fiscale superi i 130 miliardi di euro. Insomma il sistema e’ ”iniquo ed inefficace”.

La Uil chiede cosi’ di varare un ‘Forum nazionale’ che si impegni ad ”affermare la legalita’ fiscale del nostro Paese” e propone provvedimenti che segnino ”una svolta epocale nella lotta all’evasione”. Tra questi la tracciabilita’ per le operazioni sopra i 500 euro; l’incrocio tra le banche dati dell’Amministrazione finanziaria, Enti locali e servizi pubblici; il potenziamento delle procedure e degli strumenti di controllo; il rafforzamento del contrasto di interessi.