Francia, addio tripla A. ‘Si sanziona passato’

PARIGI – Nonostante le prospettive negative evocate da Moody’s, la Francia conferma i suoi obiettivi finanziari: un deficit al 3% del Pil a fine 2012 e una crescita dello 0,8% nel 2013. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Pierre Moscovici, all’indomani del delassamento ad opera di Mody’s. “E’ un obiettivo volontarista, ma realista”, ha aggiunto.
Il downgrade del debito francese deciso ieri in serata da Moody’s non porterà “una perdita di fiducia” nei rapporti tra Francia e Germania. Ha affermato Moscovici. “Le nostre relazioni con la Germania sono di grande fiducia”, ha sottolineando, con l’intenzione “non di negare, ma di relativizzare” la valutazione dell’agenzia di rating.

La decisione di tagliare il rating della Francia da parte dell’agenzia americana Moody’s “punisce gli errori del passato” ha dichiarato oggi una fonte dell’Eliseo vicina al presidente, Francois Hollande. “L’agenzia cita a due riprese l’azione dei governi precedenti”, aggiunge la fonte. “Per noi – continua – non è una sorpresa, perché la diagnosi di Moody’s corrisponde a quella del governo e a quella descritta nel rapporto Gallois, cioé, da dieci anni una perdita continua di competitività e in particolare un deficit di innovazione”. La fonte dell’Eliseo aggiunge, al contrario, che la decisione di Moody’s “avvalora la strategia economica” del governo: “mai, in così poco tempo – prosegue – un governo è riuscito ad avviare tante riforme in Francia”.

SCHAUEBLE: NO DRAMMA DECLASSAMENTO PARIGI – Il declassamento della Francia da parte di Moody’s non è un dramma. Per il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, la credibilità del credito francese é “un po’” diminuita, ma la Francia “ha ancora un rating molto stabile per cui si deve evitare ogni drammatizzazione”.

ADDIO ‘TRIPLA A’, LA BATOSTA DI MOODY’S – L’avvertimento era stato lanciato il mese scorso. Moody’s è passata dalle parole ai fatti, togliendo alla Francia la prestigiosa ‘tripla A’ – quella dei Paesi più virtuosi – e degradando il Paese transalpino di uno scalino (da AAA ad AA1). Lo spettro della “bomba ad orologerià europea”, evocato giorni fa dall’Economist parlando di Parigi, si fa adesso più inquietante. Secondo gli esperti dell’agenzia internazionale di rating le riforme annunciate dal governo francese sono insufficienti, e per questo anche l’outlook – vale a dire le prospettive economico finanziarie – resta negativo. Moody’s, nel motivare la sua decisione, punta il dito in particolare sulla graduale perdita di competitività dell’economia francese e sulla rigidità del mercato del lavoro e dei servizi. Si registra insomma un deterioramento delle condizioni economiche che mette a rischio le prospettive di bilancio. Prospettive che – si sottolinea – si fanno sempre più “incerte”. Un’incertezza che per l’agenzia internazionale è acuita dal fatto che la Francia è oggi, rispetto a mesi fa, più vulnerabile rispetto a eventuali futuri nuovi shock che si potrebbero verificare nell’Eurozona. La capacità di resistenza francese – spiega Moody’s – è oggi “diminuita” e “l’esposizione della Francia ai Paesi periferici dell’Europa appare sproporzionatamente grande”. Il rischio contagio in questa infinita crisi europea dei debiti sovrani è dunque tutt’altro che superato, e ora colpisce il cuore del Vecchio Continente. Anche se da Parigi si cerca di sminuire la batosta ricevuta da Moody’s. Per il ministro francese dell’Economia, Pierre Moscovici, la perdita della ‘tripla A’ indurrà il governo francese in carica “ad attuare rapidamente” le riforme. La Francia ha “ancora un buon rating”, ha affermato, sottolineando come la decisione dell’agenzia di rating riguardi “la situazione lasciata dai nostri predecessori: perdita di competitività, crescita debole, deficit in aumento”. “E’ una sanzione della gestione del passato”, ha insistito Moscovici, scaricando le responsabilità sui lasciti dell’era Sarkozy e invitando a non lasciarsi prendere dagli allarmismi. Anche perché Moody’s – ha ancora evidenziato il titolare di Bercy – riconosce come le riforme intraprese dalla Francia, dal patto per la competitività al risanamento dei conti pubblici, vadano nella giusta direzione.