Francia, donne con velo fermate a Notre-Dame

PARIGI – Donne con il velo integrale niqab, sostenute da militanti di varie associazioni, sono state fermate stamattina davanti alla cattedrale di Notre-Dame, nel centro di Parigi, al primo giorno dell’entrata in vigore della legge che vieta di indossare il burqa.

DONNE FERMATE PER RADUNO NON AUTORIZZATO – Le due donne con il niqab fermate oggi a Notre Dame con alcuni simpatizzanti sono state sottoposte al provvedimento perché partecipavano ad una manifestazione non autorizzata e non in base alla nuova normativa sul divieto di veto. “Oggi – ha spiegato un commissario di polizia che dirigeva le operazioni – non si è proceduto a questi fermi sulla base del velo indossato dalle donne. Il motivo è stato il mancato rispetto del dovere di annunciare la manifestazione”. L’organizzatore della manifestazione, Rachid Nekkaz, dell’associazione ‘Giu’ le mani dalla Costituzioné, afferma di essere stato “fermato in compagnia di un’amica con il niqab” davanti al palazzo dell’Eliseo, sede della presidenza della Repubblica, poco prima della manifestazione davanti a Notre-Dame: “volevamo far mettere a verbale il motivo, ‘indossava il niqab’, ma la polizia non ha scritto nulla”.

POLIZIA, DIFFICILE FARE APPLICARE LEGGE – Le legge sul velo integrale, entrata in vigore oggi in Francia, sarà “estremamente difficile da far applicare”, secondo il sindacato francese dei commissari di polizia. In un intervento alla radio France Inter, Manuel Roux, vice-segretario generale del sindacato, sostiene che la cosiddetta legge sul burqa sarà “estremamente difficile da far applicare e sarà anche applicata molto poco. Ancora una volta si parlerà di fallimento della polizia. Anche di fronte a casi chiaramente provocatori – aggiunge – non si potrà fare granché”. Secondo Roux, il ruolo del poliziotto che incrocia una donna in burqa o in niqab, nonostante il divieto, potrà solo “cercare di spiegarle la situazione, di essere pedagogico, di convincerla”. Ma se la donna rifiuta di togliere il velo che le nasconde il viso “le cose si complicano – spiega ancora Roux -, non possiamo costringerla. La circolare del ministro dell’Interno Gueant non ci consente di usare la forza”. La legge prevede anche di punire quanti, mariti o compagni soprattutto, obbligano la donna a indossare il velo integrale. Ma questo reato, secondo il sindacalista, sarà “quasi impossibile” da stabilire.

OGGI SCATTA DIVIETO, BURQA FUORILEGGE – Veli islamici integrali, come il burqa o il niqab, che nascondano completamente il viso e l’identità delle donne, a partire da oggi saranno fuorilegge in Francia, con l’entrata in vigore della legge, la prima in Europa del suo genere, che fu promulgata il 12 ottobre scorso al termine di un iter travagliato. Una legge che s’infila come un cuneo nel dibattito, in pieno fermento, sull’immigrazione, sul rapporto fra Islam e società occidentale, fra Islam e laicità dello Stato, in un Paese dove vivono fra i 4 e i 6 milioni di persone di “tradizione musulmana”, nella quadratura del cerchio fra libertà religiosa e libertà della donna. Il tutto condito dalla polemica, nella quale l’iter della legge era partito due anni fa, sulla “identità nazionale” lanciato allora dal presidente, Nicolas Sarkozy. E bersaglio dagli strali di Osama bin Laden, che lo scorso ottobre ne fece un pretesto per minacciare la Francia di attentati terroristici. Il provvedimento, che si stima interessi all’incirca 2.000 donne, prevede multe fino a un massimo di 150 euro per le recalcitranti, che può accompagnarsi all’obbligo di un corso di cittadinanza francese. Ma le multe possono divenire estremamente salate per gli uomini che impongano il velo a una donna: fino a 30.000 euro, che raddoppiano a 60.000 euro con due anni di carcere se la donna è minorenne. Certo, la legge non colpisce solo il velo islamico, ma proibisce nei luoghi pubblici (strade, piazze, parchi, strade o esercizi commerciali) di celare il volto con maschere, veli, passamontagna o caschi integrali. Ma nella circolare diramata il 3 marzo a ministri e prefetti, il premier, Francois Fillon, insisteva che lo spirito della legge deve “riaffermare in modo solenne i valori della Repubblica e del vivere insieme”.