Genova, rabbia contro sindaco: ‘Vergogna’

GENOVA – Dopo la rabbia, esplode la contestazione nella Genova alluvionata che piange sei morti. Per il sindaco Marta Vincenzi il sopralluogo in via Feraggiano, cuore della tragedia, scatena la protesta della gente: “vergogna, vai via, dimettiti”, sono le urla che l’accompagnano. E mentre la Procura ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo plurimo, dal Colle arriva l’invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Cerchiamo di capire quali siano state le cause di questa tragedia”. Genova si risveglia sotto un cielo di nuvole da cui continua a piovere a intermittenza. La città di prima mattina è deserta per il blocco del traffico deciso dall’amministrazione comunale. Per le strade si vedono solo i mezzi di soccorso, mentre in via Feraggiano le ruspe sono al lavoro sin dalle prime ore della mattina per spalare il fango e rimuovere le centinaia di auto accartocciate dall’alluvione.

“E’ terribile – dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, da Roma – assistere impotenti alla tv al dramma di Genova che ha coinvolto così tante persone. Ma le parole servono a poco”. Il premier ha assicurato che si farà tutto il possibile per “evitare che ciò che è successo non accada più in futuro”. Dal cavaliere, però, è arrivata anche una stoccata. “E’ evidente – sottolinea – che si è costruito laddove non si doveva costruire”. Parole che scatenano l’ira del Pd. “Sono affermazioni senza vergogna – dice Ermete Realacci – le migliaia di case abusive sono il risultato dei due condoni che portano la sua firma”. Nel capoluogo ligure, intanto, arriva il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, per un vertice operativo con il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, e il sindaco Vincenzi, che proclama il lutto cittadino per lunedì, quando resteranno ancora chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Al termine della riunione lo stato di allerta 2, il massimo grado, viene prorogato dalle 12 alle 18 di domani. Il maltempo non concede tregue: “Abbiamo dovuto alzare l’asticella a tutta la giornata di domani”, spiega il prefetto Gabrielli, che si sofferma poi sulla polemica relativa all’apertura delle scuole. “Potevano essere tranquillamente chiuse, per ridurre gli spostamenti, ma bisogna decidere – afferma Gabrielli – se si vuole accettare o meno una sorta di patto sociale per evitare che in certe situazioni i sindaci possano essere poi crocifissi.

E’ accaduto anche a Obama, che ha preso misure eccezionali per non ripetere quanto accaduto durante Katrina e poi è stato criticato”. “E’ difficile decidere – ammette anche Burlando – se chiudi le scuole magari ci si arrabbia, se non le chiudi idem. Il problema grande è la difficoltà a fare prevenzione, perché i finanziamenti e le procedure sono lente”. “Capisco la rabbia, ma non si può dire che non abbiamo fatto niente”, è la difesa del primo cittadino, che ricorda: “Abbiamo ripulito il Bisagno, abbiamo speso 6 milioni sul Fereggiano. Non abbiamo colpe, se non quella di non aver spiegato meglio cosa significa allerta 2”. E mentre si continua a spalare fango in via Fereggiano arriva un nuovo allarme che innesca il fuggi-fuggi generale. Gira voce che abbia ceduto una ‘diga’ a monte del torrente, ma fortunatamente si rivelerà una notizia infondata. Non esiste nessuna diga e l’allarme rientra. Agli abitanti del quartiere si rivolge l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco: “Siate forti, il dolore è grande, ma ora è il momento di rimboccarsi le maniche”.

Al presidente della Cei arriva anche la telefonata del Papa, per manifestargli “la sua personale vicinanza e la sua preghiera per le vittime”. Ma non è solo Genova a preoccupare. Nel Levante alluvionato la scorsa settimana si teme per le frane, e nel Tigullio fa paura l’Entella che rischia di esondare. La più piovosa, però, é la provincia di Savona, dove in 36 ore sono caduti 250 millimetri di pioggia. E il mare forza nove tiene con il fiato sospeso. Disagi, al momento limitati, anche nell’Imperiese. Trema anche il Piemonte. Le incessanti piogge che da 24 ore stanno interessando la Regione, oltre che provocare allagamenti e a costringere vigili del fuoco a evacuare diverse abitazioni, fa salire il rischio piena per il Po. Se le previsioni verranno confermate, l’ondata è prevista nella notte tra domenica e lunedì, nel tratto della Valle del Tanaro e raggiungerà i livelli massimi storici sul Po casalese. Gli sfollati, tra le due Regioni, sono circa 1.500. Non resta dunque che aspettare e sperare che la perturbazione passi senza creare altri danni.

PIEMONTE, PREVISTE PIOGGE INTENSE IN MATTINATA – Sarà una mattinata di pioggia intensa in Piemonte e soprattutto nel settore occidentale della regione: è quanto prevede la protezione civile, che parla anche di una decisa attenuazione del pomeriggio. Il livello dei corsi d’acqua è in crescita e, a Torino, raggiungerà i valori massimi in serata. Il Centro funzionale regionale informa che il posizionamento della depressione è avvenuto a latitudini inferiori rispetto a quanto previsto in un primo momento, facendo registrare valori di precipitazione più bassi nella parte settentrionale del Piemonte e convogliando la fascia più intensa sulla Francia. Nel corso della notte le piogge sono state a tratti molto forti in particolare sulle montagne del Torinese e del Cuneese. A Bobbio Pellice (Torino) sono stati registrati 178 millimetri, a Praly (Torino) centosette e ottantuno a Balme (Torino). In montagna ha nevicato a partire dai 2.200 metri. Al Passo del Moro, nell’Ossola (Vco), sono stati misurati 125 centimetri, al rifugio Gastaldi di Balme (Torino) 115 e al colle dell’Agnello (Cuneo) novantasei.