Giorno memoria. Ue contro Berlusconi: ‘Odio preoccupa’. A Roma esposto per frasi su Duce

“Nelle politiche europee, nei parlamenti europei e persino in alcuni governi ci sono partiti e voci che nutrono questo tipo di odio. E’ preoccupante. Per questo è necessario che tutti i leader politici prendano posizione contro”. Così la Commissaria Ue Cecilia Malmstrom, risponde una domanda sulle parole di Silvio Berlusconi sul fascismo.
Un esposto per le affermazioni fatte ieri dall’ex presidente del Consiglio sulla figura di Benito Mussolini, e’ stato depositato oggi in Procura a Roma. A consegnare l’esposto negli uffici di piazzale Clodio è stato Gianfranco Mascia, candidato alla Regione Lazio per Rivoluzione Civile.

“Quella di Berlusconi, se è stata una battuta infelice, è stata davvero infelice” per il luogo l’occasione in cui è avvenuta. Così Mario Monti, a Omnibus, torna sulle parole del Cavaliere su Mussolini.

Quanto affermato su Mussolini non è né una gaffe né un ragionamento elettorale, assicura al Tg5 il leader del Pdl Silvio Berlusconi che punta il dito contro la sinistra colpevole di aver “imbastito una speculazione politica”. “Io – ha spiegato Berlusconi – ho sempre detto con chiarezza e inequivocabilmente che le leggi razziali saranno per sempre un marchio di infamia e ho sempre condannato ogni tipo di dittatura. Non vedo dunque dubbi sulla mia posizione”. Berlusconi ha poi voluto anche ricordare di essere l’unico leader italiano “che è stato definito dal primo ministro in carica come l’amico migliore di Israele. Agli italiani di buon senso – ha quindi concluso – appare evidente che la polemica è stata gonfiata per la campagna elettorale”.

“Credo che Berlusconi abbia detto quello che la maggioranza degli italiani pensano su Benito Mussolini. Credo che gli italiani si riconoscano nelle parole di Berlusconi in questo senso: premettendo che è stata una dittatura, che ha negato le libertà, va detto che il fascismo ha prodotto welfare senza democrazia, esattamente come avvenuto in Unione sovietica”. A dirlo l’ex ministro Renato Brunetta nel corso di una riunione di presentazione dei candidati a Camera e Senato del Pdl. “In quegli anni – ha aggiunto – è nata l’Inps, sono state istituite le colonie estive per i bambini ed altro che non c’era e c’è ancora sul fronte del welfare. Certo tutto ciò non può nascondere nulla di quanto è stato prodotto di negativo. Ma nel momento in cui abbiamo un presidente della Repubblica che ha avvallato l’invasione dell’Ungheria da parte della armata sovietica, si può pensare di ripensare in maniera critica ma totale quella stagione, come fece del resto Renzo De Felice. Quelle di Berlusconi sono parole di buon senso collocate in un momento sbagliato. Gli italiani al fondo, condannando il regime dittatoriale, si riconoscono in larga parte nelle parole di Berlusconi”. Diversa la valutazione fatta da Giancarlo Galan. “Il fascismo è stato un momento nero, una pagina orrenda – ha detto Galan – quindi non esiste nessuna infrastruttura nè modernizzazione che giustifichi la privazione della libertà di una persona”.

LA SVIZZERA SAPEVA NEL 1942, DOCUMENTI INEDITI – Documenti inediti resi noti dalla televisione svizzera attestano che nel 1942 la Svizzera aveva informazioni sulle uccisioni di ebrei da parte dei nazisti. Malgrado queste informazioni, nell’agosto 1942 la Svizzera chiuse le frontiere a chi era profugo “solo per motivi razziali”. La televisione svizzero tedesca Srf ha presentato documenti redatti da diplomatici svizzeri durante la seconda guerra mondiale e indirizzati al governo. Si tratta di centinaia di lettere, telegrammi, rapporti e fotografie, documenti sulle informazioni che cominciavano ad arrivare dai consolati e testimonianze dei rifugiati, ha spiegato il direttore dei Documenti diplomatici svizzeri Sascha Zala. Nonostante i rapporti stilati dai diplomatici, nell’agosto 1942 il governo di Berna decise di chiudere le frontiere agli ebrei in fuga. Negli anni 1999-2001 un’apposita commissione di esperti (Commissione Bergier) incaricata dal parlamento elvetico di fare luce sul ruolo della Svizzera durante la seconda guerra mondiale, aveva già concluso che nell’estate 1942 il governo elvetico sapeva che “sui profughi respinti gravava la minaccia della deportazione nell’Europa orientale e quindi della morte”.

TORINO, SVASTICA NERA SU LAPIDE PARTIGIANI Una svastica, di vernice nera, è stata realizzata a Torino su una lapide dedicata a quattro partigiani. Accanto, con la stessa vernice, alcuni insulti. L’oltraggio risalirebbe a ieri pomeriggio, nel Giorno della Memoria. Sul caso indaga la Digos. La lapide è quella tra via Ala di Stura e via Reiss Romoli, nel parco Rubbertex. Ricorda i nomi dei partigiani uccisi nelle stragi del maggio 1944 e dell’aprile 1945.

SVASTICHE E INSULTI, EPISODI IN AUMENTO – Dalle scritte negazioniste di Roma alla svastica di Torino. Dagli insulti urlati in strada, a quelli scritti sui muri. Sono in aumento gli episodi di antisemitismo registrati in Italia negli ultimi mesi. Secondo una recente analisi dell’Osservatorio sul pregiudizio antiebraico, istituito presso il Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, nel 2012 si è registrato un aumento del 40% rispetto al 2011. Una settantina i casi presi in considerazione dell’osservatorio. L’ultimo caso, quello di Torino, non è isolato. Tra quelli che hanno suscitato più clamore, gli insulti comparsi su alcuni muri di Milano lo scorso 25 aprile, nel corso delle manifestazioni per la Liberazione, le svastiche comparse in alcuni licei romani e quella realizzata sul muro di cinta del cimitero ebraico di Vercelli. Una “impennata particolarmente preoccupante”, secondo Stefano Gatti, ricercatore dell’Osservatorio. “Certi atteggiamenti – aggiunge – non vengono più percepiti come antisemiti e, dunque, non suscitano reazione sociale”.