Governo, Delrio: Imu più leggera. Maroni: niente sconti

GOVERNO: 'VIA L'IMU, PRORITA' LAVORO'. LETTA CHIEDE LA FIDUCIAE’ iniziato al Senato il dibattito sul voto di fiducia al governo di Enrico Letta. Le dichiarazioni di voto sono previste alle 11.30 e la prima chiama alle 13. Ieri il nuovo esecutivo ha incassato la fiducia a Montecitorio, con 453 voti a favore e 153 contrari. Il programma: stop dell’Imu a giugno, niente aumento dell’Iva a luglio, lavoro prima priorità, abolire il finanziamento pubblico ai partiti e i doppi stipendi dei ministri-parlamentari.

IMU: DELRIO, VIENE SOSPESA CON IMPEGNO DI ALLEGGERIRLA – “L’Imu verrà sospesa per la rata di giugno con l’impegno ad alleggerirla soprattutto per i meno abbienti”. Così il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio. “Il lavoro sarà fatto con il Parlamento, non possiamo sapere il punto di approdo”. Rispetto alla rimodulazione dell’Imu, spiega, “c’é un problema di liquidità di Comuni che affronteremo”.

“No, credo proprio di no”. Delrio risponde così a chi gli domanda se sia ipotizzabile uno sforamento del tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil nel 2013. “Ora vediamo come va il tour del presidente in Europa ma – sottolinea il ministro – l’importante è riuscire a ottenere una deroga per gli investimenti strategici. E occorre individuare quali”.

LUPI, ENTRO SETTIMANA FAREMO SOTTOSEGRETARI – “Sì, entro la settimana”. Risponde così il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Maurizio Lupi, conversando con i cronisti in Transatlantico al Senato, a chi gli chiede se entro la settimana potrebbero arrivare le nomine dei sottosegretari.

“Si”. Risponde così Lupi conversando con i cronisti nel Transatlantico del Senato a chi gli chiede se il primo provvedimento del governo sarà l’approvazione del Def.

MARONI, 18 MESI CI VA BENE MA NON FAREMO SCONTI – “Diciotto mesi per fare le riforme col Senato federale è una prospettiva che a noi interessa”. Lo ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni sulla Convenzione proposta dal premier Enrico Letta. Maroni ha confermato di voler collaborare, ma ha avvertito: “faremo le nostre battaglie senza sconti”.

“La Lega si asterrà sulla fiducia al governo”. Lo annuncia il capogruppo al Senato Massimo Bitonci, confermando la linea già tenuta ieri alla Camera. A chi gli fa notare che però al Senato l’astensione vale come un voto contrario, Bitonci risponde: “Non importa, anche perché la maggioranza ha da sola i numeri. La nostra indicazione è di carattere politico”.
di Milena Di Mauro

Eroico, giovane, agile, pieno di coraggio e pronto alla sfida, alla lotta col gigante. Enrico Letta presenta così alle Camere il suo neonato governo delle larghe intese, e sprona ministri e Parlamento a gettare lontano la corazza delle incomprensioni durate vent’anni e abbattere con sassi e fionda i giganteschi problemi che impediscono al Paese di entrare nella Terza Repubblica. Come Davide, il più piccolo dei figli maschi del vecchio Iesse, che fa stramazzare al suolo il gigante filisteo Golia con i soli 5 sassi della sua fionda. E ottiene la fiducia da Montecitorio con 453 sì.
Oggi il via libera definitivo dal Senato. In 50 minuti di discorso Letta chiede la fiducia e alla fine può contare sull’annunciato sostegno di Pd-Pdl-Scelta Civica e sulla astensione della Lega, mentre Sel, Fratelli d’Italia e M5s votano contro. Il programma è ambizioso e di legislatura: stop dell’Imu a giugno (per poi rivedere la politica fiscale sulla casa nel suo complesso, ma intanto il Pdl registra una apertura non da poco alle sue richieste), rinuncia all’aumento dell’Iva a luglio, lavoro come prima tra le priorità, la promessa di risolvere il problema degli esodati, forme di reddito minimo per famiglie bisognose con figli piccoli, incentivi per le assunzioni dei giovani taglio degli stipendi ai ministri anche parlamentrai, giro di vite su rimborsi parlamentari, riforma dei partiti, abolizione delle province. Ma i grillini affossano lo stesso il governo:”Una mano di vernice su un muro rovinato dalla muffa, sembra un esecutivo stato-mafia”. Letta tuttavia non si perde d’animo e invita di nuovo il Movimento 5 stelle a “scongelarsi”, perché le riforme vanno fatte insieme. E proprio sulle riforme (legge elettorale, superamento del bicameralismo perfetto, federalismo fiscale) il giovane premier lega i suo governo ad un orizzonte temporale preciso e ai lavori della Convenzione (che Silvio Berlusconi vorrebbe guidare). “Tra 18 mesi verificherò se il progetto è avviato verso un porto sicuro. Se sarà così il governo potrà continuare a lavorare, altrimenti non esiterei a trarne le conseguenze”, dice Letta in singolare coincidenza con le parole del Capo dello Stato. Freddo il Pd, che non vede di buon occhio l’idea del Cavaliere padre costituente e teme di mettere nelle mani del Pdl la vita del governo. Berlusconi intanto apprezza soddifatto “I patti sembrano rispettati – dice ai suoi -. Ma se ci fosse un fallimento del governo si dovrebbe andare a elezioni e chi si fosse assunto la colpa ne subirà la pena”. “Mi pare che ci siano le condizioni perché il voto di fiducia non sia solo formale e l’intenzione di aiutare tutti quanti il governo a camminare di fronte ai problemi enormi che ha il Paese”, benedice anche l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, che Letta ha il garbo di ringraziare, così come fa con Giorgio Napolitano. Un pensiero va poi al ‘maestro’ Beniamino Andreatta, del quale il premier ricorda l’attitudine a distinguere tra “la politica e le politiche”, per favorire il dialogo. Parole di pacificazione vengono pronunciate da molti, negli interventi di replica. E il premier invita tutti a cogliere “l’ultima occasione”, mettendo in chiaro”non dobbiamo vivacchiare a tutti i costi, e nemmeno sopravvivere”. Letta è convinto che “di solo risanamento si muore”. Per questo fin da oggi, con la fiducia in tasca, si metterà in viaggio tra le Cancellerie europee, cercando nuove aperture per adattare le nostre necessità di ripresa alle rigide politiche dell’unione. Berlino, Bruxelles, Parigi, per dimostrare che il nuovo governo italiano “é europeo ed europeista” e che “pensare ad un’Italia senza Europa è la più pericolosa perdita di sovranità”. Intanto, l’applauso più forte Letta lo chiama per il Carabiniere ferito ieri proprio mentre il governo giurava e per la dignità della sua giovane figlia, che da tre mesi ha perso la madre e ora, per vegliare sul padre, si è licenziata.