Grecia, “l’uscita dall’euro è ormai sul tavolo”

BRUXELLES – ”Lo scenario di una uscita della Grecia dall’euro ormai e’ sul tavolo”. Lo ha scritto la Commissaria europea per la pesca, Maria Damanaki, in un intervento che compare sulla homepage del suo sito personale. ”Sono obbligata a parlare apertamente” aggiunge la politica greca, esponente del Pasok attualmente al governo. ”Abbiamo la responsabilita’ morale di guardare al dilemma con chiarezza: o troviamo un accordo con i creditori in modo che il nostro programma di duri sacrifici abbia risultati, oppure torniamo alla dracma”. Introducendo l’argomento, Damanaki afferma che ”la piu’ grande conquista della Grecia nel dopoguerra, l’euro e (la presenza) del nostro paese nel mercato europeo e’ in pericolo”.

ATENE – Il futuro della Grecia e’ soltanto ”nel quadro dell’euro” e non c’e’ ”alcuna discussione” di un’eventuale uscita dalla moneta unica. Lo ha detto il portavoce del governo greco Georges Petalotis, rispondendo alla domanda dei giornalisti se nei negoziati per risolvere la crisi del debito figuri anche l’ipotesi di un abbandono della divisa unica. ”No, non c’e’ una simile discussione”, dice Petalotis. In una nota sulla homepage del suo sito personale Maria Damanaki, Commissaria Ue per la Pesca, scrive che ”lo scenario di una uscita della Grecia dall’euro ormai e’ sul tavolo”.

PARIGI – La ripresa dell’economia mondiale sta divenendo piu’ generale e in grado di sostenersi da sola tuttavia restano dei rischi potenziali e la crescita mostra due velocita’ fra i paesi emergenti e quelli sviluppati che continuano a recuperare in maniera moderata. Queste le previsioni del rapporto semestrale Ocse secondo cui il tasso di disoccupazione dei paesi dell’area, la cui crescita del Pil si fermera’ al 2,3% quest’anno contro il 4,2% del mondo, rimane ben al di sopra dei livelli pre-crisi con una stima in lieve calo al 7,9% che scendera’ al 7,4% nel 2012.

ITALIA MANTENGA VIGILANZA SU CONTI, PESA DEBITO – L’Italia deve mantenere la stretta vigilanza sui conti pubblici dimostrata fino a ora a causa del suo alto debito rispetto al Pil. E’ quanto chiede l’Ocse nel suo economic outlook secondo cui ”dopo aver raggiunto un deficit inferiore a quello previsto nel 2010”, ”il governo italiano sta mantenendo i suoi precedenti obiettivi di bilancio per il 2011 e 2012”. Cio’ richiede, nota l’Ocse, ”un mantenimento dello stretto controllo sulla spesa e sugli ulteriori miglioramenti nelle entrate fiscali”. Questa vigilanza ”e’ necessaria a causa dell’altro rapporto debito/Pil, seppure questo sia in via di riduzione nel 2012, oltre al probabile aumento nel costo del finanziamento del debito visto che i tassi di di interesse sono previsti in salita nel medio termine”. L’Ocse ricorda inoltre come il piano nazionale di riforme dell’esecutivo contenga una vasta lista di priorita’ ”che deve essere effettivamente portata a termine in modo da migliorare il potenziale dell’economia e cosi’ ridurre il peso del debito attraverso la crescita del Pil”.

GIAPPONE, DA SISMA IMPATTI MEDIO TERMINE ECONOMIA – Il sisma e successivo tsunami che ha colpito il Giappone non avrà impatti diretti sull’economia mondiale nel breve ma potrebbe averli nel medio termine in maniera indiretta, a causa dei problemi di produzione nei settori dell’auto e dell’elettronica. E’ quanto scrive l’Ocse nel suo economic outlook in un focus dedicato al paese. L’economia giapponese, ricorda l’organizzazione, conta per l’8,7% del Pil mondiale e anche se dovesse verificarsi “un grande impatto negativo nelle importazioni in Giappone a causa del calo della domanda questo dovrebbe avere solo un piccolo effetto diretto”. Tuttavia, nel medio termine, l’impatto indiretto “potrebbe essere più severo” a causa della riduzione delle esportazioni industriali giapponesi strettamente interconesse con la produzione in Europa e Stati Uniti, L’Ocse cita così gli episodi già verificatisi nell’industria dell’auto dove alcuni produttori hanno dovuto fermare la produzione temporaneamente a causa della scarsità di componenti provenienti dal Giappone. Problemi potrebbero sorgere anche nell’industria dell’elettronica che fornisce buoni quantitativi di prodotti specifici agli Stati Uniti.

PER ITALIA CRESCITA LENTA,OCCUPAZIONE NON DECOLLA – L’Italia continua a crescere in maniera lenta con un qualche rafforzamento atteso nel 2012 che vedrà un aumento del Pil di circa l’1,6% dopo l’1,1% di quest’anno. E’ quanto stima l’Ocse nel suo economic outlook secondo cui la domanda mondiale stimolerà le esportazioni e anche la crescita degli investimenti dovrebbe riprendere a crescere. L’organizzazione nota comunque come “la disoccupazione scenderà solo lentamente in parte perché l’iniziale miglioramento della domanda sarà assorbita dalla riduzione dell’ utilizzo del lavoro a tempo determinato”

ITALIA RISPETTERA’ OBIETTIVI RIDUZIONE DEFICIT NEL 2012 – L’Italia dovrebbe raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit al 2012 previsti dal governo nel programma di stabilità. E’ quanto si legge nell’Economic Outlook dell’Ocse secondo cui il deficit scenderà al 3,9% del Pil nel 2011 e al 2,6 l’anno successivo, in linea così con le stime dell’esecutivo (3,9 e 2,7%) e rispettando i parametri europei. Questo, spiega l’organizzazione, “dovrebbe essere più facile da raggiungere dato il miglioramento già visto nel 2010” con un calo dal 5,3 al 4,5%. “Va notato inoltre che le proiezioni sono basate su una più bassa, prudente aspettativa di crescita rispetto al precedente programma” il quale “conferma anche che il governo cercherà di portare il bilancio verso il pareggio nel 2014”. Un obiettivo “importante se il rapporto debito/Pil sarà ridotto nel medio termine, visto che i tassi di interesse in rialzo potrebbero generare un aumento del finanziamento a servizio del debito”.

REHN, GRECIA CASO PIU’ DIFFICILE TRA I PAESI SALVATI – “La Grecia è il caso più difficile” fra i tre Paesi che hanno ricevuto il salvataggio targato Ue-Fmi. Lo ha detto il Commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, durante una tavola rotonda a Parigi organizzata dall’Ocse, secondo quanto scrive Bloomberg. Il Commissario ha sottolineato che la Ue è riuscita a contenere la crisi in Grecia, Irlanda e Portogallo.

TREMONTI, AVANZA TEMA REGOLE GLOBALI PROPOSTO DA ITALIA – Le regole del ‘global standard’ proposte dall’Italia al G8 “stanno avanzando” e si nota “un progresso rispetto all’anno scorso”. E’ quanto afferma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti arrivando alla riunione ministeriale dell’Ocse. “L’anno scorso c’era la presidenza italiana. Siamo venuti a vedere come si coltiva la vigna delle regole” ha spiegato, ricordando come “la vigna fu piantata dalla presidenza italiana del G7-G8 e sta avanzando e quanto propone l’Ocse sulle regole: integrity, trasparency, property è assolutamente un progresso rispetto all’ anno scorsò. Il ministro dell’economia ha ricordato che certo, “si tratta di un processo. Non hai tutto istantaneo, ma è importante. E’ fondamentale che le regole devono farle i governi, la politica, le organizzazioni internazionali come questa”. Questi soggetti “devono proporle, farle avanzare, non sono una cosa privata e non sono una cosa solo finanziaria. I tre principi riguardano tutto lo spettro dell’economia ma soprattutto la morale e i comportamenti”.

GURRIA; S&P SU ITALIA? NOSTRO GIUDIZIO INVARIATO – La recente decisione di Standard and Poor’s di tagliare l’outlook dell’Italia non “cambia per nulla la nostra valutazione” sul paese recentemente espressa. E’ quanto afferma il segretario generale dell’organizzazione Angel Gurria a margine della presentazione dell’economic outlook cui segue la riunione ministeriale. “Noi non siamo un’agenzia di rating – ha spiegato – siamo l’Ocse e meno male”. Fonti dell’organizzazione hanno d’altra parte sottolineato come le agenzie di rating stiano continuando a produrre effetti prociclici attraverso le loro decisioni sui rating degli stati sovrani. Gurria ha detto poi di non voler commentare “cifre non ufficiali” a chi gli chiedeva di una possibile manovra aggiuntiva da 40 miliardi per garantire il pareggio di bilancio al 2014.

DRAGHI, DA CRISI DEBITO SERI RISCHI PER LA CRESCITA – La crisi del debito pone “seri rischi per la crescita”, anche se il sistema finanziario è “in via di guarigione”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi durante una conferenza a Berlino, riferisce la Bloomberg. Secondo Draghi, inoltre, il problema posto dagli elevati livelli di debito e deficit pubblico in alcuni Paesi rappresenta “una grande sfida”. Per il governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Board, la risposta coordinata alla crisi è stata “molto efficace e tempestiva”. Draghi, nel suo intervento intitolato ‘Gestire l’eredità della crisì, ha spiegato che “la ripresa dell’economia mondiale continua. Nel complesso il Pil quest’anno dovrebbe espandersi del 4,4%, nelle economie emergenti del 6,5%. I timori di una doppia recessione sono diminuiti rispetto ad alcuni mesi fa. E il sistema finanziario, nel complesso, è in via di guarigione”. Tuttavia – avverte il governatore designato dall’Eurogruppo alla presidenza della Banca centrale europea – “la crisi non è finita” e la crescita globale, pur avendo guadagnato robustezza, è “molto disomogenea” e rimane “con l’eccezione della Germania rimane debole nelle economie avanzate” e “troppo lenta per risanare seriamente i bilanci e i tassi di disoccupazione”. Esistono inoltre – avverte Draghi – “significativi” rischi al ribasso per la crescita globale creati dall’alto indebitamento: “per preservare le prospettive di crescita sono decisive – è l’invito del governatore – disciplina fiscale e politiche credibili orientate all’offerta”. Altro fattore che mette a rischio la solidità della crescita globale è l’inflazione, tanto nelle economie avanzate che in quelle emergenti: “di fronte a rischi inflazionistici accresciuti, c’é maggiore necessità di procedere con una normalizzazione della politica monetaria” che globalmente rimane “accomodante”. Anche l’Unione europea – cui è dedicata una sezione dell’intervento di Draghi – necessita di stabilità dei prezzi, disciplina fiscale e politiche nazionali che portino alla crescita: “la prima è stata assicurata dalla Bce, ma in alcuni PAesi non abbiamo la seconda e la terza”.

‘INFLAZIONE PUO’ MINARE SOLIDITA’ CRESCITA’ – L’inflazione può minare la “solidità” della crescita globale e le condizioni monetarie a livello globale continuano ad essere accomodanti. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi durante la conferenza a Berlino. Draghi – riferisce la Bloomberg – ha aggiunto che la politica monetaria dovrà prendere in considerazione l’andamento dei prezzi

‘SUCCESSO UNIONE MONETARIA HA SUPERATO ASPETTATIVE’ – Il successo dell’Unione monetaria europea è andato ben oltre le nostre aspettative”. Lo ha detto a Berlino il governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, sottolineando che “bisogna mantenere questo successo”

‘BCE HA RISPOSTO IN MODO EFFICACE E TEMPESTIVO’ – “La Bce ha risposto alla crisi molto bene, in modo molto efficace e tempestivo”. Lo ha detto a Berlino il governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, mettendo in evidenza anche che “la credibilità della Bce nell’ancorare le aspettative di inflazione ha pagato molto durante la crisi”

GOVERNATORE LODA GERMANIA, ECCEZIONE FRA ECONOMIE AVANZATE – La Germania può essere un modello economico e sociale e del resto la sua economia è l’unica fra quelle avanzate a registrare una crescita davvero robusta. Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, è tornato a ribadirlo nel corso di una conferenza economica organizzata a Berlino dalla Cdu, il principale partito al governo. Draghi ha evidenziato dapprima la “notevole eccezione” della Germania rispetto ad una ripresa che rimane troppo lenta e debole nelle economie avanzate. E poi ha richiamato le politiche dei governi nazionali alle loro responsabilità. “La Germania é un utile esempio anche guardando alla sua storia”, ha detto Draghi richiamandosi ad un dibattito cui fu invitato da Hans Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank, due anni fa. “Come la crisi ha evidenziato, la fede dogmatica nei meccanismi di mercato che si correggono da soli è pericolosa”. Ma allo stesso tempo, la prosperità delle persone “dipende dalla responsabilità individuale verso noi stessi e la società, e nella libertà e competizione come motori di crescita”. “Sono convinto – conclude Draghi – che ancora oggi ci sia una lezione cruciale da imparare dall’esperienza dell’economia sociale di mercato”.