Grillo, dal 13 di nuovo in piazza per tour comunali

Five-Star Movement's press conference“A partire da lunedì 13 maggio e fino a venerdì 24 sarò nuovamente in giro per le piazze d’Italia per sostenere le liste civiche del M5S insieme ai candidati e agli attivisti locali”. Lo annuncia Beppe Grillo sul suo blog dove ricorda: “il 26 e il 27 maggio si vota in tutta Italia per le elezioni comunali: 150 comuni (più altri 41 in Sicilia, dove si voterà a giugno) hanno presentato una lista del Movimento 5 Stelle”. Grillo sarà a Roma per sostenere il candidato sindaco Marcello De Vito il 24 maggio. Ad oggi le altre città in cui Grillo annuncia che “sicuramente” sarà presente sono Avellino (13/5), Barletta (14/5), Ancona (15/5), Treviso (16/5), Vicenza (17/5), Imperia (18/5), Orbassano (19/5), Aosta (20/5), Brescia (21/5), Imola (22/5), Siena (23/5) e Roma (24/5). Le dirette streaming di tutti gli eventi saranno trasmesse su La Cosa.

Rodota’ incontra suoi ‘ragazzi’, vi darei governo di Teodoro Fulgione – C’é intesa tra Stefano Rodotà e i parlamentari del M5S. I ‘grillini’, lo scorso mese, lo hanno candidato alla presidenza della Repubblica e oggi lo hanno ufficialmente adottato come “punto di riferimento” politico per la loro attività. Il costituzionalista calabrese non si è sottratto e, seppure con prudenza, ha ricambiato l’affetto dei ‘suoi’ ragazzi rispondendo alle loro domande e al loro invito. “Datemi del tu”, ha esordito il professore prendendo la parola nella sala dei gruppi del M5S che, eccezionalmente, è stata aperta ai cronisti. E loro, i parlamentari ‘cinque stelle’, superate le prime difficoltà a rivolgergli il tu (“non mi è facile, sono emozionato”, dicevano prima dei loro interventi) lo hanno incoronato come leader: “Per noi è il nostro presidente della Repubblica”.

Applausi e scambi di battute. Ma, al di là dell’aspetto emotivo che per molti deputati e senatori è stato determinante, l’incontro è stato anche il modo per ritornare sugli eventi che hanno portato alla candidatura di Rodotà al Quirinale. Qualcuno chiede al giurista cosa avrebbe fatto al posto di Napolitano e cosa gli è piaciuto del discorso di insediamento: “C’era una impressionante crisi in Parlamento – ricorda il giurista con diplomazia – C’é stata questa singolare processione di tre gruppi parlamentari e dei rappresentanti delle Regioni, ad eccezione di una. Il presidente è stato messo spalle al muro”. Poi la dichiarazione che infiamma la sala: “Cosa avrei fatto io? Io avrei dato l’incarico al Movimento Cinque Stelle per le dichiarazioni che aveva fatto”. Poi un affondo sull’attuale governo: “Chi non è stato capace di gestire quella fase – aggiunge – non credo sia capace di gestire questa”.

Deputati e senatori chiedono consigli. “Non ne do – replica Rodotà – Lo stare in Parlamento è un ‘imparare un mestiere'”. Sottolinea i rischi del “fare del parlamentare una carriera” ma anche quelli di non valorizzare chi ha fatto esperienza politica. “Io ho lasciato il parlamento ma non credo di aver dato le dimissioni dalla politica, altrimenti non sareste venuti a cercarmi e non avrei avuto quell’esito alle quirinarie”. Difende la libertà del web che paragona al “diritto ad avere l’acqua”. E spiega che “la politica ha anche bisogno del conflitto, anche se ci sono modi e modi”. Cita Alexis de Toqueville e la “dittatura della maggioranza”: “Non tutto può essere affidato alla potenza dei numeri”. Il conflitto in ambito parlamentare? “Ad esempio – suggerisce – chiedete continuamente le verifiche del numero dei parlamentari in Aula”. Sì al compromesso ma mai deve trasformarsi in un inciucio. Punta il dito contro la “conventio ad escludendum” nei confronti del M5S da parte dei partiti: “Qualcuno vi ritiene evasori o portatori di virus – rimarca – Io non mi sento di esprimere questo giudizio. Oggi voi siete in Parlamento”. Boccia la ‘convenzione’ per le riforme e suggerisce di cambiare i regolamenti parlamentari per dare più peso a referendum e leggi di iniziativa popolare. Poi irrompe la notizia della condanna in appello a Silvio Berlusconi nel processo Mediaset: “C’é qualcuno che vuole impedire la pacificazione…”, ironizza. La sala applaude.