Ici chiesa approvata all’ unanimita’

ROMA – Via libera all’emendamento del decreto che reintroduce l’Ici sui beni commerciali degli enti no profit e della Chiesa. La norma e’ stata approvata all’unanimita’.

MONTI: ‘NO ICI SCUOLE NON COMMERCIALI’ – Il presidente del Consiglio, Mario Monti, è in Senato in commissione Industria dove si sta esaminando il dl liberalizzazioni. Monti è arrivato accompagnato dal presidente del Senato, Renato Schifani. Presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. “Per le scuole è necessario precisare. Sono esenti dall’Imu quelle che svolgono attività secondo modalità non commerciali”. Lo ha detto il premier, mario Monti, intervenendo in Commissione Industria al Senato.

MONTI, NO PROFIT E’ RISORSA SOCIETA’ – “Desidero ribadire che il Governo considera le attività svolte dagli enti non profit come un valore e una risorsa della società italiana. Tali attività appaiono tanto più meritevoli di riconoscimento e garanzia nell’attuale congiuntura economica”. Lo ha detto il premier Mario Monti alla commissione Industria del Senato.

COMM.BILANCIO;OK ICI CHIESA,NODO TESORERIA – Parere positivo della commissione Bilancio del Senato alla maggioranza degli emendamenti al dl liberalizzazione presentati in questi ultimi giorni, compreso quello che introduce il pagamento dell’Ici per la Chiesa. Secondo i senatori esperti di conti pubblici l’unico vero nodo, così come messo nero su bianco nei giorni scorsi, resta quindi quello della tesoreria. La norma impone a Regioni ed Enti locali di spostare la propria liquidità nella Tesoreria unica e costituisce un cambiamento epocale, sottolinea infatti il presidente della commissione Bilancio Antonio Azzolini. La commissione tornerà comunque a riunirsi nel pomeriggio per dare l’ultima tranche di pareri.

SI’ A RIFORMA SERVIZI PUBBLICI LOCALI – La Commissione Industria del Senato ha approvato l’articolo del decreto liberalizzazioni che riforma i servizi pubblici locali. D’ora in poi sarà obbligatoria la gara per l’affidamento di sevizi oltre i duecentomila euro.

SI’COMMISSIONE A SEPARAZIONE SNAM-ENI – La Commissione Industria del Senato ha approvato l’articolo del decreto liberalizzazioni che prevede la separazione proprietaria di Snam Rete Gas dall’Eni. La Commissione ha anche approvato l’articolo sulle società di professionisti con capitale.
L’articolo licenziato dalla Commissione è riformulato rispetto al testo originario del decreto, il quale prevedeva per Eni un tetto del 20% alla sua partecipazione al capitale di Snam. Dopo un ampio dibattito nel quale si è ipotizzato di far scendere il tetto al 5%, si è preferito optare per un’altra soluzione. Entro maggio 2012 un decreto del presidente del Consiglio stabilirà le modalità per avviare la separazione societaria che dovrà essere conclusa entro i 18 mesi successivi. Per quanto riguarda le società di capitale tra professionisti è stato stabilito che i due terzi dei partecipanti dovranno essere comunque iscritti ai rispettivi ordini professionali, e che tutti saranno tenuti al rispetto del segreto professionale. La Commissione ha quindi interrotto i lavori che riprenderanno dopo una “pausa panino” per proseguire a notte inoltrata. Non sono tuttavia stati sciolti tre nodi fondamentali che saranno affrontati domani mattina, secondo quanto riferiscono i relatori, Filippo Bubbico (Pd) e Simona Vicari. Tali punti sono i farmaci, i taxi e la tesoreria unica per Regioni ed enti locali.

ZAIA A UNICREDIT, NIENTE SOLDI A STATO – Il Veneto ha diffidato il proprio tesoriere, Unicredit Banca, a trasferire le risorse della Regione alla tesoreria unica nazionale, in base al decreto liberalizzazioni. “Abbiamo presentato oggi un ricorso al Tar – ha detto il presidente Luca Zaia – affiché sia intimato al nostro tesoriere di non consegnare i soldi allo Stato”. “Noi non vogliamo – ha spiegato Zaia – che il Governo porti via tramite la Tesoreria i soldi della Regione, delle Province e dei Comuni”. “Voglio che i soldi dei veneti che sono depositati presso Unicredit – ha aggiunto – restino in Veneto”. Zaia ha confermato “l’assoluta serenità del rapporto con il tesoriere”, ma in questa fase – ha sottolineato – “dobbiamo far valere il contratto e ricordare a Unicredit che l’accordo l’ha fatto con noi, e ciò che è stato firmato va rispettato”. Questo è l’ultimo sviluppo del fronte che la Regione Veneto, al pari di altri enti, ha aperto con il Governo sul fronte della tesoreria unica. La giunta Zaia aveva infatti già impugnato la questione davanti alla Corte Costituzionale, e presentato ricorso al Tribunale di Venezia. Zaia l’ha definita “una appropriazione indebita dello Stato a danno delle Regioni e degli Enti locali”. La questione riguarda l’applicazione dell’articolo 35 del decreto legge dello scorso 24 gennaio che prevede l’estensione del regime di tesoreria unica a tutti gli enti territoriali e l’obbligo di versare entro dopodomani, 29 febbraio, il 50% delle disponibilità liquide esigibili depositate presso le proprie tesorerie a quella unica statale al 24 gennaio scorso. “Un vero e proprio abuso – afferma il presidente Zaia – una intollerabile spoliazione di beni che appartengono al governo della Regione e quindi alla comunità veneta, la negazione di ogni principio federalista già accolto dalla Costituzione. Abbiamo già avviato tutte le procedure per contrastare sul piano giuridico questa norma centralista e incostituzionale che non solo colpisce pesantemente l’operatività amministrativa degli Enti, ma rappresenta anche uno schiaffo alle autonomie locali e al processo federalista avviato in questi anni”.