Il Gip Bari ordina l’arresto di Lavitola sentito Tarantini, verbale secretato

Valter Lavitola deve essere arrestato. Il gip di Bari Sergio Di Paola ha impiegato poche ore per emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nella quale contesta al faccendiere-latitante l’accusa di induzione a mentire. Un provvedimento, quello di cattura, che la pubblica accusa non condivide affatto perche’ ritiene che Lavitola non abbia compiuto quel reato. Ciononostante, la procura e’ stata costretta ieri a chiedere al gip il provvedimento restrittivo dopo che il giudice aveva respinto la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dal pubblico ministero. Ordinando l’arresto del faccendiere, il giudice ha fatto propria – e ha allegato al provvedimento restrittivo – l’ordinanza del tribunale del Riesame di Napoli che ha riqualificato l’accusa di estorsione contestata a Lavitola in induzione a mentire ai pm baresi che indagano sulle escort che Gianpi ha portato nelle case del premier.

Il gip ha condiviso anche il passaggio in cui il Riesame afferma che Berlusconi sapeva che le ragazze che Tarantini portava nelle sue residenze erano escort. Fatti questi che potrebbero indurre il procuratore aggiunto che coordina le indagini, Pasquale Drago, a ipotizzare nei confronti del capo del governo il reato di aver istigato Tarantini, con la complicita’ di Lavitola, a comprare il silenzio di Gianpi con oltre 500.000 euro. Proprio come afferma la magistratura partenopea. Secondo i giudici del Riesame, Lavitola e’ stato l’intermediario tra Berlusconi e Tarantini e, ”pur essendo intervenuto in una fase successiva al perfezionamento del reato (un anno dopo gli interrogatori di Tarantini, che risalgono al 2009, ndr), ha continuamente fornito un prezioso ed insostituibile contributo affinche’ la promessa di Berlusconi, nella fase attuativa, fosse effettivamente mantenuta”; ha quindi garantito, con le continue consegne di danaro da parte del premier, ”la conservazione della sua efficacia persuasiva nei confronti del Tarantini, in vista delle successive occasioni” in cui l’imprenditore barese ”sarebbe stato chiamato a rendere dichiarazioni all’autorita’ giudiziaria”.

Le divergenze tra pm e gip di Bari sono soprattutto in diritto e riguardano proprio la contestazione del reato di induzione a mentire. Tutti e due i magistrati condividono pero’ due certezze: che Tarantini ha mentito e che Berlusconi sapeva che le ragazze della scuderia dell’amico Gianpi erano escort. Ma mentre il pm sostiene che quando Tarantini ha detto che Berlusconi non sapeva che quelle donne erano prostitute ha detto il falso su una circostanza ”non penalmente rilevante”, il gip ritiene che qualsiasi dichiarazione mendace, anche su circostanze penalmente irrilevanti, implichi il reato di induzione a mentire. Sul perche’ le bugie di Tarantini non siano penalmente rilevanti, il pm Drago lo spiega affermando che non hanno inciso sul processo escort perche’ alla procura di Bari era noto che il premier sapeva di avere rapporti con prostitute. Su queste divergenze la difesa di Lavitola giochera’ ora le sue carte dinanzi al tribunale del Riesame di Bari quando chiedera’ l’annullamento del provvedimento di cattura emesso oggi. Questioni giuridiche a parte, sulla credibilita’ di Tarantini il pm Drago ha avviato indagini per stabilire se l’imprenditore ha detto il falso in altri interrogatori a cui e’ stato sottoposto dalla magistratura barese. Il controllo non riguarda solo l’inchiesta sulle escort, ma si estende anche a tutte le indagini sulla gestione della sanita’ pubblica pugliese, alcune delle quali sono gia’ concluse. Drago nei prossimi giorni chiedera’ ai suoi colleghi se ci sono ”gravi indizi” in base ai quali si puo’ sostenere che le dichiarazioni di Tarantini ”siano mendaci o reticenti”.

TARANTINI; INTERROGATORIO FIUME, SECRETATO VERBALE – E’ stato secretato, a conclusione di un interrogatorio fiume, il verbale di Giampaolo Tarantini, sentito come indagato per otto ore dai pm romani che indagano sulla presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. Nessun commento da parte dell’imprenditore all’uscita dalla Procura. “Siamo soddisfatti, stanchi ma soddisfatti” ha dichiarato l’avv.Alessandro Diddi, uno dei legali dell’indagato. “Tarantini è sereno, come sempre” ha aggiunto il collega Ivan Filippelli.
TARANTINI ARRIVATO A PIAZZALE CLODIO – Giampaolo Tarantini e’ arrivato a piazzale Clodio per essere interrogato, come indagato, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su una presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. Tarantini verra’ sentito dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti e dal sostituto Simona Marazza. L’imprenditore sara’ assistito dagli avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli.
Il pm di Bari Pasquale Drago ha avviato indagini per stabilire se Gianpaolo Tarantini ha detto il falso in altri interrogatori a cui e’ stato sottoposto dalla magistratura barese. Il controllo sulla genuinita’ delle sue dichiarazioni non riguarda solo l’inchiesta sulle escort portate da Gianpi a casa del premier, ma si estende quindi anche a tutte le indagini sulla gestione della sanita’ pubblica pugliese, alcune delle quali sono gia’ concluse. Drago chiedera’ ai suoi colleghi pm se ci sono gravi indizi in base ai quali si puo’ sostenere che le dichiarazioni di Tarantini siano mendaci o reticenti.