Imu, ecco le 9 ipotesi di riforma di Saccomanni

NIENTE IMU NE' IVA, ORA SERVONO 6 MILIARDI, DOMANI TAVOLOROMA – La cancellazione della prima rata Imu, sospesa fino a settembre, ha effetti negativi sul gettito 2013 per 2.426,4 milioni di euro, di cui circa 2,1 miliardi ascrivibili alle abitazioni principali e circa 0,3 miliardi alla componente terreni e fabbricati rurali. Lo spiega il Tesoro nel documento per la riforma dell’Imu. L’abolizione della prima rata Imu sospesa è la nona ipotesi presentata nel documento, e, si legge, ”comporta una perdita di gettito che si riflette interamente in una riduzione delle entrate comunali. Il meccanismo più semplice per attuare una compensazione è quello di assegnare agli enti la metà del gettito riscosso nel 2012, come risulta dai versamenti F24 a livello comunale dello scorso anno.

Questo meccanismo di compensazione eviterebbe comportamenti opportunistici da parte di Comuni che potrebbero aver aumentato l’aliquota solo in previsione di maggiori trasferimenti compensativi relativi all’Imu 2013. La compensazione potrebbe avvenire aumentando le risorse del Fondo di Solidarietà Comunale”. L’intervento, si osserva anche, non presenta particolari profili di criticità per i contribuenti, ma tra i pro e i contro è evidenziato il fatto che questa misura ”non affronta i problemi strutturali del prelievo immobiliare ”. Il testo riporta anche l’introito su base annua per le singole categorie di immobili interessate alla sospensione della prima rata (in totale 4,8 miliardi) e il gettito relativo al 50%: per l’abitazione principale (con maggiorazione per comuni che hanno deliberato nel 2012 l’aumento fino al 6 per mille) l’introito annuo è di circa 4 miliardi (circa 2 miliardi la prima rata), dall’Imu sui terreni arrivano 630 milioni di euro (315), per i fabbricati strumentali 64 milioni (32), per le unità immobiliari appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa, adibite ad abitazioni principali, IACP e edilizia residenziale pubblica 76 milioni (38).

Da Saccomanni 9 ipotesi riforma – Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni rende note sul sito le 9 proposte di riforma dell’Imu su cui si ragione. Serve un ”chiarimento delle implicazioni concrete delle varie proposte, nella consapevolezza che le scelte politiche debbono basarsi su adeguati approfondimenti tecnici”, scrive il ministro nella presentazione. Occorre ricordare – spiega il ministro – che il decreto 21 maggio 2013, n. 54, oltre a disporre la sospensione del pagamento della prima rata dell’Imu, ha anche prefigurato una complessiva riforma dell’imposizione sugli immobili, che il governo è impegnato a definire entro la fine del mese di agosto. Il documento offre valutazioni su una gamma di ipotesi di intervento: non ha la pretesa di essere esaustivo, ma cerca di tener conto di quanto è emerso negli ultimi mesi, nel dibattito politico, negli interventi accademici, nelle audizioni parlamentari, nei rapporti degli organismi internazionali. Il documento è organizzato in schede, che riportano, per ogni ipotesi di intervento, l’impatto di gettito, gli effetti distributivi sui contribuenti, le implicazioni in termini di finanza locale e gli aspetti amministrativi e gestionali per il contribuente e l’Amministrazione.

Ogni scheda si conclude evidenziando i principali punti di forza e di criticità dei diversi interventi”. Infine – dice Saccomanni – ”esprimo l’auspicio che questo lavoro possa rispondere all’obiettivo che mi ero prefisso quando l’ho avviato: offrire un contributo al dibattito in corso, al chiarimento delle implicazioni concrete delle varie proposte, nella consapevolezza che le scelte politiche debbono basarsi su adeguati approfondimenti tecnici”.

Mef, stop prima casa poco equo e poco efficiente – L’ipotesi di esenzione totale dell’Imu sulla prima casa ”non sembra pienamente giustificabile sul piano dell’equità ed efficienza del tributo”. E’ quanto si legge nel documento del Mef che sottolinea anche come la misura avrebbe ”un effetto fortemente regressivo: il beneficio aumenterebbe al crescere del reddito complessivo”. La service tax e piu’ autonomia decisionale ai Comuni sono le ipotesi migliori tra quelle allo studio del Mef. ”La derubricazione della revisione Imu su prima casa con destinazione di risorse per la parziale abolizione dell’imposta all’allentamento del patto di stabilita’ dei Comuni e la service tax sono le uniche ipotesi ad alta efficienza.