In primo piano: Francia, Corea e altro

La Francia e la crisi istituzionale: uno scossone per l’Europa. La sfiducia al governo Barnier

La Francia si trova di nuovo senza un governo. Il partito di sinistra radicale La France Insoumise (LFI) e l’estrema destra del Rassemblement National (RN) hanno votato insieme una mozione di sfiducia, costringendo il primo ministro Michel Barnier e il suo esecutivo a dimettersi. Questo sviluppo porta nuovamente l’attenzione sul presidente Emmanuel Macron, che ha confermato di voler restare in carica fino al 2027, pur non potendo, secondo la Costituzione francese, indire nuove elezioni prima di luglio. Macron si rivolgerà alla nazione per illustrare le prossime mosse.

La sfiducia segna un capitolo critico dopo mesi di crisi politica, iniziati con la sconfitta del partito di Macron alle elezioni europee di giugno e il successivo scioglimento del parlamento. Le elezioni legislative anticipate hanno prodotto un’Assemblea Nazionale frammentata in tre blocchi principali: la coalizione di centro-sinistra Fronte Popolare, i macronisti e la destra con il RN. Dopo settimane di negoziati, Michel Barnier era stato scelto come primo ministro con un governo di centro-destra, sostenuto esternamente dal RN. Tuttavia, la sua posizione si è rivelata insostenibile a causa delle impopolari misure di austerità proposte per contenere il debito pubblico, che quest’anno potrebbe toccare il 6% del PIL.

Le possibili soluzioni

Due scenari si delineano all’orizzonte. La strada più lunga prevede negoziati tra le forze politiche per formare un governo sostenuto da un patto di non sfiducia, escludendo RN e LFI. I socialisti spingono per un premier di area, come Boris Vallaud. In alternativa, il presidente potrebbe annunciare rapidamente un nuovo primo ministro, replicando la formula politica di centro-destra con il sostegno esterno del RN, ma con una nuova leadership. Tra i candidati emergono nomi come Sébastien Lecornu, Bernard Cazeneuve e François Bayrou. La previsione più pessimistica arriva dal leader LFI, Jean-Luc Mélenchon: «Macron non durerà fino al 2027».

Ripercussioni sull’Unione Europea

La crisi politica francese potrebbe avere conseguenze significative sull’UE. Il fallimento di Macron si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà per i governi europeisti, come evidenziato anche dalla crisi di leadership in Germania. Questo scenario alimenta il rafforzamento del sovranismo e del neo-nazionalismo in Europa, fenomeni che rischiano di indebolire l’unità del continente. Commentatori come Aldo Cazzullo sottolineano che senza una risposta comune dell’UE, i paesi membri rischiano di essere sopraffatti dalle sfide globali, dalla pressione economica alle minacce geopolitiche.

Un confronto internazionale: la crisi sudcoreana

A livello internazionale, la Corea del Sud affronta una crisi istituzionale altrettanto grave. Il presidente Yoon Suk Yeol rischia l’impeachment dopo aver proclamato la legge marziale in risposta a proteste di massa contro il suo governo. Con un indice di gradimento intorno al 20%, Yoon è accusato di autoritarismo e corruzione. Se l’impeachment sarà approvato, dovrà essere confermato dalla Corte Costituzionale, un processo che potrebbe durare mesi. Nel frattempo, il panorama politico coreano resta incerto, con possibili nuove elezioni che potrebbero ridefinire i rapporti con la Cina e la Corea del Nord.

La minaccia neonazista in Italia

In Italia, la Digos ha sventato un piano terroristico di matrice neonazista mirato a uccidere la premier Giorgia Meloni. Dodici persone sono state arrestate per aver pianificato azioni violente contro figure istituzionali e aver promosso ideologie suprematiste. L’indagine ha portato alla luce un gruppo organizzato, denominato Divisione Werwolf, che progettava attentati e cercava di destabilizzare il governo per istituire un regime autoritario. Questo episodio evidenzia la necessità di un contrasto deciso alle derive estremiste.

Conclusioni

Le recenti crisi politiche in Francia, Corea del Sud e Italia sottolineano le sfide globali poste dalla frammentazione politica, dal sovranismo e dall’estremismo. L’Europa e i suoi alleati devono affrontare queste minacce con una leadership coesa e una visione strategica, evitando di cadere preda delle divisioni interne che possono compromettere la stabilità internazionale.