La benedizione del papa

Premetto di essere credente, sicuramente in modo diverso ma credente e con questo intendo un modo ampio e non precluso a nessuna possibilità.

Però ritengo che a tutto ci sia un limite e visto che siamo in democrazia e ciascuno, fortunatamente può dire la propria, vorrei dire che stavolta mi sembra davvero troppo.

Capisco la fede, l’ansia del particolare momento storico, capisco anche che se non prendiamo il virus comunque avremo bisogno di antidepressivi visto il continuo martellamento di notizie che, definire tristi e sconfortanti è davvero poco.

Però intravedere in qualche nuvoletta tra l’altro durante un tempo pessimo, un essere divino mentre il papa prega in una piazza deserta è qualcosa che va oltre la ragione.

Non voglio certamente biasimare nessuno e ritengo che la fede sia il dono più prezioso che l’umanità abbia ricevuto dal creatore, chiunque crediamo che sia, ma a volte la suggestione può fare brutti scherzi e il pericolo più grande, a mio avviso è che le persone più deboli possano arrampicarsi su qualcosa che veramente non esiste e che in altri momenti più sereni non avrebbe destato alcuna chiacchiera.

I social contribuiscono a fare da cassa di risonanza a questi eventi “paranormali”. Il Crocifisso esposto alle intemperie e il papa che assolve alle sue funzioni: è innegabile che il tutto ha anche una funzione spettacolare; visto che la piazza era completamente vuota la funzione si sarebbe potuta svolgere al chiuso ma questa è una scelta che non spetta a me. Nonostante tutto ritengo che all’attuale vescovo di Roma spettino alcuni importanti meriti seppur con i limiti imposti dal suo stesso ruolo.

Ad ogni modo, ciascuno professa la propria fede nei tempi e nei modi che ritiene più vicini a se stesso.
Nuvola o non nuvola, apparizione o non apparizione l’importante e che ci sia qualcuno che non ci lasci in balia della tempesta!