L’Aquila, al via processo alla Commissione Grandi Rischi

L’AQUILA – E’ cominciato all’Aquila il processo alla Commissione grandi rischi che nella primavera del 2009 avrebbe lanciato ”segnali rassicuranti” sullo sciame sismico dell’Aquila, culminato poi con la scossa del 6 aprile che causo’ 309 morti.

Sette gli imputati, accusati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo. Le parti civili, tra cui il Comune dell’Aquila, hanno chiesto un risarcimento di 50 milioni. Prima di entrare nell’aula del Tribunale, il procuratore capo, Alfredo Rossini, avvicinato dai giornalisti ha detto: ”Cerchiamo giustizia basta, applicare le cose per ottenere risultati che la giustizia richiede”.

Alla sbarra sette imputati eccellenti,tra cui scienziati e tecnici della Protezione civile e dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, gia’ vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.

Per i pm, nella riunione del 31 marzo 2009, ci fu ”una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attivita’ della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico” con la divulgazione di ”informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosita’ dell’attivita’ sismica vanificando le attivita’ di tutela della popolazione”.

Dei sette imputati l’unico presente è Bernardo De Bernardinis che ha dichiarato: “Ritenevo importante esserci perché questa è la mia terra e anche per sottolineare la professionalità e la qualità degli altri pubblici funzionari. Sono abruzzese, lo dovevo anche alla gente del luogo”. L’aula nella quale si svolge il processo è piccola per contenere, oltre agli avvocati, anche molti rappresentanti delle famiglie, di associazioni e i numerosi giornalisti accreditati, tanto che decine di persone stazionano nel piazzale antistante.