Laziogate: indagato il capogruppo Idv

Ora non è più solo il Pdl. Ora l’inchiesta sui fondi dei gruppi della Regione Lazio si allarga e arriva all’opposizione. Dopo Franco Fiorito, l’ex capogruppo del Pdl, in carcere per peculato, tocca al suo omologo dell’Idv, Salvatore Maruccio, indagato per peculato. Stessa dinamica, stesso modus operandi: i soldi destinati al partito dirottati su conti personali. In totale, secondo quanto accertato dai pm romani, in un altro filone d’ inchiesta che sta ora muovendo i primi passi, sarebbero circa 700 mila euro i fondi distratti da Maruccio.
E sono scattate le perquisizioni sulla scorta di una segnalazione della Banca d’Italia su movimenti di denaro sospetti. Insomma gli inquirenti allargano il raggio d’azione e lo stesso Gip Stefano Aprile nell’ordinanza con cui rigettava la richiesta di scarcerazione di Fiorito aveva sottolineato come i soldi destinati ai gruppi “sono piste investigative degne di approfondimento”.

E lo stesso Fiorito nell’interrogatorio di garanzia aveva tuonato: “tutti facevano cosi”, riferendosi alla gestione poco ortodossa dei fondi. In due anni il 34enne capogruppo del partito che fa capo ad Antonio Di Pietro avrebbe effettuato decine di bonifici per un importo totale di 500 mila euro. Operazioni, effettuate tra l’ aprile 2011 e giugno 2012 per le quali il capogruppo non avrebbe specificato alcuna causale o che si sarebbe limitato a rubricare come “restituzione anticipazioni”. Si tratta di bonifici di varie entità, senza cifre “seriali” come nel caso di Fiorito.

Il capogruppo dell’Idv “si è dimesso dal partito, da coordinatore regionale dell’Idv, dal suo ruolo di capogruppo e soprattutto da consigliere regionale”, annuncia Antonio Di Pietro a Montecitorio. “Gli avevamo dato tre ore di tempo per farlo. La magistratura svolga il suo compito”.

“Non ho nulla da nascondere, chiarirò ogni cosa”. Così Maruccio, dopo la notizia dell’indagine per peculato. “Le risorse del gruppo sono state utilizzate da me solo per fare attività politica”, spiega.

Intanto, sull’ altro fronte aperto dalla Procura di Roma, il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione per Fiorito avanzata dai suoi difensori. E per l’ex capogruppo arriva anche la decurtazione dello stipendio, in base al decreto Monti.