Laziogate. Polverini da Monti. Si dimettono consiglieri opposizione

Il terremoto politico seguito allo scandalo della gestione dei fondi del Pdl alla Regione Lazio registra la scossa più violenta degli ultimi giorni, con la governatrice Renata Polverini che in serata vede il premier Mario Monti, i consiglieri di quasi tutta l’opposizione, a cominciare dal Pd, che si dimettono, e il sindaco di Roma Gianni Alemanno che chiede di “azzerare” il centrodestra e di rifondarlo su comportamenti e valori. E sono in tanti a prevedere per domani lo show down.

Il governatore del Lazio ha chiesto e ottenuto un incontro che si è svolto in serata a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti per una “valutazione della situazione nella Regione Lazio”. Lo apprende l’ANSA da fonti governative. Poi Polverini informa con una nota dei contenuti del colloquio: ‘”Ho chiesto al presidente del Consiglio un breve incontro per informarlo della situazione che si è verificata in Regione; mi sembrava corretto farlo considerato che il Lazio è una realtà certamente non marginale sotto il profilo economico e istituzionale del nostro Paese”, si legge nella nota. “Il colloquio è stato cordiale come sempre e ringrazio il Presidente per avermelo accordato”.

Adesso però Polverini deve fare i conti con la valanga di dimissioni in Consiglio regionale presentate dai consiglieri d’opposizione. In serata circolano anche voci di addii nella maggioranza, ma una nota congiunta dei capigruppo arriva in nottata ad affermare compattezza e smentire possibili dimissioni tra le proprie fila. “La maggioranza è orgogliosamente al fianco di una presidente di Regione onesta e determinata, incitandola a proseguire nell’incisiva azione di governo fin qui svolta”, si legge nella nota, firmata anche da Udc e Mpa.

Come annunciato, invece, in serata “tutti i consiglieri regionali del Pd Lazio” rassegnano “le proprie dimissioni irrevocabili per lo scioglimento del Consiglio regionale”. La decisione giunge al termine di una riunione svoltasi presso la sede del partito. Poco dopo anche i cinque consiglieri di Idv e i due di Sel si dimettono. “Anche la Federazione della Sinistra e la Lista Civica dei Cittadini hanno aderito alle dimissioni”, annuncia il capogruppo Pd Esterino Montino a SkyTg24. Lascia il capogruppo del Psi Luciano Romanzi. E i due consiglieri radicali affermano: “Se domani mancheranno solo due firme per far decadere il Consiglio, allora le metteremo”.

Montino fa un primo calcolo: “Per far cadere il Consiglio bisogna raggiungere 36 consiglieri, cioé maggioranza assoluta, siamo a quota 29. Ne mancano ancora sette. C’è un tema che riguarda anche altre forze politiche, quindi anche altri consiglieri nelle prossime ore potrebbero aderire”. Il capogruppo Pd però include nel suo conto anche le componenti dell’opposizione che per il momento hanno solo dichiarato disponibilità alle dimissioni e pure l’Mpa, che seccamente smentisce. “Montino sbaglia, io sto con la presidente Polverini. La mia posizione è quella espressa dalla nota di tutti i capigruppo della maggioranza”, sottolinea infatti Rocco Pascucci, unico consigliere Mpa.

FINI,SERVE SCATTO DI RENI, VIA LE MELE MARCE – “E’ indispensabile che il ceto politico abbia uno scatto di reni, e che le mele marce vengano individuate e punite”. Lo ha detto il Presidente della Camera Gianfranco Fini, intervistato a Gr Parlamento Rai. Parlando dello scandalo alla Regione Lazio, Fini ha aggiunto: “Bisogna reagire e farlo in tempi brevissimi, non bastano indignazioni fine a se stesse e buoni propositi”. “Mentre la Regione era costretta a ridurre servizi nella sanità e metteva ticket ai disabili.- ha aggiunto -, i gruppi consiliari spendevano fiumi di denaro nel modo che è sotto gli occhi di tutti”.

MONTINO: CASINI INTERVENGA, UDC AGO DELLA BILANCIA – L’Udc diventa l’ago della bilancia per indurre la governatrice del Lazio Renata Polverini alle dimissioni. Lo sottolinea in un’intervista alla Stampa il capogruppo del Pd alla Regione, Esterino Montino, precisando che “é in atto un confronto molto serrato”. “A fronte di una posizione così netta sostenuta a livello nazionale dall’Udc nei confronti del Pdl – spiega, – non vedo come possa adottarne una opposta a livello regionale”. “Noi – sottolinea – non sapevamo cosa il gruppo del Pdl facesse con i finanziamenti. Noi sapevamo dell’esistenza di norme che mettono a disposizione dei gruppi determinate somme di denaro. Che noi, come credo anche l’Udc, abbiamo utilizzato in modo corretto”. “Nelle ultime ore, per dare un segnale chiaro e concreto, evitando di apparire come quelli che la buttano in politica lasciando tutto come prima, abbiamo deciso di votare innanzitutto i tagli – spiega. – Noi, in realtà, ci siamo posti il problema già all’atto della variazione di bilancio 2011 che ha aumentato di sette milioni di euro le dotazioni per le attività divulgative e le iniziative istituzionali. Preso atto che esiste un buco normativo sui controlli, ridotti ad una sorta di autocertificazione, abbiamo proposto di istituire la figura di un tesoriere e di affidare la revisione contabile a società esterne di verifica”.

RENZI, ORA BASTA SOLDI A TUTTI I PARTITI – “Prima la giunta va a casa e meglio é, e in questo senso apprezzo il gesto dei consiglieri del Pd. E’ del tutto evidente che la situazione della Polverini e del governo regionale è insostenibile. Però a mio avviso c’é un passaggio in più che il Pd deve fare”: abolire il finanziamento pubblico ai partiti. Lo dice al Messaggero il sindaco di Firenze Matteo Renzi. “Al di là delle vicende romane e laziali”, spiega l’esponente del Pd, “serve un passaggio ulteriore: vanno abolite tutte le forme di finanziamento pubblico sia ai gruppi consiliari regionali sia ai partiti”. “In più – aggiunge – è fondamentale la totale trasparenza di ogni atto con amministrazioni il più possibile aperte a partire dal Freedom information act, che è uno strumento che consente a tutti cittadini di sapere in qualsiasi momento quanto spende il tuo comune, provincia e regione e soprattutto perché”. “La protesta non basta – spiega, – ora è il tempo della proposta. Non è un caso se noi in questi mesi abbiamo molto insistito per ragionare di contenuti e non solo di rottamazione. Fermo restando che se vinciamo la rottamazione la faremo sicuro”. “Se Bersani andasse in televisione e proponesse il dimezzamento dei numero del parlamentari – dice Renzi, – l’abolizione dei vitalizi, il ridisegno delle indennità portandole a quello che guadagnano i sindaci di Milano e Roma perché non si capisce come mai un parlamentare debba guadagnare di più non avendo le responsabilità di un Pisapia o di un Alemanno… Ecco se il Pd facesse queste cose qui, Grillo passerebbe dal presunto 15 per cento al 5 in pochi giorni”.

FIORITO DA PM VITERBO – In mattinata Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, indagato per peculato dalla procura della Repubblica di Roma nell’ambito delle indagini sulla gestione dei fondi del gruppo consiliare, sarà interrogato a Viterbo dal Pm Massimiliano Siddi per ‘reato connesso”. Fiorito, assistito dall’avvocato Carlo Taormina, allo stato, sarà sentito in qualità di testimone. L’ex sindaco di Anagni, in particolare, sarà chiamato a dare spiegazioni sulle fatture depositate alla Pisana per i relativi rimborsi dal consigliere regionale viterbese, suo successore alla guida del gruppo e nemico giurato Francesco Battistoni. Fatture che secondo lo stesso Battistoni e almeno due società con sede a Viterbo, la Panda Cz e la Majakovskij Comunicazioni, sarebbero state falsificate, aumentando di decine di volte il loro importo. Il fascicolo di cui è titolare il Pm Siddi è scaturito da tre diversi esposti: uno di Battistoni e gli altri due delle stesse società. Tutte e tre sono stati presentati dopo la pubblicazione sui giornali delle copie delle fatture ritenute gonfiate.

FIORITO: ‘GESTITO CON LEGGEREZZA MA NON SONO LADRO’ – “Io non sono un ladro, non si scoprirà mai che sono un ladro. Ho avuto una responsabilità gestendo una mole di denaro forse con leggerezza e impropriamente ma come i miei colleghi”. Lo ha detto Fiorito a ‘In onda’ su La7.